La sanità deve virare verso il digitale

La tecnologia svolge un ruolo vitale per i fornitori di assistenza sanitaria, dal personale in prima linea ai team amministrativi, e può aiutarli a concentrarsi meno sui compiti ripetitivi e più sulla cura del paziente. Affinché però che si verifichi un vero cambiamento, i sistemi sanitari devono abbracciare la trasformazione digitale. Il parere di PFU Emea in Italia

Autore: Redazione ImpresaCity

Ogni situazione di profonda crisi determina una carenza di risorse: il settore dell’assistenza sanitaria non ne è esente. Anche nei periodi più tranquilli, l'invecchiamento della popolazione, i finanziamenti limitati, le richieste di continui miglioramenti nella cura dei pazienti rappresentano sfide significative.
“La tecnologia svolge un ruolo vitale per i fornitori di assistenza sanitaria, dal personale in prima linea ai team amministrativi, e può aiutarli a concentrarsi meno sui compiti ripetitivi e più sulla cura del paziente. Ma non può essere introdotta ad hoc. Affinché si verifichi un vero cambiamento, i sistemi sanitari devono abbracciare la trasformazione digitale”, sostiene Massimiliano Grippaldi, Regional Sales Manager di PFU Emea Limited in Italia. 

Assistenza sanitaria
La trasformazione digitale deve partire da come viene gestita l'informazione: “Uno dei problemi che gli attuali operatori sanitari si trovano ad affrontare è che i dati relativi ai pazienti sono ancora in gran parte cartacei. Laddove alcuni settori hanno proceduto all'estrazione e alla digitalizzazione delle informazioni, la carta rimane il mezzo principale per registrare e conservare i dati dei pazienti. Ma, per migliorare l'esperienza di cura, è necessario gestire le informazioni sanitarie in modo più efficiente, garantendo al contempo la privacy e la salvaguardia fisica delle cartelle cliniche: le informazioni digitali soddisfano questa esigenza semplificando la gestione e consentendo una protezione centralizzata”, afferma Grippaldi.  

Segnali digitali
Come racconta Grippaldi, le iniziative di e-health non sono sconosciute agli operatori sanitari. In Italia, la start-up digitale TeiaCare ha raccolto 1,1 milioni di euro per accelerare lo sviluppo della sua tecnologia di monitoraggio digitale Ancelia, che si avvale di algoritmi di AI e di visione artificiale per assistere gli infermieri nella cura dei pazienti anziani. Nel Regno Unito, l'applicazione NHS consente agli utenti di vedere comodamente i medicinali disponibili, ordinarli e scegliere dove ritirarli. Possono inoltre prenotare e cancellare gli appuntamenti presso il proprio ambulatorio medico di base, e persino accedere in modo sicuro alla loro cartella clinica. In Germania, il rilevamento intelligente della fibrillazione atriale per la prevenzione dell'ictus è supportato dallo sviluppo dell'applicazione ‘Preventicus Heartbeats’, che consente agli smartphone di analizzare il ritmo del battito cardiaco dell'utente con un tasso di precisione paragonabile a quello di un monitor ECG.  
“Tutti questi sono segnali promettenti di un futuro digitale nell'assistenza sanitaria, ma è necessario un approccio a beneficio di personale e pazienti”, sottolinea.
Massimiliano Grippaldi, Regional Sales Manager di PFU Emea Limited in Italia

 Il futuro prossimo
Un futuro digitale della sanità non è così lontano: i segnali infatti non mancano: “Nel Regno Unito, una versione digitale sostituirà presto quella analogica del ‘libro rosso’ in cui il personale medico e i genitori registrano e trovano informazioni sul loro bambino, comprese le date di vaccinazione e la crescita. Si tratterà di un primo importante documento digitale di salute personale (PHR, Digital Personal Health Record) che accompagnerà gli utenti per tutta la vita. Tra qualche tempo, gli operatori sanitari utilizzeranno i dati dei dispositivi indossabili, i batteri intestinali, il DNA digitale e i dati del genoma per fare diagnosi e persino prevedere cosa è più probabile che ci succeda e quindi evitarlo”. 

La via da seguire
Per ottenere la trasformazione digitale, i fornitori di servizi sanitari devono iniziare a digitalizzare i loro dati sin da ora per supportare i pazienti futuri: “Il cambiamento deve avvenire in ogni momento e in ogni punto del processo, anche presso l’accettazione in ospedale, dove passaporti e documenti d'identità vengono forniti dal paziente affinché il personale amministrativo ne faccia una copia. Invece di creare più carta con le fotocopie, sarebbe meglio convertire questi documenti direttamente in documenti digitali utilizzando una soluzione di acquisizione da scrivania. Questi scanner possono essere utilizzati per digitalizzare in modo rapido ed efficiente cartelle cliniche, moduli e documenti vari senza danneggiarli e senza che il personale debba allontanarsi dal punto di contatto con il cliente”, spiega Grippaldi.  La conversione delle cartelle cliniche, nuove ed esistenti, da cartacee a digitali, aiuta a ridurre l'onere amministrativo, semplificando la gestione delle informazioni sui pazienti. Le cartelle digitali inoltre riducono i costi, poiché i processi digitali possono essere più facilmente automatizzati e accelerati. La sicurezza viene gestita memorizzando i dati fuori sede nel cloud o in luoghi alternativi di back-up, dove sono protetti da potenziali problemi.
“Trasformare le registrazioni cartacee in PCH digitali è un lavoro enorme, ma implementando la tecnologia di imaging documentale, le organizzazioni sanitarie possono supportare la trasformazione digitale e contribuire così a migliorare la gestione delle informazioni e l'esperienza del paziente”, conclude Grippaldi.

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