Uno dei campi applicativi più importanti per le tecnologie
Internet of Things è quello industriale. È anzi proprio partendo
da questo campo che l'IoT ha mostrato le sue potenzialità, rendendole evidenti al pubblico delle imprese. Anche perché, per molti versi, è dal mondo industriale
del M2M (Machine-to-Machine) che vengono le prime implementazioni della nuova logica IoT. Nonostante questo legame storico tra industria ed IoT, proprio molte applicazioni di Industrial IoT hanno mostrato come le aziende spesso
sottovalutino la complessità della "catena tecnologica" Internet of Things.
L'attenzione delle imprese, e anche di alcuni loro fornitori, si è cioè concentrata sui tasselli tecnologici iniziali e finali dell'IoT. A monte, sul
rendere i macchinari connessi e in grado di raccogliere molti dati operativi. A valle, sul cercare sistemi anche complessi di
analytics che
estraggano informazioni utili dai dati operativi stessi. Spesso manca un tassello tecnologico intermedio:
trasformare i dati grezzi in qualcosa che abbia davvero senso analizzare.
Parallelamente, spesso
manca una visione di insieme che inserisca - sin dai suoi primi passi - la digitalizzazione permessa dalle tecnologie IoT in una
strategia a lungo termine. Perché il valore più importante dell'IoT non è solo estrarre informazioni dal "campo", quale esso sia, ma anche
usarle per cambiare, in meglio, il modo in cui l'azienda lavora.
Pur essendo un'azienda relativamente giovane (segue la sua direttrice attuale da circa tre anni, è sul mercato da cinque)
Relayr mira a giocare un ruolo importante sotto entrambi questi punti di vista. Il suo asset tecnologico fondamentale è un
motore middleware che fa sostanzialmente da ponte - anche comprendendole - tra la parte di acquisizione dati e quella della loro elaborazione.
Intorno alla parte tecnologica ha costruito poi un'offerta di
competenze e servizi che aiutano le imprese a "vedere" l'IoT come una strada per sviluppare nuovi modelli di business. Relayr tra l'altro fa parte di Munich RE, il che dà ai suoi clienti l'opportunità di avere accesso a
strumenti finanziari ed assicurativi che altri operatori non hanno.
Relayr ha mantenuto la sua focalizzazione iniziale e si concentra principalmente - spiega
Francesco Cattaneo, Senior Account Executive della società in Italia - su chi produce macchinari o apparecchiature industriali, chi li gestisce e chi ne esegue la manutenzione. Sono
tre macro-categorie di aziende che possono avere interesse prima ad abilitare nuove funzioni di
monitoraggio delle apparecchiature. E poi, a medio-lungo termine, a sviluppare nuovi modelli di business basati sulla "
servitization" dei prodotti.
"Tutti i 'machine builder' sono sostanzialmente costretti ad affrontare questo passaggio", spiega Cattaneo. E infatti i casi d'uso che Relayr
ha già concretizzato riguardano clienti anche molto diversi fra loro. Spaziando da Flanders (motori per macchinari industriali) a Coborn (apparecchiature per la lavorazione dei diamanti) e a Grohe (per la parte Smart Home).
Anche
l'Italia è un mercato molto ricettivo, secondo Relayr, con semmai l'unico limite di "Sognare in grande e poi accorgersi che un processo di trasformazione
è fatto di tanti piccoli progetti da mettere insieme in maniera opportuna", evidenzia Cattaneo. Lo
spazio per crescere indubbiamente c'è, partendo in particolare dalle aziende italiane che esportano molto o che sono interessate ad innovare fortemente i loro processi.