I concetti di Smart Home e Smart City sono chiari al grande pubblico: siamo consci di come viviamo le nostre abitazioni e le nostre città e di come queste stiano diventando sempre più "intelligenti". Fuori dalla cerchia degli addetti ai lavori
si parla invece molto meno di Smart Building, anche se questo livello "intermedio" nello sviluppo smart degli spazi pubblici è essenziale. Pur essendo spesso percepiti
come non-luoghi, è negli edifici residenziali e commerciali che passiamo buona parte della nostra vita.
Non è un caso che il mercato delle soluzioni Smart Building stia crescendo in maniera sensibile già da qualche anno, sulla scia di numerose evoluzioni tecnologiche. Da un lato, prevedibilmente, il segmento
intercetta tutti gli sviluppi in stile Smart Home: le tecnologie "intelligenti" applicate sono simili, anche se portate a un livello superiore di sofisticazione. In diversi aspetti l'ambito Smart Building è poi
analogo al settore Industry 4.0: ha già tecnologie di automazione e fornitori specifici che stanno cercando di fare il salto verso il paradigma IoT, soffrendo gli stessi problemi di chiusura e integrazione che si sono vissuti in ambito industriale.
Ma lo sviluppo degli Smart Building è anche strettamente connesso al
passaggio verso le Smart City, perché in ambito urbano gli edifici commerciali e direzionali rappresentano i punti a più elevata concentrazione di persone, con i relativi problemi di logistica e di consumo energetico (il 40 percento del consumo globale, mediamente). Se una Smart City
è un organismo, i complessi urbani sono i suoi "organi" più importanti e devono anch'essi diventare smart.
Smart Building: serve un approccio integrato
L'evoluzione è già in atto da tempo e il suo ostacolo principale non sta tanto nell'adozione di nuove tecnologie, che ci sono e in abbondanza, quanto nel
seguire un approccio integrato. Videosorveglianza, controllo degli accessi, riscaldamento, raffrescamento, illuminazione e via dicendo dovrebbero cioè essere parte di un
sistema di controllo e gestione integrato. Ma è difficile far convivere tecnologie datate che per decenni hanno vissuto separate. Ed è altrettanto difficile pensare di (ri)partire da zero con infrastrutture nuove, in un momento non florido per il mercato immobiliare.
L'evoluzione tecnologica deve d'altronde
scendere a patti con quella urbanistica. In molte nazioni, Italia compresa, lo sviluppo urbano sarà sempre più a "parità di suolo": nuovi edifici sorgeranno ma al posto di altri più vecchi, oppure questi saranno
riqualificati. Nel primo caso chi costruisce ha tutto l'interesse a rendere i suoi spazi pregiati, dotandoli delle migliori tecnologie. Le
riqualificazioni dell'esistente sono invece più complicate, sia dal punto di vista finanziario sia per la difficoltà di implementare le nuove soluzioni di Smart Building in edifici datati.
Serve flessibilità anche nei prodotti Smart Building, perché la
modularità di soluzioni già integrate semplifica molto i lavori di riqualificazione e velocizza la costruzione dei nuovi spazi. I fornitori di tecnologia
lo sanno e stanno sviluppando prodotti in linea con queste esigenze, come ad esempio pannelli da soffitto che integrano sensori ambientali ed elementi illuminanti e che realizzano direttamente una dorsale di rete LAN di edificio.
Gli Smart Building e il nuovo workplace
Gli Smart Building cambiano anche perché
sta cambiando la concezione stessa degli spazi comuni e di lavoro. L'ufficio tradizionale lascia il posto a luoghi di lavoro meno strutturati, in cui il concetto della postazione fissa
è più labile. È la logica degli spazi di coworking, che non a caso sono una fonte di business sempre più interessante per il real estate. Parallelamente, le nuove generazioni di dipendenti danno una
grande importanza alla qualità degli spazi di lavoro e il benessere (in senso lato) diventa un fattore importante della produttività.
È difficile recepire a livello progettuale questo complesso di cambiamenti
senza un approccio smart e in stile IoT. Servono infatti reti di sensori collegati a sistemi di controllo automatizzati per garantire la sicurezza e la salubrità (per temperatura, qualità dell'aria, persino tonalità dell'illuminazione) di ambienti in cui la distribuzione e il numero delle persone varia frequentemente.
Il passo successivo è la
personalizzazione estrema degli ambienti. Identificare cioè dove si trova il singolo dipendente in un dato momento e adattare l'ambiente che lo circonda in base alle sue preferenze. Sembra futuribile ma lo si può già fare. Le tecnologie ci sono, è solo una questione di scegliere un approccio diverso alla gestione degli spazi comuni.