Gran parte delle aziende, specie più grandi e digitalmente evolute, ha scelto la strada del
cloud ibrido. È quella che combina, per loro,
le caratteristiche più importanti dell'IT tradizionale e della "nuvola". Da un lato la familiarità, la privacy e il controllo dell'on-premise. Dall'altro l'elasticità, l'innovazione e la vasta gamma di funzioni del mondo as-a-Service. Applicativo, PaaS o infrastrutturale poco importa.
Per molte imprese, però, il cloud ibrido presenta un
problema di coerenza nella gestione delle risorse. I requisiti di un dato workload, ad esempio un'applicazione, in teoria non cambiano se questo è on-premise o in cloud. Ma cambiano i modi e gli strumenti con cui quei requisiti devono essere soddisfatti. Perché on-premise e cloud
restano due ambienti diversi. Forse sempre più simili come approcci, ma comunque ancora distinti.
Questo vale in particolare per la parte
networking. Parte le cui caratteristiche si riflettono in definitiva sulle performance delle applicazioni e dei servizi digitali.
Non è banale replicare in cloud quello che già si fa on-premise. Servono strumenti che abbiano visibilità su entrambi i mondi. E tecnologie che permettano a questi mondi di interoperare.
Cisco e
Google hanno lavorato in questo senso e sono arrivate ad una nuova piattaforma che mira a unificare la gestione delle reti fisiche con il cloud ibrido. Si chiama
Cisco SD-WAN Cloud Hub with Google Cloud. E in estrema sintesi permette di eliminare le distinzioni tra on-premise e cloud nel provisioning delle risorse di rete. Specificamente, in funzione delle
caratteristiche di rete (banda, latenza...) richieste dalle applicazioni.
L'idea di fondo è fornire una piattaforma che permetta di
considerare come una rete unica l'insieme di connessioni che fanno capo ad un ambiente di cloud ibrido. Quindi tanto la WAN dell'azienda utente quanto l'
infrastruttura di Google. Questo fa in modo che le policy e i requisiti di rete associati ad una applicazione possano essere
applicati ovunque. In maniera automatica e trasparente.
In questo modo -
spiega Shailesh Shukla, VP and GM Networking di Google Cloud - "
si combinano le funzioni SD-WAN evolute di Cisco con il backbone software-defined di Google". E le aziende utenti "
ottengono una rete end-to-end che non solo ottimizza la connettività tra [i nodi decentrati] e il cloud, ma fornisce anche telemetria per la diagnostica e il troubleshooting".
"
Oggi le applicazioni -
spiega poi
Sachin Gupta, SVP Product Intent-Based Networking Group di Cisco -
non hanno modo di indicare in maniera dinamica le richieste di SLA alla rete sottostante. Con questa nuova integrazione, potranno richiedere le necessarie risorse di rete pubblicando i loro dati nella Google Cloud Service Directory. La rete potrà usare questi dati per auto-configurarsi in base alle policy SD-WAN più opportune".
Questa integrazione vale anche in senso inverso. La parte di monitoraggio delle performance della rete (vManage, per Cisco) può decidere autonomamente, in tempo reale, come instradare il traffico di una data applicazione
in funzione dei dati di telemetria. E se il focus di Cisco e Google è molto sulle prestazioni del cloud ibrido, la trasversalità di Cisco SD-WAN Cloud Hub with Google Cloud vale in generale. Specie per
l'orchestration e la
sicurezza.