In queste ore Francia e Germania hanno dato pubblicamente un importante risalto al
progetto Gaia-X. Una
iniziativa franco-tedesca che è già stata indicata come la rincorsa dell'Europa allo strapotere cloud di Stati Uniti e Cina. Il fatto che ad illustrare il progetto siano stati
Bruno Le Maire e
Peter Altmeier, ossia i Ministri dell'Economia di Francia e Germania, dà il senso dell'importanza che Gaia-X promette di assumere nel prossimo futuro. E l'asse franco-tedesco è abbastanza solido da non trasformare l'iniziativa in un semplice esercizio di stile cloud.
Ma che cosa è davvero Gaia-X? Da un punto di vista concettuale, nulla che non fosse già noto. Solo che ora entra in una seconda fase,
molo più concreta del progetto iniziale. A livello UE è ben chiaro che stiamo andando verso la creazione di varie "data economy". In ciascun settore di mercato, più le aziende hanno a disposizione informazioni da elaborare, meglio è.
È facile nelle grandi economie come Stati Uniti e Cina. Che raccolgono competenze tecnologiche, generano grandi quantità di dati, altrettanti ne raccolgono, e hanno un gran numero di aziende.
È molto più complesso parlare di data economy in Europa. Perché ciascuna nazione europea si muove in maniera indipendente. E fa una grande fatica, tecnica ma anche ideologica, a condividere informazioni con le altre. Con il rischio che
nessuna nazione riesca a fare massa critica e a favorire uno scambio di dati positivo per le proprie imprese. Che di dati ne generano, ma non li sfruttano. E magari li cedono più o meno inconsapevolmente a Stati Uniti e Cina.
Così qualche tempo fa l'Unione Europea si è data
alcune linee guida per
lo sviluppo di una data economy continentale. Con l'idea di creare un nuovo mercato unico europeo: un "single market" dei dati. Creare cioè le condizioni tecnologiche e procedurali per cui le aziende europee possano condividere i loro dati in sicurezza. Con l'obiettivo comune di usare queste informazioni per migliorare la loro competitività globale.
Gaia-X, dai principi alle architetture
Quelle formalizzate dalla UE sono linee guida.
Gaia-X è invece un progetto che le mette in pratica delineando una architettura tecnologica ben precisa. Architettura che, va detto, ha preso le mosse anche ben prima delle formalizzazioni della Commissione Europea. L'
approccio pragmatico franco-tedesco è positivo e
parte da lontano. Ha solo lo "svantaggio" di essere un treno che non aspetta le lungaggini europee e per questo lascerà a terra più di qualcuno. A bordo ha al momento sette nazioni europee,
non l'Italia.
Gaia-X si definisce come "la base di una
open data infrastructure basata su valori europei". Questo sintetizza già le sue caratteristiche chiave. È una architettura che mira a realizzare lo scambio di dati a livello internazionale, usando tecnologie e standard aperti, evitando che ogni nazione o mercato
debba reinventare la ruota ogni volta che vuole realizzare una data economy. Inoltre, la gestione delle informazioni sarà fatta
secondo le norme UE, quindi con una decisa attenzione a questioni come la privacy e la sovranità dei dati.
All'atto pratico e sintetizzando molto, Gaia-X si basa su
tre componenti fondamentali. Un ecosistema infrastrutturale, i Federation Services, i Data Space. La parte
infrastrutturale è quella più immediata. Ed è quella che fa parlare di Gaia-X come di
un super-cloud europeo che fa concorrenza ai grandi hyperscaler d'oltreoceano. Una concorrenza commerciale che può esistere e che nessuno ignora. Ma che
non è scontata. E non è un obiettivo specifico e primario del progetto. Semmai una
conseguenza assai probabile.
Il concetto di partenza è quello dei "valori europei", tradotti in tecnologia. Se vogliamo che i dati delle imprese siano sempre gestiti secondo le norme UE e in modo da non favorire la concorrenza impropria di altre economie,
è praticamente implicito che siano conservati in Europa. Serve quindi un ecosistema di provider europei che fornisca servizi cloud di ogni tipo. Un ecosistema che quindi prevede cloud provider più o meno grandi e più o meno specializzati, fornitori di connettività,
centri di supercomputing, e via dicendo.
