La notizia è di questi giorni:
Vodafone ha avviato la
prima sperimentazione europea dell'approccio
OpenRAN alla realizzazione delle reti mobili. Lo ha fatto in un ambito commercialmente poco rilevante - le reti rurali - ma l'avvio della sperimentazione ha comunque un
valore molto significativo. Anche perché ha l'ambizione esplicita di modificare fortemente il mercato delle telecomunicazioni mobili.
Per capire l'importanza della decisione di Vodafone bisogna prima contestualizzare OpenRAN. E soprattutto da dove proviene. È una iniziativa del
Telecom Infra Project, un gruppo di circa cinquecento aziende collegate in vario modo all'ambito delle telecomunicazioni. Il gruppo è capitanato da Vodafone, Intel, Facebook, Nokia, Deutsche Telecom, Telefonica, BT Group. Altri grandi nomi sono Cisco, HPE, IBM, Microsoft, Qualcomm, Red Hat. Tra i
membri italiani troviamo Open Fiber, Telecom Italia, Politecnico di Torino, Tiscali.
Il TIP riunisce insomma un po' il gotha delle telecomunicazioni e dell'IT, aderendo ad una visione che vede i due ambiti ormai
strettamente integrati. Anche tecnologicamente. L'obiettivo generico del TIP è
ampliare al massimo il bacino di utenti dei servizi di telecomunicazioni. Andando cioè oltre i mercati più ricchi e consolidati, come Europa Occidentale e Stati Uniti. C'è in questo una componente di business, ovviamente, ma anche una sociale, partendo dal presupposto che essere "connessi" sia ormai un diritto di chiunque.
Il problema di fondo, nella visione del Telecom Infra Project, è che le leggi del mercato portano inevitabilmente gli operatori a connettere in rete
solo le zone redditizie. Quelle invece che in Italia definiamo "a fallimento di mercato" richiedono
interventi specifici. Che però non tutte le nazioni si possono permettere. È una questione di costi, in fondo. Realizzare una rete mobile richiede investimenti notevoli, che gli operatori hanno la necessità di
recuperare relativamente in fretta. Se non c'è la certezza di poterlo fare le reti non si realizzano. O si cercano
strade per farlo a costi ridotti.
Standardizzare per risparmiare
Alla base di OpenRAN c'è l'idea che parte dei costi legati alla realizzazione di una rete mobile derivi dalla
concentrazione del mercato dei produttori di apparati. C'è in sostanza poca concorrenza fra loro, perché le alternative ai grandi nomi sono molto limitate. E lo scenario non sembra migliorare, per
varie ragioni. Se invece fosse possibile a molte più aziende produrre hardware e software per le telecomunicazioni, ritiene il TIP, i costi calerebbero sensibilmente.
Partendo da questo assunto, il Telecom Infra Project intende in sostanza portare al mondo delle TLC lo stesso approccio che
abbiamo già visto nel mondo del computing. Qui siamo passati da grandi sistemi fatti quasi su misura - i
mainframe - e molto costosi a interi data center realizzati con server, storage e networking tutti più o meno
uguali e standardizzati, che singolarmente costano diversi ordini di grandezza in meno. E questo ha modificato drasticamente il mercato del computing.
Così il TIP ha creato alcuni gruppi di lavoro che cercano di definire approcci ed architetture standard per le reti mobili. In particolare per le parti di
accesso radio, backhauling, core network. OpenRAN è la principale iniziativa che fa parte del primo ambito (RAN sta per Radio Access Network). È nata nel 2017 ed è capitanata da Vodafone ed Intel.
Più in dettaglio, OpenRAN prevede lo sviluppo di soluzioni per la parte di accesso radio che siano basate su hardware standard. Basate cioè su
processori o SoC (System on a Chip) standard, non su chip mirati in modo specifico alle telecomunicazioni e, di solito, proprietari. Il vantaggio per i produttori sta nel fatto che i processori standard si possono acquistare ed implementare con più semplicità e spendendo meno.
Eventuali loro limiti per le TLC si superano usando componenti accessori sempre standard, come le FPGA programmabili, e soprattutto
puntando sul lato software. Anche questo standardizzato e disaccoppiato dalle caratteristiche specifiche dell'hardware sottostante.
OpenRAN: infrastrutture modulari
L'approccio OpenRAN definisce
architetture standard per la parte hardware e software di tutti i componenti della parte di accesso radio delle reti mobili. La conseguenza principale è che qualsiasi prodotto realizzato secondo queste specifiche è sicuramente ben funzionante. E
compatibile con altri realizzati secondo gli standard OpenRAN. Idealmente, poi, è anche molto più economico dei prodotti non-OpenRAN.
Un ipotetico operatore può quindi acquistare i componenti della sua RAN dai fornitori che preferisce o che trova più convenienti. Con la certezza di
poterli assemblare e far funzionare insieme senza problemi. Il vantaggio di OpenRAN sta in questa elasticità nella costruzione delle infrastrutture di rete. Elasticità che adesso non esiste, perché di solito gli operatori evitano rischi di interoperabilità
creando infrastrutture omogenee. Usando cioè per un particolare ambito quasi esclusivamente prodotti dello stesso fornitore.
Ma
a che punto siamo nell'affermazione di questo ipotetico modello? Il nuovo progetto di Vodafone fa notizia proprio perché concretizza in modo importante la promessa di OpenRAN. Già
circa un anno fa Vodafone e Telefonica avevano completato una loro selezione di prodotti standard OpenRAN, arrivando a coinvolgere produttori (Mavenir, Parallel Wireless, Altiostar)
ben diversi dai soliti noti. Ma questi prodotti erano stati usati per progetti in nazioni non proprio di primissimo piano.
Ora però Vodafone
porta OpenRAN in Europa e ne dimostra concretamente i vantaggi. Mostra cioè che l'approccio "open standard" permette di coprire con nuove reti aree che sinora
non erano economicamente significative. E la promessa è quella di replicare l'esperienza anche in altre nazioni europee.
È vero che oggi l'attenzione di tutti è rivolta al 5G e OpenRAN
si ferma per ora al 4G (c'è un progetto parallelo OpenRAN 5G NR, ma non è altrettanto avanzato). Ma la lezione di Vodafone è che gli operatori possono
cercare nuovi business anche senza buttarsi esclusivamente nella pericolosa arena del 5G. Che ha per ora costi certi e ritorni
tutti da verificare.