Scatta l’ora del modello “consumption based”, con un programma inedito che permette anche “in casa” la flessibilità pay-per-use, la scalabilità dinamica e la semplicità operativa tipiche del cloud
Autore: Edoardo Bellocchi
È sempre più l’ora dei modelli di business “consumption based”. E NetAppnon si sottrae a questa tendenza, rilanciando ulteriormente con l’offerta Keystone: non si tratta di una nuova tecnologia, ma di una modalità per “rendere il più possibile simile al cloud, cioè ‘cloud like’, come si sente dire sempre più spesso, l’esperienza on premise dei nostri clienti che non intendono andare sul cloud”, sintetizza Marco Pozzoni, Country Sales Director di NetApp Italia, nel presentare a Milano le ultime novità del colosso dello storage. Ma, prima di entrare nel dettaglio di Keystone, c’è il tempo per inquadrare la nuova offerta nello scenario tecnologico e di mercato.
Strategia cloud oriented
Come ha ricordato Pozzoni, NetApp “sta lavorando da tanti anni a una strategia cloud oriented: inizialmente eravamo un attore storage tout court, ma nel corso degli anni ci siamo trasformati molto, andando a collaborare sempre più con i vari cloud provider. Ma non tutti i clienti vogliono andare interamente sul cloud, e le novità che abbiamo appena introdotto sono proprio volte a soddisfare questo tipo di esigenze”.
Naturalmente il cloud non viene messo in secondo piano, ma si vuole arrivare a coprire tutto lo spettro delle possibilità, anche quelle offerte dal cloud ibrido. A questo proposito, Pozzoni ribadisce, oltre che la centralità del Canale nella strategia di mercato di NetApp, anche quella dei cloud provider, In quanto “una strategia cloud non ha senso di esistere se non si hanno partnership con i provider, intendendo con questo la presenza di accordi molto stringenti tra le due parti sui quali i cloud provider non solo rivendono le nostre tecnologie ai loro clienti, ma le utilizzano all’interno dei propri data center, per erogare i servizi in modo nativo”.
Marco Pozzoni di NetAppMotivi di orgoglio
Si sta parlando dei tre grandi cloud provider, ovvero AWS, Google Cloud e Microsoft Azure: a quest’ultimo riguardo, Pozzoni sottolinea che "se AWS e GCP hanno deciso di commercializzare il servizio offerto con le tecnologie NetApp come 'Cloud Volume Services', Microsoft si è spinta più in là chiamando l’offerta ANF, ovvero Azure NetApp Files, riconoscendo il valore aggiunto dato dall’utilizzo delle tecnologie NetApp”.
Ma c’è anche un altro motivo di soddisfazione per NetApp: nel primo Magic Quadrant rilasciato recentemente da Gartner sul Primary Storage, che unifica quelli precedenti relativi allo storage ibrido e a quello flash, “NetApp è stata collocata nella parte migliore, ovvero quella più in alto a destra”, racconta Pozzoni, evidenziando anche il fatto che “viene citata l’integrazione che OnTap fornisce tra il sottosistema storage e il mondo cloud dei maggiori provider”.
Il data fabric
La novità di Keystone viene inquadrata anche dalle parole di George Kurian, Ceo di NetApp: “nell'ambiente odierno, il cloud rappresenta il benchmark per la Customer Experience. Abbiamo creato e offerto la strategia di data fabric per semplificare e modernizzare i data center e consentire il successo nell'era del cloud ibrido. Le soluzioni che stiamo presentando oggi sono un'estensione di quella filosofia: i nostri nuovi modelli di consumo flessibile faranno a livello di business ciò che il data fabric ha fatto per semplificare e integrare l'infrastruttura dati.” Aggiunge Pozzoni: “data fabric non significa certo eliminare il data center al 100 per cento, quanto fare uso più consapevole delle risorse, non solo di quelle interne ma anche di quelle esterne”, spiegando che “quello del data fabric hybrid multicloud è il concetto sul quale oggi puntiamo, e se vogliamo ‘data fabric’ è un’espressione coniata da NetApp. Ma se quattro anni fa data fabric era una visione, oggi ci sono tutte le tecnologie che ci permettono di rimuovere la fisicità del dato e danno modo al cliente di realizzare concretamente questa visione”.
Roberto Patano di NetAppTutto parte dal cloud
In questo quadro si inserisce NetApp Keystone, ovvero un programma che offre una serie di soluzioni flessibili per i clienti, che decidano di costruire o di acquistare le loro infrastrutture cloud, on o off-premise. Keystone offre l'agilità, la flessibilità pay-per-use, la scalabilità dinamica e la semplicità operativa di cui i clienti hanno bisogno per essere in grado di utilizzare il cloud in base alle proprie condizioni. Ci pensa Roberto Patano, Senior Manager Solution Engineer di NetApp Italia, a illustrare nel dettaglio le caratteristiche delle nuove offerte: “si parte dal concetto chiave che la trasformazione parte dal cloud, cioè di come il cloud va a utilizzare le risorse in modalità semplice, flessibile e automatizzata, e Keystone permette di gestire tutto come cloud, che si tratti di risorse di cloud pubblico oppure siano on premise. All’interno di Keystone ci sono già basi annunciate da tempo, come i servizi NetApp sofferti dagli hyperscaler come Azure, Google Cloud, AWS e Alibaba. Ma oggi chi vuole quel tipo di servizio semplice e flessibile ma on premise potrà utilizzare i nuovi servizi di subscription offerti da Keystone”.
Da Capex a Opex
In sostanza, non si ragiona più in termini di tipologia di hardware ma di performance, con tre diversi livelli dai quali si può scegliere, un po’ come si fa oggi con Azure o AWS, in un consumption model nel quale la proprietà rimane tutta a NetApp, trasformando le scelte tecnologiche da Capex in Opex. Tra le altre caratteristiche principali di Keystone vi sono la flessibilità di combinare acquisti e metodi di pagamento degli abbonamenti; la capacità di implementare qualsiasi servizio NetApp in qualsiasi ambiente: on-premise, cloud e ibrido; e infine la libertà di scegliere le modalità di gestione: tramite NetApp, un partner o internamente. “Portiamo l’esperienza del cloud all’interno del cliente, e questo in Italia può essere molto interessante per molte aziende in quanto non si tratta di un semplice approccio finanziario in stile leasing, ma una modalità totalmente diversa, visto che mi i sistemi sono fisicamente presenti presso il cliente che però sceglie il servizio, con un minimo contrattuale di un anno”, conclude Roberto Patano.
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