Questo ecosistema di fatto crea una mega-rete - o un mega-cloud, se vogliamo - diffuso a livello europeo. A cui le aziende europee si possono rivolgere, con la garanzia che ne riceveranno servizi in linea con i principi europei. Tra cui ci sono anche
la trasparenza, l'interoperabilità e la portabilità. Quindi, in teoria, l'eventuale passaggio dal servizio del provider A ad uno analogo del provider B sarebbe del tutto indolore. E tecnologicamente semplice. Addio lock-in, in sostanza.
La data economy secondo Gaia-X
La parte infrastrutturale di Gaia-X può essere vista come una "nuvola" di servizi tecnologici. Questi, nelle intenzioni, abilitano genericamente
raccolta, memorizzazione, scambio, condivisione ed elaborazione dei dati. Ma da parte di chi? Si dice genericamente "delle imprese", ma è ovvio che pochissime aziende possono partire da servizi infrastrutturali e creare una data economy. Anche qui il concetto chiave e quello dell'ecosistema. O dei "verticali", per usare un termine più applicativo.
L'idea è che in ogni settore verticale si crei un
ecosistema collaborativo. Fatto dalle aziende di quel settore, che si aprono alla condivisione (controllata) dei loro dati. E da fornitori di servizi e/o applicazioni specializzate in quel medesimo verticale. All'interno di un singolo settore i dati sono più o meno
omogenei e le esigenze di elaborazione simili, per cui in Gaia-X si preferisce parlare di
Data Space più che di mercati.
L'attenzione è quindi sulla similitudine dei dati e dei processi più che sulle attività delle aziende. Anche se alcuni dei Data Space formalizzati sinora (Industry 4.0, Healthcare, Finance, Public Sector, Smart Living, Energy, Agriculture, Mobility)
sono in pratica segmenti verticali. E per praticità è assai probabile che si continui, almeno all'inizio, a ragionare per verticali.
Ma ogni settore verticale non ha già, in fondo, le sue iniziative di collaborazione, i suoi ecosistemi, le sue soluzioni mirate? Sì, certo. Il ruolo di Gaia-X è rendere molto più semplice avviare iniziative come queste, estendendole a livello continentale e
"virtualizzando", in un certo senso, la tecnologia sottostante. È un deciso salto in avanti rispetto all'esistente.
Il lato nascosto di Gaia-X
La parte probabilmente a maggior valore aggiunto di Gaia-X sono i
Federation Services. Si tratta di una gamma di servizi infrastrutturali - ma non nel senso del cloud - che sono resi disponibili a tutte le entità che entrano in Gaia-X stessa. Facilitano l'ingresso nell'infrastruttura e
realizzano dietro le quinte i principi fondanti della gestione "europea" dei dati. Oltre che di security by design e privacy by design di tutta l'infrastruttura.
Il primo compito dei Federation Services è legato
all'identità e alla certificazione di chi fa parte della rete. I servizi realizzano una sorta di grande sistema federato di Identity & Access Management. Garantendo che in ogni momento chi accede a una risorsa (dati, servizi) sia effettivamente chi afferma di essere e abbia i giusti privilegi di accesso. L'utilità di realizzare questi servizi a livello infrastrutturale è che sono
disponibili e omogenei per tutti, in ciascuna nazione e per qualsiasi Data Space.
Altrettanto importante è la gestione di un
catalogo federato in cui tutte le entità che fanno parte di Gaia-X spiegano chi sono, che dati o servizi offrono, in che modo vi si accede. Non è solo una questione di comodità - comunque indispensabile - per chi cerca servizi o dati. C'è anche la garanzia che chiunque si "descrive" su Gaia-X
ha superato una fase di accettazione (onboarding) in cui i suoi processi e servizi sono stati esaminati. E hanno dimostrato di soddisfare i giusti requisiti di sicurezza IT, privacy, trasparenza, interoperabilità.
Infine, i Federation Services hanno una importante componente di
compliance e controllo della sovranità dei dati. Questa componente controlla di continuo e garantisce la corretta condivisione delle informazioni. In base alle normative europee come anche in funzione delle
policy che i singoli Data Space o gruppi di aziende si sono dati.