Effetto coronavirus sul mondo ICT

L'epidema cinese del coronavirus 2019-nCoV ha anche un lato "tecnologico": sta colpendo indirettamente vari aspetti del mercato ICT

Autore: f.p.

L'epidemia del coronavirus 2019-nCoV identificato a Wuhan, in Cina, è prima di tutto una emergenza medica, ovviamente. Ma sta avendo conseguenze significative anche sul mondo della tecnologia, data l'importanza che la Cina vi riveste. In particolare per la supply chain dei principali grandi vendor, ma anche più in generale. L'effetto coronavirus per l'ICT sta agendo in varie direzioni. Ecco le principali, in ordine di evidenza per noi che consideriamo la vicenda dal punto di vista europeo.

Gli eventi europei di settore

(Aggiornamento del 12.02.2020 - Il Mobile World Congress 2020 è stato ufficialmente cancellato) Più persone vengono a contatto in spazi chiusi, maggiore è la probabilità di un qualsiasi contagio. Vale ovviamente anche per il coronavirus di Wuhan, vale anche per gli eventi del settore tecnologico. Quelli europei più vicini, e che tradizionalmente raccolgono migliaia di persone, sono ISE 2020 ad Amsterdam e il Mobile World Congress di Barcellona.

Entrambi gli eventi hanno già registrato la defezione di aziende anche importanti. La motivazione in generale è evitare che dipendenti e visitatori possano avere anche il minimo rischio di contagio. Le aziende cinesi e, per estensione, quelle asiatiche sono poi guardate con maggiore prudenza. E ovviamente sono molte nel settore tecnologico, tra quelle più note e quelle minori che usando proprio i grandi eventi internazionali per raggiungere un gran numero di clienti potenziali.

Tra le aziende di primo piano che hanno deciso di non partecipare al MWC ci sono Amazon, Nvidia, LG Electronics (che non sarà nemmeno a ISE), ZTE (parzialmente), Sony, Ericsson. ISE inizia domani e la situazione è per questo definita. Per MWC 2020 c'è ancora tempo, quindi è prevedibile che altre aziende decideranno di ritirarsi.


Di fronte a questa situazione gli organizzatori dei grandi eventi si stanno muovendo per tranquillizzare il mercato. Con mosse dal valore pratico quantomeno variabile. In questi giorni il MWC ha ad esempio stabilito alcune norme cautelative specifiche. Non saranno ad esempio ammessi visitatori provenienti dalla provincia dello Hubei, di cui Wuhan è la capitale. Il che è però automatico, visto che quella provincia è già in quarantena da tempo.

Inoltre, chi è stato in passato in Cina deve dimostrare di essere stato fuori da quel Paese per almeno due settimane prima del MWC. Per evitare di ammettere persone contagiate ma asintomatiche. In generale, tutti i visitatori dovranno auto-certificare di non essere stati in contatto con alcuna persona contagiata dal coronavirus.

Il coronavirus e la supply chain dell'ICT

Meno evidente ma molto più importante è l'effetto che il coronavirus sta avendo sulla catena produttiva di molti vendor tecnologici occidentali. Più che il virus in sé, a turbare la supply chain globale sono le misure anti-contagio. In particolare una: chiudere le grandi fabbriche in alcune zone della Cina.

A soffrire di più sono le aziende che utilizzano componenti prodotti o assemblati nello Hubei. Ma anche altre zone della Cina hanno stabilimenti chiusi. Sia perché ci sono casi isolati di infezione anche fuori dallo Hubei. Sia perché il Governo cinese ha prudenzialmente chiuso le fabbriche in cui le condizioni di lavoro presentano i maggiori rischi di contagio. Tra le aziende colpite da questi provvedimenti ci sono Pegatron e Foxconn, che forniscono praticamente tutti i grandi nomi dell'ICT.

La conseguenza è che molte aziende occidentali stanno avendo problemi nella loro supply chain. Come anche molte asiatiche che vendono nelle nostre nazioni. In queste settimane sono stati segnalati problemi da Nintendo come da Tesla, da Facebook come da Asus. E chi non ha segnalato problemi non è detto che non ne abbia.

La situazione non è detto che migliori a breve. Il Governo cinese non sembra avere alcuna intenzione di riaprire le grandi fabbriche prima del tempo. C'è anche da considerare che muoversi da e verso la Cina - e al suo interno, da e verso certe province - ora è fortemente sconsigliato. A livello internazionale alcune linee aeree hanno proprio cancellato i voli da e verso la Cina. Tutto questo non aiuta certo la normale attività di qualsiasi settore produttivo. ICT compresa.

Gli effetti a medio termine

Questa è la situazione attuale. Cosa c'è da aspettarsi nel prossimo futuro? Difficile dirlo, perché la situazione è ancora indefinita per molti versi. Questa è la fase peggiore: c'è una epidemia di un virus che conosciamo poco e per cui non abbiamo ancora una terapia. Nessuno ha quindi risposte precise da dare, il che aggrava la percezione del problema. Aziende e Governi preferiscono ovviamente essere troppo prudenti e non troppo poco. Quindi, per alcune settimane ancora è difficile che lo scenario cambi.

Cambierà in peggio se l'epidemia diventerà una pandemia. Ossia se il virus, per contagio, non circolerà solo nello Hubei e in Cina ma di distribuirà liberamente in tutto il globo. Cosa che secondo i più pessimisti sta già accadendo. A quel punto le misure prudenziali saranno molto probabilmente intensificate ovunque.

Lo scenario si potrà stabilizzare solo se il coronavirus 2019-nCoV sarà contenuto là dove l'epidemia è esplosa. O quando sarà stata sviluppata una terapia per chi lo contrae. Chi è interessato a monitorare la situazione può farlo con aggiornamenti quotidiani.

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