Blockchain è alla base di diversi progetti di tracciabilità in campo agrifood, perché è la tecnologia che al momento più si collega all'idea di
scambio fluido delle informazioni e, allo stesso tempo, della loro immutabilità. Uno dei progetti più interessanti in questo senso si è concretizzato in Italia, attraverso la collaborazione tra
Certified Origins ed Oracle. Ne abbiamo parlato con
Andrea Biagianti, CIO di Certified Origins.
Come è nato il vostro progetto blockchain legato alla tracciabilità?Per un'azienda che si occupa di olio EVO la tracciabilità è importantissima. Questo sia per una questione di
normative, perché siamo tenuti a tracciare tutti i nostri prodotti alimentari, sia perché come azienda siamo consapevoli di dover dare al consumatore finale un prodotto di altissima qualità, certificato, garantito e
con tutta la genuinità possibile. Per questo, naturalmente, siamo sempre stati attenti a considerare progetti che potessero migliorare i nostri sistemi di tracciabilità o aumentarne la portata. Infatti il progetto blockchain
è nato in quest'ottica: abbiamo selezionato uno dei nostri prodotti principali, l'olio EVO Bellucci, e abbiamo trasportato il suo sistema di tracciabilità in tecnologia blockchain.
Nello specifico, la blockchain di Bellucci è nata con
quattro attori fondamentali: il nostro distributore negli Stati Uniti, noi come Certified Origins Italia (quindi l'azienda che acquista olio EVO da varie parti d'Italia e crea il blend Bellucci), il Collegio Toscano degli Olivicoltori OL.MA che opera come confezionatore del prodotto Bellucci, il nostro partner principale per le spedizioni di Bellucci in tutto il mondo.
Scendendo ancora più in dettaglio, la blockchain e una
blockchain permissioned per la quale Certified Origins è l'entità che
permette la partecipazione dei vari attori. La scelta di implementare la blockchain è stata fatta con le aziende che ci sembravano
più pronte e qualificate per recepire questa importante innovazione tecnologica, sia in termini di gestione procedurale sia in quelli di gestione software. Per implementare un sistema di questo tipo sappiamo che, naturalmente, è necessario essere abbastanza skillati a livello IT.
Come tecnologia per lo scambio di informazioni abbiamo utliizzato le API REST messe a disposizione dall'
infrastruttura di Oracle, perché sono sicuramente
il metodo oggi più standard per permettere ai vari gestionali dei partecipanti di scambiarsi dati in maniera uniformata. I primi contenitori validati con tecnologia blockchain sono già negli Stati Uniti, nelle nostre piattaforme logistiche. La versione 1.0 della blockchain è stata quindi completata, ma
è solo un primo passo. Vogliamo comunque andare avanti, lavorare ancora sul codice e aggiungere sempre più informazioni ed attori nella nostra blockchain.
Quali sono, secondo voi, i vantaggi principali del progetto?I vantaggi portati dal progetto sono di vario tipo. Innanzitutto
avere unificato lo scambio di informazioni tra gli attori della filiera. Prima c'erano vari scambi di informazioni, ad esempio via mail o attraverso il cartaceo, che tuttora esiste ma viene suffragato da uno scambio di informazioni validato e certificato dagli algoritmi presenti nella blockchain. Abbiamo poi ridotto il
tempo di lavoro degli operatori e il
rischio di errori umani: ora tutto è codificato in maniera certa e i dati vengono ricavati direttamente dalla blockchain.
Abbiamo inoltre
semplificato la gestione dei dati dei nostri processi interni del nostro ERP, e un altro vantaggio importante è che abbiamo
esternalizzato buona parte delle nostre risorse hardware verso il cloud di Oracle. Importantissimo secondo me, oltre al tema della
validazione dei nostri sistemi di tracciabilità, è il fatto che abbiamo creato una best practice - una sorta di "disciplinare informatico" - per coinvolgere maggiormente i principali attori dell'olio EVO Bellucci.
Per la vostra esperienza, ritenete che gli stessi vantaggi sperimentati da voi potrebbero essere conseguiti anche in settori diversi dalla tracciabilità alimentare?Ritengo di sì. Da quando l'anno scorso abbiamo iniziato a lavorare in questo ambito, abbiamo capito che la
blockchain è anche un metodo di lavoro per uniformare lo scambio di informazioni tra vari attori che vogliono avere un'unica validazione ai propri sistemi. Questo per me è il vantaggio importante di utilizzare una tecnologia di questo genere in un'azienda del 2019.
Blockchain non è una tecnologia banale. Nel vostro caso si è calata in un livello già elevato di innovazione digitale?Come azienda siamo sempre stati leader nell'innovazione nel nostro settore. Già da anni lavoriamo con la tecnologia e l'IT ci accompagna in tutti gli ambiti della nostra realtà aziendale: produzione, logistica, marketing... Il passaggio alla tecnologia blockchain
è quasi il riflesso di una forma mentis, quindi per noi è stato abbastanza semplice implementare questo tipo di sistema. Per altre realtà può essere magari un po' più ostico capirne i meccanismi, ma sono convinto che sia un metodo di lavoro che può portare vantaggi a tutte le aziende.
Di fronte alla digitalizzazione le imprese italiane hanno approcci diversi, e non tutti positivi. Quali consigli vi sentite di dare per chi sta intraprendendo un percorso di innovazione?Il primo consiglio è semplice:
non aver paura di imparare nuove cose e di affrontare nuove sfide. È il principale consiglio che posso dare. Nel nostro caso specifico, se avessimo avuto paura di intraprendere la strada della blockchain non avremmo fatto niente... Avere la voglia di imparare ed approfondire nuove soluzioni è il fattore più importante.
Bisogna poi
avere partner di rilievo, come per noi è stato in questo caso Oracle. Avere un partner importante che ha skill su tecnologie nuove, o sa comunque come approcciarle, può fare la differenza tra portare un progetto alla sua conclusione o lasciarlo a metà.