Il gap infrastrutturale ci fa perdere 40 miliardi di export

Rispetto alla Germania, nostro principale competitor in campo economico, l’Italia sconta un gap del 24 per cento per la qualità delle strade e addirittura del 199 per cento per la copertura della linea internet ultraveloce.

Autore: Redazione ImpresaCity

La CGIA segnala che, secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), il deficit di competitività del nostro sistema logistico-infrastrutturale ci costa 40 miliardi di euro all’anno.
A detta della SACE (gruppo Cassa Depositi e Prestiti), questo gap con gli altri competitori europei ci fa perdere 70 miliardi di euro di export ogni anno. Importi, ovviamente, che non si possono sommare, ma che danno la dimensione dell’arretratezza delle grandi reti di trasporto e di logistica presenti nel nostro Paese.
“Lacune – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo - che anche la Commissione Europea ha avuto modo di ribadire proprio in questi giorni. Il nostro Paese, infatti, necessita di una qualità delle infrastrutture di trasporto più elevata degli altri, dal momento che nel 2017 gli italiani hanno trascorso mediamente 38 ore in situazioni di congestionamento, rispetto a una media europea di 30 ore ".
Oltre ai dati appena richiamati, anche il sentiment dei grandi manager conferma lo stato di arretratezza logistica del nostro Paese.
Dall’elaborazione dell’Ufficio studi della CGIA su dati del World Economic Forum (WEF)  , tra i 10 più importanti Paesi europei presi in esame, l’Italia si colloca sempre all’ultimo posto per qualità/efficienza del sistema infrastrutturale. In particolare per qualità delle strade; efficienza dei servizi ferroviari; efficienza dei servizi portuali; copertura della linea internet veloce (fonte: Commissione europea).
Rispetto alla Germania, che è il nostro principale competitor in campo economico, l’Italia sconta un gap:
“Sebbene i numeri non ci siano favorevoli – dichiara il segretario Renato Mason - anche l’Italia può comunque contare, nel campo logistico, su molte punte di eccellenza. Ovviamente, il risultato medio nazionale è insufficiente e continuiamo ad essere un Paese che ha bisogno come il pane di completare sia le grandi opere sia quelle di dimensione inferiore”.

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