Microsoft e Oracle hanno dato vita a una forma di
integrazione tra Microsoft Azure ed Oracle Cloud, che permette alle aziende utenti di entrambe le "nuvole" di distribuire applicazioni e database fra i due ambienti. Nella grande maggioranza dei casi l'integrazione vedrà la parte database collocata nel cloud di Oracle e la parte applicativa - e più in generale, i workload - collocati su Azure
.Più pragmaticamente, l'integrazione tra Azure ed Oracle Cloud permette ad Oracle di colmare almeno un po'
il gap di popolarità che il suo cloud ha rispetto a nomi come AWS, Google e Microsoft stessa. Con questo accordo è possibile infatti eseguire workload su uno dei principali cloud (Azure) mantenendo comunque i dati nei database su Oracle Cloud. Inoltre, questi workload possono essere componenti tipici di Azure, come i servizi di analytics, ma anche componenti Oracle. C'è insomma
più flessibilità per chi apprezza le soluzioni Oracle ma, database a parte, non è interessato al suo cloud.
Microsoft non ha problemi di popolarità con Azure, da parte sua. È comunque positivo anche per la casa di Redmond permettere un uso integrato del suo cloud e di quello Oracle. La posizione ufficiale di Oracle è che i suoi database
operano al meglio sulle sue infrastrutture, quindi collegare queste ultime ad Azure consente a Microsoft di conquistare - o mantenere - anche
i clienti più fedeli ai database della software house di Larry Ellison.
L'integrazione tra i due cloud ha inoltre
una doppia valenza. Certamente riguarda chi ha già passato parte della sua IT in cloud, ma semplifica le cose anche per chi sta ancora pianificando il passaggio alla nuvola e sta magari mettendo a confronto i mondi Microsoft ed Oracle. Adesso le cose si fanno più semplici.
Va sottolineato come la partnership tra Microsoft e Oracle
non è semplicemente un collegamento privilegiato tra le rispettive infrastrutture cloud. Le due aziende garantiscono "
connettività diretta, veloce e altamente affidabile tra i due cloud" ma vanno anche oltre, offrendo una
gestione unificata degli accessi e delle identità fra i due ambienti. Le applicazioni Oracle possono anche usare Azure Active Directory come base per la gestione delle identità.
Gli scenari "distribuiti" sui due cloud e previsti da Oracle comprendono - e certificano - in particolare l'esecuzione su Azure di
applicazioni Oracle custom e standard (JD Edwards EnterpriseOne, E-Business Suite, PeopleSoft, Oracle Retail, Hyperion) con un collegamento ai
database Oracle (RAC, Exadata, Autonomous Database) su Oracle Cloud. Resta sempre possibile eseguire Oracle Database su Azure, in particolare in ambienti Windows Server e Oracle Linux.
Il
limite di tutto questo? Che per il momento la combinazione di Microsoft Azure ed Oracle Cloud è possibile
solo negli Stati Uniti, in particolare per i nodi di Ashburn per Oracle e Azure US East per Microsoft. L'obiettivo però è estendere questa collaborazione anche ad altre regioni, sebbene senza scadenze precise.