Il
mobile computing è un tema allo stesso tempo di grande attualità e poco trattato. Sembra quasi passato in secondo piano perché non se ne parla più in maniera specifica. Ma in realtà questo è il destino di tutte le tecnologie e le piattaforme che diventano fondamentali. Il mobile è talmente chiave che
è usato per fare qualsiasi cosa. Tanto da essere diventato praticamente trasparente. Non pensiamo che stiamo "facendo" mobile computing perché questo è diventato la principale forma di computing per la maggioranza di noi.
Partendo da questo presupposto,
Forrester - nello specifico Thomas Husson, VP, Principal Analyst - ha cercato di
immaginare quali saranno le principali
evoluzioni del mobile computing nel 2020. Non tanto dal punto di vista tecnologico. Quanto piuttosto di come le aziende
faranno propri i concetti del mondo mobile. Molte delle previsioni pubblicate sono legate al mobile marketing. Alcune però possono essere estese a qualsiasi applicazione mobile.
La previsione più importante è che il mobile
sarà il catalizzatore di una parte cospicua della trasformazione digitale. Perché ha già introdotto un cambiamento fondamentale: il cliente va servito nel contesto che preferisce. E oggi questo contesto è il mobile. Ciò significa che le aziende devono adattare molti loro processi a
dinamiche diverse e più veloci. Sono i temi, tra l'altro, dello sviluppo agile e di
DevOps.
In questo scenario, il mobile diventa anche
la colla che connette su larga scala nuove tecnologie, spiega Forrester. Gli assistenti vocali, la realtà aumentata, i chatbot... sono esempi di tecnologie che si stanno diffondendo prevalentemente su smartphone. Come anche lo sviluppo di veri e propri
ecosistemi tecnologici incentrati su applicazioni di messaging. Che stanno diventando piattaforme estese. Come lo è già WeChat e come cercano di diventare WhatsApp o Facebook Messenger.
Mobile: che cosa manca
Chiaramente, la crescita inarrestabile del mobile come "ambiente" onnicomprensivo presenta anche
problemi da risolvere. Uno, più tecnico, riguarda la necessità di trovare piattaforme e approcci di sviluppo su cui convergere. Oggi, secondo Forrester, ce ne sono troppi. E il risultato sono
app troppo diverse tra loro, dal funzionamento non coerente.
Una seconda questione riguarda la
privacy dei dati raccolti via mobile. Un canale che è diventato preponderante tra quelli attraverso cui le imprese cercano di "conoscerci". La strada da seguire è quella della
privacy by design.
Forrester sottolinea che nel 2020 ci saranno anche
trend tecnologici che non si concretizzeranno. Nonostante se ne parli molto e da tempo. In primis il
5G, la cui diffusione di massa è ampiamente
ancora da venire. Poi la
realtà virtuale, che resta un fenomeno di nicchia fuori dalle applicazioni aziendali. Infine l'
AI conversazionale: di chatbot che funzionano ce ne sono molti, spiega Forrester, ma da lì a considerarli intelligenze artificiali che dialogano con noi ce ne passa.