Su questo numero di Impresa City Magazine sono presenti, come sempre,argomenti che lasciano spazio a una serie di riflessioni di grande attualità . Non poteva mancare uno spazio dedicato a WannaCry, il ransomware destinato a restare negli annali del cybercrime
Autore: Redazione ImpresaCity
Su questo numero di Impresa City Magazine sono presenti, come sempre,argomenti che lasciano spazio a una serie di riflessioni di grande attualità. Non poteva mancare uno spazio dedicato a WannaCry, il ransomware destinato a restare negli annali del cybercrime, sia per la globalità delle aree colpite, sia per gli effetti procurati. Dobbiamo rassegnarci: attacchi di questo tipo, se non più intensi, sono destinati a ripetersi. Un episodio annunciato, innanzitutto, quello di WannaCry.
All’inizio dell’anno tutte le aziende di security si erano espresse molto chiaramente, affermando che il ransomware si stava imponendo come il malware più diffuso e temibile: “Il 2017 sarà l’anno del ransomware”, si era dichiarato senza mezzi termini.
Per l’ennesima volta, WannaCry dimostra che la gestione del rischio è tutto: coloro che nelle settimane precedenti avevano provveduto alle patch di Windows e agli aggiornamenti delle soluzioni di sicurezza non hanno subito danni. Se da una parte l’evento conferma l’estrema pericolosità delle attuali organizzazioni cybercrime, dall’altra dimostra che nulla deve essere sottovalutato e che è indispensabile mettere in atto tutte le misure più adeguate: aggiornando i sistemi di sicurezza perimetrale e di endpoint, ed eliminando, dove necessario, il parco macchine non più difendibile, in quanto obsoleto o non più supportato da aggiornamenti, senza mai dimenticare che tutti i dispositivi, di ogni ordine e grado, non solo i Pc, nel momento in cui sono collegati in rete, diventano potenziali vettori di attacco (non è un caso, per esempio, che nella propagazione del ransomware all’interno del sistema sanitario inglese un ruolo lo abbiano avuto sistemi medicali che utilizzano Windows Xp).
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