Il messaggio che
Juniper Networks vuole dare in questa fase del mercato, caratterizzata da un progressivo passaggio delle imprese al modello multicloud, è
incentrato sulla semplicità. Ma come è sempre stato nella storia dell'IT, puntare alla semplicità
non significa eliminare le complessità ma piuttosto astrarle in modo che l'utente finale di un prodotto o di un servizio non debba affrontarle direttamente.
Nel campo del networking - sottolinea
Rami Rahim, CEO di Juniper - questo è particolarmente vero: "
Il networking è intrinsecamente un 'hard problem', perché diventa difficile connettere un numero sempre crescente di persone... Portare semplicità richiede una profonda conoscenza di dove si trova la complessità. Che non si può del tutto eliminare, va spostata lontano dagli utenti".
In questo senso l'avvento del multicloud viene visto da Juniper Networks come un cambiamento molto importante per il mercato.
Non si tratta di portare più prestazioni o più capacità di gestire bande elevate, come è stato ad esempio nel passaggio dal modello scale-up per i dispositivi di rete a quello scale-out, quando per aumentare la capacità di gestire i dati è diventato più semplice aumentare il numero dei dispositivi rispetto a potenziarli.
Rami Rahim, CEO di Juniper NetworksIl multicloud apre
un nuovo capitolo del networking perché non richiede di spostare genericamente "meglio" i dati ma di gestire risorse sparse per il globo come se fossero un unico pool indifferenziato. "
È un passaggio da costruire reti migliori a rendere migliore il networking", spiega Rahim con una distinzione sottile che non si coglie appieno se non si guarda all'
importanza che il software ha acquisito nel mondo delle reti, perché sono le funzioni software distribuite nelle piattaforme di networking che faranno la differenza.
Il quasi-predominio del software è d'altronde inevitabile già adesso, spiega
Bikash Koley, CTO di Juniper Networks. Nel passaggio dal modello scale-up a quello scale-out siamo passati da reti con pochi dispositivi molto potenti ad altre con un elevato numero di nodi più semplici. Anche a parità di affidabilità dei singoli nodi, la crescita del loro numero porta statisticamente a una minore "robustezza" dell'insieme. "
Il software deve mitigare questa minore affidabilità - sottolinea Koley -
intercettando e prevedendo i problemi. In questo senso non è una scelta ma una necessità. E lo stesso vale per l'automazione".
Parallelamente, un altro tipo di software impatta ugualmente sulla concezione e sul funzionamento delle reti. Il multicloud cresce anche perché
le moderne applicazioni sono multi-tier, come lo sono ad esempio
quelle basate su microservizi. L'unico modo per supportare applicazioni basate su questo modello è costruire reti che eliminino i confini tra i domini, che a loro volta richiedono una importante componente software per la parte di gestione e orchestrazione.
Bikash Koley, CTO di Juniper NetworksIn questa evoluzione Juniper Networks ritiene di poter contare su un vantaggio: molti dei principi introdotti nella fase di evoluzione scale-out sono applicabili anche allo scenario del multicloud e
si trovano già nei modelli concettuali del sistema operativo Junos e della perte di gestione di Contrail. L'approccio chiave è rendere sempre più le funzioni di telemetria, orchestrazione, gestione e sicurezza parte integrante di ogni elemento chiave dell'infrastruttura.
L'evoluzione non riguarda solo la parte più ovvia del networking per datacenter e delle SD-WAN. Anche
le reti di campus e la parte di branch sono importanti come ponte verso il multicloud e per questo devono anch'esse integrare più funzioni di sicurezza ed essere caratterizzate da una maggiore semplicità. In questo senso nel secondo trimestre del 2019 Juniper Networks intende lanciare una
nuova soluzione completamente integrata per campus e branch, erogata in cloud.
La rivoluzione del multicloud però
non si può fare completamente da soli e perciò Juniper punta molto sulle collaborazioni tecnologiche con aziende come
Nutanix e
Red Hat. In particolare, la
collaborazione con Nutanix sta ora portando una integrazione sempre più stretta dei suoi componenti di iperconvergenza con le funzioni di gestione di Contrail e quelle di sicurezza dei firewall virtuali vSRX. "
Il cambiamento del multicloud non è solo un fatto di prodotti ma anche di practice, ossia di come si utilizza un prodotto e di come si interagisce con la tecnologia. Servono partner come Red Hat o Nutanix per portare avanti veri cambiamenti nell'uso delle tecnologie", sottolinea Koley.