Dopo una (necessariamente) lunga fase di ricerca e sviluppo,
Rosenberger OSI ha concretizzato con un primo prodotto commerciale gli studi che ha portato avanti sull'applicazione del cosiddetto "effetto loto" nei sistemi di trasmissione dati in fibra ottica. Il risultato di questa ricerca è stato denominato
PreConnect Lotus ed è un nuovo connettore terminale per cavi in fibra ottica.
Come avevamo spiegato
qualche tempo fa, l'effetto loto rimanda ad alcune proprietà naturali delle foglie di loto. Queste sono intrinsecamente, per la loro struttura fisica,
idro/oleofobiche ed auto-pulenti, quindi qualsiasi impurità che vi si poggi sopra viene naturalmente eliminata. Gli studi di Rosenberger OSI avevano lo scopo di replicare, fatte le debite differenze, la struttura delle foglie di loto sulle superfici in fibra ottica nei punti di contatto delle connessioni di cablaggio.
Nei connettori PreConnect Lotus il risultato, secondo l'azienda, è stato ottenuto. Questo fa sì che le
superfici di contatto nei connettori restino sempre prive delle contaminazioni che possono interessarle, sia durante l'installazione sia nella normale vita operativa. Polvere, umidità e particelle di grasso "scivolano" via naturalmente, senza richiedere particolari operazioni di pulizia.
Non si tratta, spiega Rosenberger OSI, di un dettaglio. Un connettore sporco impedisce la trasmissione ideale dei segnali in fibra ottica e porta quindi un
degrado delle prestazioni della rete. A cascata, questo può impattare sulle prestazioni complessive di un ambiente IT, compreso anche un grande data center.
Come minimo l'effetto loto applicato alle reti
fa risparmiare il tempo necessario ad identificare il connettore (o i connettori) con basse performance e da pulire, operazione che comporta comunque un tempo di inattività di ogni collegamento, anche se minimo.
Moltiplicando un minimo vantaggio per le migliaia di connettori di un data center, non è un beneficio trascurabile.