Grandi novità in casa Cloudera. In primo luogo, da circa tre mesi alla guida della filiale italiana della società di San Francisco vi è
Yari Franzini, Regional Director. Che inquadra subito il perimetro dell’azienda a oggi: a poco più di dieci anni dalla sua nascita, Cloudera ha ormai da tempo spiccato il volo oltre la dimensione della startup, e dispone di oltre
3mila persone in tutto il mondo, con presenza in 85 Paesi e oltre 2mila clienti tra le aziende più grandi a livello globale. “
Finance, energy e utility sono i mercati sui quali siamo storicamente presenti anche in Italia, dove stiamo sviluppando in ottica Industria 4.0 gli ambiti manufacturing e automotive, con gli sviluppi connessi al tema dell’autonomous drive, oltre ad avere un occhio di riguardo anche per il Public Sector”, spiega Franzini.
Simili ma complementari
Un’altra novità è che
“in un arco di tempo abbastanza ridotto, cioè in poco più di nove mesi dall’integrazione di Cloudera con Hortonworks, quello che era il nostro principale concorrente, abbiamo proceduto a reingegnerizzare la nostra piattaforma in ottica cloud”, prosegue Franzini, sottolineando che “
le due aziende erano simili come prodotti e mercato ma complementari, ed è anche per questo che la nuova Cloudera Data Platform non è un semplice ‘cut and paste’ delle offerte di entrambi ma una fusione delle due linee di prodotto, che verrà presentata ufficialmente nelle prossime settimane in un evento che vedrà per la prima volta la presenza sia dei clienti sia dei partner”.
Il management team di Cloudera per l'Italia
L’Enterprise Data Cloud
Ma quello che conta oggi, ribadisce Franzini, è quello di trarre valore dai dati, soprattutto in relazione alla enorme quantità di informazioni oggi disponibile: “
si parla di big data, e non da ieri, ma in molte aziende prevalgono ancora i silos e le applicazioni legacy, alle quali si cerca di porre rimedio con lo ‘shadow IT’, ovvero l’approvvigionamento di risorse in maniera autonoma bypassando l’IT aziendale, fenomeno che alla fine genera ulteriori silos”. Questo scenario “
impone una riflessione su come andare a gestire al meglio questi dati distribuiti in azienda se non si dispone delle tecnologie adatte".
È proprio qui che "
si innesta l’annuncio della nostra Cloud Data Platform, che rientra nel nostro concetto di Enterprise Data Cloud, cioè sostanzialmente una offerta PaaS, Platform as a Service, che sposa la filosofia cloud al 100%, ovvero privato, pubblico, ibrido o multicloud, in moda da prescindere da dove il dato effettivamente si trovi, consentendo alle aziende di muoversi senza problemi nella loro evoluzione cloud in base alle logiche di business e di spending”, sottolinea Franzini, spiegando che “
inizialmente disponibile sul cloud pubblico di Aws, sarà successivamente presente anche su Microsoft Azure e su Google", mentre una versione software on-premise, chiamata CDP Data Center, sarà disponibile nel corso dell’anno.
All’interno della Cloud Data Platform, dettaglia l'azienda, vi sono tre
nuovi servizi cloud, tutti di tipo cloud native e con accesso sicuro e self-service ai dati aziendali: in primo luogo
Cloudera Data Warehouse, che facilita e velocizza l’implementazione di data warehouse per gruppi di business analyst; vi è poi
Cloudera Machine Learning, che semplifica l’adozione di workspace collaborativi di machine learning per team di data scientist; e infine
Cloudera Data Hub, un servizio di gestione e analisi dei dati che permette a responsabili IT e sviluppatori di realizzare applicazioni di business personalizzate per supportare molteplici casi d’uso.
Yari Franzini, Regional Director Italy di Cloudera
A tutto open source
Inoltre, con gli apporti derivanti dal merge con Hortonworks, la cui integrazione,
annunciata esattamente un anno fa, a ottobre 2018, si è poi conclusa ufficialmente
a gennaio di quest’anno, la proposta di Cloudera si è rafforzata negli ambiti riguardanti
l’IoT, la cybersecurity e il Machine Learning, con la possibilità di mantenere in sicurezza i dati dall’edge fino al data center, che sia remoto oppure on premise, applicandovi
algoritmi di ML in logica “edge to AI”. Franzini tiene anche a sottolineare un altro aspetto che qualifica la Cloud Data Plaform: “
è una piattaforma 100% open source, cosa che per noi significa in primo luogo innovazione continua, con apertura agli sviluppi anche del cliente stesso o di terze parti, e soprattutto grande flessibilità”.
Non solo: tra gli altri sviluppi previsti dalla roadmap della Cloud Data Platform, vi è anche un’
ulteriore iniezione di Intelligenza Artificiale, derivante dalla recente acquisizione di Arcadia Data, che era “
già da tempo partner di riferimento di Cloudera, con le funzioni di Machine Learning destinate ad aumentare la qualità del dato e la discovery, apportando valore anche nella parte di data warehousing”, sottolinea
Cristina Viscontino, Senior sales engineer di Cloudera Italia.
Canale al top
Infine, la strategia di canale:
Christian Violi, Channel e alliances manager di Cloudera per Italia e Spagna, esordisce sottolineando che “
a livello Emea il nostro Paese è al primo posto per numero di certificazioni, e forse dietro solo all’India a livello mondiale”, e questo consente “
un notevole contributo al business: in Italia siamo al primo posto come partner contribution in percentuale sui nostri risultati complessivi”.
L’ecosistema di canale Cloudera è strutturato su
tre tier: in cima vi sono
tre partner strategici, denominati Strategic Alliances, mentre al secondo posto vi sono
12 Managed Partner, gestiti in modo proattivo, che precedono gli
Emerging Partner, ovvero quelli che hanno cominciato a investire su Cloudera: in totale, in Italia, vi sono attualmente
110 partner. Riguardo alla rivendita, oltre ad alcuni partner globali con accordi permanenti, tutti i partner locali possono rivendere le subscription Cloudera tramite il
distributore unico Tech Data.