Uno studio del
Capgemini Research Institute rileva che l’adozione delle
smart factory nel settore automobilistico è maggiore rispetto ad altri comparti, con un incremento stimato negli investimenti di oltre il 60% nei prossimi tre anni e un conseguente
aumento della produttività superiore ai 160 miliardi di dollari.
Il report, condotto intervistando aziende di undici Paesi con fatturato di oltre un miliardo di dollari e dal titolo “
How automotive organizations can maximize the smart factory potential”, analizza la diffusione delle smart factory tra gli OEM e i fornitori: se da un lato sia i livelli di investimento previsti sia i guadagni in termini di produttività relativi alle smart factory sono significativi, dall’altro
solo una minoranza delle aziende automobilistiche è pienamente pronta a trarre i benefici dalla loro diffusione su larga scala.
Dall’analisi di Capgemini,
il 72% delle aziende automobilistiche rientra nella categoria dei “principianti”, cioè quelle che non si trovano nella posizione di cogliere le opportunità offerte dalle smart factory, mentre appena il
10% in quella dei “frontrunner”, ovvero quelle aziende che sono pronte a cogliere il pieno potenziale delle smart factory su larga scala. Per i prossimi cinque anni, il settore automotive ha in cantiere dei piani ambiziosi per
convertire un ulteriore 44% delle proprie fabbriche in impianti smart, seguito dal comparto discrete manufacturing con il 42%, dal quello del process manufacturing con il 41%, dalle industrie dell’energia e dei servizi pubblici con il 40% e da quelle dei prodotti di consumo con il 37%.
Ma il dato più rilevante è che
entro il 2023 le smart factory potrebbero ottenere un aumento della produttività compreso tra i 135 miliardi di dollari (scenario medio) e i 167 miliardi di dollari (scenario ottimistico): si tratta di un miglioramento annuo del 2,8-4,4% e di un aumento complessivo della produttività del 15,1-24,1% per l’intero settore. È però anche vero che se il settore auto ha fissato rigidi obiettivi in termini di KPI per le proprie smart factory, questi sono ben lungi dall'essere raggiunti:
il target legato al miglioramento della produttività del 35% è stato raggiunto solo per il 15% e c'è stato solo un miglioramento dell'11% nell’Overall Equipment Effectiveness (OEE) e nella riduzione delle scorte, nonostante gli obiettivi prefissati fossero rispettivamente del 38% e del 37%.
“Le iniziative di smart factory delle aziende automobilistiche hanno riportato progressi maggiori del previsto negli ultimi due anni e il ritmo di adozione è destinato ad aumentare. Oggi, gli OEM e i fornitori stanno investendo significativamente e possiamo aspettarci che questi investimenti daranno i loro frutti entro il 2023, portando a incrementi di produttività annuali non inferiori al 2,8-4,4%", ha dichiarato
Eraldo Federici, Manufacturing, Consumer Product, Retail&Distribution Director, Capgemini Business Unit Italy.
"Le aziende automobilistiche sono quindi chiamate a investire sulle competenze, sulla strategia tecnologica e sull'impegno organizzativo da implementare su larga scala, in modo da ottenere tutti i vantaggi offerti dalle smart factory. Nonostante esse siano una parte fondamentale dell'Intelligent Industry, OEM e fornitori devono anche concentrarsi sulle smart operations, tra cui la gestione intelligente degli asset, la smart supply chain e la gestione dei servizi per sbloccare completamente il potenziale delle varie tecnologie".