I principali operatori mobili europei
condivideranno i propri dati per aiutare la lotta alla pandemia da coronavirus. Lo
riporta Reuters, indicando come coinvolti ben otto operatori mobili. Si tratta di A1 Telekom Austria, Deutsche Telekom, Orange,
Telecom Italia, Telefonica, Telenor, Telia,
Vodafone. La condivisione dei dati è con la Commissione Europea. E ha il fine di
monitorare lo spostamento delle persone, per trarre informazioni utili sull'andamento della pandemia.
L'approccio è simile a quello già usato in alcune zone d'Italia. Ed è, secondo le autorità UE, rispettoso della privacy dei singoli. I dati raccolti dagli operatori
sono anonimizzati e aggregati. Quindi, in teoria, non è possibile seguire gli spostamenti di una singola e ben identificata persona. Inoltre, i dati aggregati saranno
cancellati una volta terminata l'emergenza.
In alcune nazioni la sorveglianza via smartphone è stata usata per combattere l'epidemia. E con successo, secondo i suoi fautori. L'esempio più citato è quello della
Corea del Sud. Qui gli spostamenti delle persone positive al coronavirus
sono stati addirittura resi pubblici in dettaglio. In modo che chiunque potesse capire se aveva avuto la possibilità di incontrare una persona contagiata. E sottoporsi ai necessari controlli.
Sono stati proposti vari approcci per il tracciamento delle persone contagiate. L'utilizzo aggregato dei dati di posizione degli smartphone è solo uno dei tanti possibili. In Corea del Sud sono state usate anche
le transazioni delle carte di credito e le riprese delle telecamere di sicurezza.
A
Singapore è stata distribuita un'app - TraceTogether - che
teneva traccia delle interazioni tra chiunque l'avesse sul suo smartphone. Usando Bluetooth rilevava il contatto ravvicinato tra due o più persone. E lo memorizzava per future consultazioni, nel caso una di esse risultasse poi contagiata. Singapore ha anche deciso di cedere in open source la tecnologia alla base dell'app. Per questo è nato il
progetto BlueTrace, in via di
finalizzazione.
La collaborazione tra operatori mobili e Unione Europea ha destato qualche
perplessità, nonostante le promesse di trasparenza. Secondo lo
European Data Protection Supervisor (EDPS), i dati dovrebbero essere consultati solo da tecnici, come gli epidemiologi. E dovrebbero essere chiari i tempi e le modalità in cui la raccolta dei dati viene bloccata, alla fine dell'emergenza.