Le
aziende italiane sono sempre più interessate ai
servizi cloud e la scelta del (o dei) provider è influenzata da un fattore che in passato era meno rilevante: la collocazione del datacenter da cui sono erogati i servizi. Probabilmente anche sulla spinta di normative
come il GDPR, le imprese oggi giudicano come elemento positivo il fatto che le infrastrutture di un cloud provider siano
geograficamente vicine.
Questa tendenza è testimoniata da una ricerca che
Equinix ha condotto su un campione di oltre 1.200 professionisti IT senior della regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa). I risultati mostrano che, prevedibilmente, la netta maggioranza (71 percento) delle imprese
trasferirà più funzioni aziendali nel cloud durante i prossimi anni. Meno prevedibilmente, il 60 percento dei responsabili IT dell'area EMEA menziona la prossimità ai fornitori di servizi cloud (CSP) quale fattore chiave nella scelta di un data center.
Le aziende italiane confermano questa tendenza. In Italia, il 49 percento degli intervistati ritiene che la propria azienda si sposterà verso il cloud, una
percentuale più elevata rispetto alle aziende di tutta l'area EMEA (39 percento). Il 41 percento ritiene che la
prossimità ai fornitori di servizi cloud sia un fattore importante nella
scelta di un datacenter in Italia. Sempre il 41 percento dei professionisti IT intervistati ritiene che i fornitori di servizi cloud siano il business con cui la loro azienda ha maggiori probabilità di connettersi in futuro.
La propensione al cloud non è ancora massicciamente una
propensione al multicloud. Secondo i dati raccolti da Equinix,
solo il 17 percento delle aziende EMEA ha attualmente un'architettura multicloud. In confronto, il 56 percento delle aziende utilizza il cloud privato e il 42 percento il cloud pubblico.
Il freno all'evoluzione verso il cloud è, come da sempre, una generica
percezione di insicurezza. Il 70 percento dei partecipanti all'indagine Equinix
vede ancora rischi per la sicurezza informatica venire dall'adozione del cloud. Una percezione anche esagerata ma causata in parte dalle grandi violazioni alle infrastrutture aziendali che hanno caratterizzato il 2018 (e non solo).