Ora è chiaro:
non era un addio ma un arrivederci. Perché
Dell Technologies, a cinque anni di distanza dal delisting del 2013, è di nuovo quotata a Wall Street. Proprio
sul finire del 2018, esattamente il 28 dicembre, Dell Technologies è tornata al Nyse, la Borsa di new York, con il ticker DELL. Dopo le
prime indiscrezioni di inizio 2018, confermate a metà anno, si è dunque realizzata la complessa operazione che ha reso di nuovo pubblicamente trattata l’azienda, e che ha visto l’acquisizione di tutte le azioni DVMT, consistenti in tracking stock emesse al momento dell’acquisizione di EMC, per tracciare le performance di VMware, controllata come noto all’81 per cento da Dell stessa.
In base ai dettagli resi noti dall’azienda, per ogni tracking stock DVMT gli investitori hanno ricevuto 1,3665 azioni di classe C di Dell Technologies, con un premio del 28,9 per cento rispetto alla chiusura del 28 giugno, con un
accordo in cash e azioni che ha consentito agli azionisti di VMware di gestire un flottante di Dell tra il 20 e il 30 per cento. Ma soprattutto,
l’operazione sulle tracking stock ha permesso a Dell di
evitare la classica IPO, solitamente propedeutica alla quotazione in Borsa, con tutti gli scrutini finanziari del caso, e che avrebbero senz’altro visto in primo piano il debito, superiore ai 52 miliardi di dollari, accumulato nel corso degli anni anche per effetto dell’acquisizione-monstre di EMC, un'operazione che a suo tempo impegnò 67 miliardi di dollari.
Quello che è comunque certo è che la
Dell Technologies che torna in Borsa in questo 2019 è del tutto diversa da quella del 2013, non fosse altro perché oggi, dopo l’acquisizione di EMC, dispone di un portafoglio prodotti estremamente ampio e variegato, forte dei
sette brand globali che compongono il gruppo:
Dell, Dell EMC, Pivotal, RSA, Secureworks, Virtustream e VMware.