La Francia punta ad un cloud computing più europeo

I cloud provider americani non danno abbastanza garanzie di privacy, spiega il ministro Le Maire. E parte una chiamata alle armi per le aziende tecnologiche franco-tedesche.

Autore: f.p.

Mossa decisa, almeno nelle intenzioni, della Francia nei confronti del predominio statunitense nel mondo cloud. Il Ministro dell'Economia Bruno Le Maire, secondo quanto riporta l'agenzia Reuters, ha spiegato che il Governo transalpino ha coinvolto alcune aziende ICT francesi per arrivare a definire un piano in questo senso. Tra i nomi citati esplicitamente ci sono Dassault Systemes ed il cloud provider OVH.

"Abbiamo chiesto a Dassault Systemes ed OVH di lavorare su questo e avremo i primi risultati il prossimo dicembre", ha spiegato Bruno Le Maire. In base a questi risultati, l'intenzione è "realizzare un cloud affidabile per conservare i dati più sensibili delle nostre imprese". Il progetto, secondo il Ministro, prevede una collaborazione franco-tedesca e potrebbe poi estendersi a livello dell'Unione Europea.

L'iniziativa nasce dal timore che il Governo statunitense possa consultare i dati che le aziende francesi conservano mediante i servizi dei cloud provider americani. In teoria questo non sarebbe possibile. Il timore della Francia è che però nuove leggi statunitensi potrebbero permetterlo.

Bruno Le Maire ha citato come esempio il CLOUD Act statunitense approvato l'anno scorso. Il - per esteso - Clarifying Lawful Overseas Use of Data (CLOUD) Act è una legge nata per adattare all'era del cloud computing le norme sulla richiesta di consultazione, da parte delle autorità, di informazioni conservate digitalmente. È soprattutto una evoluzione dello Stored Communications Act (SCA) di fine Anni Ottanta.


Il CLOUD Act nasce anche sull'esperienza di un confronto acceso tra FBI e Microsoft. I federali avevano chiesto la consultazione di dati conservati da un cittadino americano su Azure. Ma la consultazione era stata negata perché tali dati erano su server irlandesi, protetti quindi dalle norme europee sulla privacy e non da quelle USA. 

Il CLOUD Act chiarisce le condizioni per cui una consultazione del genere può (e deve) avvenire, quando sia necessaria per svolgere indagini. Comprende clausole di salvaguardia e riguarda principalmente le imprese ed i cittadini americani. Ma c'è il timore che leggi come questa possano essere usate anche oltre il loro raggio d'azione ideale.

Al momento non è chiaro come l'iniziativa del Governo e delle aziende tecnologiche francesi possa concretizzarsi. L'idea che sia necessario memorizzare certi tipi di informazioni aziendali all'interno della propria nazione è stata già ben recepita dalle imprese. Ed è alla base della nascita di diversi data center in Europa. L'impressione è che la Francia punti piuttosto a data center europei gestiti da aziende altrettanto europee.

È in obiettivo che favorirebbe, tra l'altro, lo sviluppo dei cloud provider nazionali o comunque europei. Che esistono, ma per ora non certo a livello dei grandi hyperscaler e quindi senza le loro economie di scala e capacità di investimento.

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