IBM prosegue nella sua opera di snellimento e di
modernizzazione. Ne fanno metaforicamente le spese alcune linee di prodotti software legati alla storia nemmeno troppo recente di IBM e che sono stati
ceduti all'indiana HCL per 1,8 miliardi di dollari. Tra questi i più noti sono certamente
Notes e Domino, ma l'operazione riguarda anche Appscan, BigFix, Unica, Commerce, Portal e Connections.
L'operazione è positiva per IBM, che
fa un po' di cassa e abbandona diversi software che sono quantomeno oltre una buona fetta del loro ciclo di vita e non sono più strategici. Dal punto di vista di HCL il "plus" dell'acquisizione dovrebbe essere
legato agli utenti dei prodotti coinvolti. IBM parla di un mercato di "
oltre cinquanta miliardi di dollari" e HCL sottolinea la possibilità "
di raggiungere e servire migliaia di aziende globali in una ampia gamma di settori e mercati".
I prodotti acquisiti dovrebbero rientrare nell'offerta che HCL definisce di Mode–3 o
Products and Platforms, ossia
soluzioni verticali per settori specifici come i servizi finanziari, le telecomunicazioni, il retail o il manufacturing. Questa fascia di prodotti si basa su due layer inferiori che coprono la parte infrastrutturale (Mode-1) e quella delle funzioni mirate (Mode-2) come analytics, servizi cloud e sicurezza.
In realtà
il mercato non sembra aver premiato HCL: dopo l'annuncio dell'acquisizione dei prodotti software, il titolo è sensibilmente calato in Borsa. Per i critici, HCL ha acquisito prodotti ormai datati e sui quali non conveniva investire.