Brusca frenata per il
mercato server nel secondo trimestre 2019, secondo le cifre IDC, dopo che diversi trimestri - ben nove consecutivi - avevano portato risultati
decisamente positivi per i vendor. La causa, prevedibilmente, sta nella
ciclicità degli investimenti dei grandi cloud provider. Sono infatti gli hyperscaler a dettare le dinamiche del mercato e la loro spesa per potenziare le infrastrutture ha comunque momenti di stasi. Non ha giovato al mercato, secondo IDC, nemmeno la situazione macro-economica. Troppa incertezza ha spinto le aziende ha chiudere i cordoni della borsa per l'IT.
Così il mercato server globale ha mosso circa 20 miliardi di dollari nel secondo trimestre 2019. Una cifra che fa segnare una
flessione in valore del 11,6 percento anno su anno. In volumi la flessione è un po' minore: -9,3 percento per circa 2,7 milioni di server venduti.
Tutti i tipi di server hanno passato un brutto trimestre. I sistemi
high-end sono quelli che hanno sofferto di più (-21 percento circa in valore per un giro d'affari di 1,3 miliardi di dollari) anche per le ciclicità specifiche del mondo non-x86. Una flessione del 11,7 percento c'è stata per i
server a volume, che hanno mosso 16,3 miliardi di dollari. Meglio (-4,6 percento) è andata al comparto dei
server midrange, che ha visto ricavi per 2,4 miliardi di dollari.
La flessione del mercato ha toccato più o meno equamente tutti i produttori. I due principali (
Dell Technologies e
HPE) hanno contenuto la frenata, mentre gli altri hanno sofferto di più. Tranne
Inspur, la cui crescita anno su anno è un po' il fenomeno del mercato serve degli ultimi trimestri. Ed è il riflesso indiretto della crescita dei grandi cloud/service provider cinesi: i clienti storici di Inspur, che contano sempre di più a livello anche mondiale.