Un rapporto della
GSM Association (GSMA) ha stimato il
maggior costo che l'Europa dovrebbe sostenere nello sviluppo delle proprie infrastrutture 5G se seguisse l'esempio degli Stati Uniti e mettesse al bando, per
ragioni di sicurezza, i prodotti di telecomunicazioni delle aziende cinesi. Il rapporto viene da una parte interessata - la GSMA comprende oltre settecento operatori mobili - e
non è per ora pubblico, ma è stato
sintetizzato dall'agenzia Reuters.
Secondo i calcoli della GSMA, eliminare i prodotti delle due principali aziende cinesi in campo TLC - Huawei e ZTE - porterebbe lo sviluppo delle reti 5G in Europa a costare, complessivamente, ben
55 miliardi di euro in più. Inoltre, lo sviluppo delle nuove infrastrutture mobili sarebbe
ritardato di almeno un anno e mezzo.
Il maggior costo è legato a due fattori principali, ciascuno dei quali rappresenta circa la metà dei 55 miliardi da spendere in più. Il primo elemento da considerare è, banalmente, che i prodotti di Huawei e ZTE già installati
dovrebbero essere rimossi e sostituiti, anche se non sono necessariamente parte delle reti 5G. Ci sarebbe poi da acquistare prodotti di rete 5G da fornitori non cinesi, ma questa
riduzione forzata della concorrenza costringerebbe gli operatori mobili a spendere di più.
Anche il
rallentamento nello sviluppo delle reti è un elemento che gli operatori temono molto. Da un lato impatta fortemente in negativo sulle prospettive commerciali
già non proprio garantite del 5G. Dall'altro porterebbe a un
gap competitivo con gli Stati Uniti: secondo la GSMA, da qui al 2025 la penetrazione del 5G in Europa sarebbe di oltre 15 punti percentuali minore che negli USA.
Gli operatori europei sarebbero costretti a rallentare lo sviluppo delle reti 5G perché prima dovrebbero eliminare dalle loro infrastrutture tutti, o quasi, i prodotti di due aziende - Huawei e ZTE - che insieme fanno il 40 percento circa dello specifico mercato europeo. C'è poi da considerare che
gli ordini di prodotti 5G si concentrerebbero su un numero minore di vendor - in primo luogo Ericsson, Nokia e Samsung - che difficilmente potrebbero farvi fronte in tempi rapidi.