La
migrazione a Windows 10 dovrebbe essere una questione già largamente risolta nelle imprese. E che quantomeno sia stata accelerata di recente lo si è visto
nei dati di mercato. Ma a quanto pare c'è ancora
parecchia strada da fare e la migrazione resta comunque non banale. Lo illustra una indagine della società di endpoint management 1E, secondo cui le imprese sono ancora indietro nella loro migrazione.
L'indagine rivela infatti che il
32 percento degli endpoint non è stato ancora aggiornato a Windows 10. La cifra è relativa a un campione americano e britannico, ma lo scenario dovrebbe essere allineato anche in altri mercati. A
gennaio 2020 Windows 7 esce dalla fase di supporto esteso. Questo significa che le aziende potranno ricevere patch ed aggiornamenti di sicurezza
solo a pagamento.
La
cyber security è quindi uno dei fattori chiave nell'evoluzione verso Windows 10. Per la gran parte (82 percento) delle aziende
è il motivo che ha spinto all'aggiornamento dei sistemi. Ed è anche il motivo per cui il 56 percento dichiara che la migrazione non sta andando abbastanza velocemente. Non ci sono settori che spiccano particolarmente, in positivo o in negativo. La media degli endpoint migrati è del 68 percento. I mercati chiave più indietro, come retail e trasporti, sono al 65 percento. PA, media e servizi finanziari sono al 66 percento.
Gestire Windows 10
Un aspetto importante da considerare, secondo la ricerca, è che Windows 10 è una piattaforma complessa da gestire, con i suoi corposi
aggiornamenti ogni sei mesi. Mediamente gli staff IT delle imprese hanno un controllo diretto
solo sul 58 percento degli endpoint in rete. Questo rende più complessa la gestione della migrazione a Windoes 10 prima e degli aggiornamenti poi.
Di conseguenza, molte imprese hanno deciso di cogliere l'occasione della migrazione a Windows 10 per
investire in tool supplementari. Endpoint management e automazione sono i comparti più gettonati.
Resta poi sullo sfondo la gestione delle
nuove modalità di lavoro. Un numero elevato di dipendenti non è regolarmente in ufficio, quindi la gestione di patch e aggiornamenti
è più complessa. Per il 75 percento del campione della ricerca, infatti, il remote working è un problema, per la sicurezza.