Lo si potrebbe chiamare "il cloud di HPE" - e in effetti i manager HPE ogni tanto lo fanno, a partire dal CEO
Antonio Neri - se non fosse che l'espressione, almeno oggi,
non rende bene l'idea di quello che Hewlett Packard Enterprise sta cercando di fare. Che non è proporsi come cloud provider in senso tradizionale. Piuttosto, puntare su una gamma crescenti di servizi infrastrutturali - hardware e software insieme, sotto il brand di
HPE GreenLake - che permettono di realizzare ambienti cloud.
La filosofia resta però quella, caratterizzante, del
edge-to-cloud. Ossia la possibilità, per le aziende utenti, di usare le componenti di GreenLake per
realizzare ambienti cloud-style praticamente ovunque. In infrastrutture centralizzate da hyperscaler, in data center più piccoli e distribuiti, in ambienti di edge computing. È "
the cloud that comes to you", come lo sintetizza Antonio Neri lanciando l'evento
HPE Discover, ovviamente in versione virtuale. Il cloud che si adatta agli utenti, in sostanza, e non viceversa.
HPE parte dalla constatazione di fondo secondo cui i workload più importanti per le aziende
oggi spesso non sono in cloud. Per molti motivi diversi: dalla esigenza di privacy a scelte tecnologiche proprie, dalla necessità di gestire applicazioni legacy alla volontà di tenere i workload vicino a dove nascono le informazioni. Fatto sta, sottolinea Neri, che questo "
impone alle aziende di mantenere due modelli operativi": cloud e on-premise nelle sue varie forme.
Negli ultimi anni l'approccio di HPE GreenLake si è man mano ampliato per
adattarsi a questo scenario. E ovviamente comprendere in sé le principali evoluzioni tecnologiche di interesse per le imprese. Con in primissimo piano l'
edge computing: da tempo HPE vede nella
periferia della rete il "luogo" (frammentato, distribuito) dove le aziende possono raccogliere sempre più valore, sotto forma di informazioni.
GreenLake: il cerchio si amplia
Il senso di GreenLake è dare alle aziende
la stessa elasticità e versatilità del cloud pubblico, ma permettendo loro di collocarlo fisicamente dove meglio credono. La logica as-a-Service è totalmente mantenuta perché anche l'hardware si paga a consumo. In più, lo si può configurare come meglio si crede ma anche semplicemente. Selezionando la propria tra una gamma di
configurazioni predefinite che variano per dimensione e per ambito di applicazione. Tutto questo però richiede ampiezza di offerta e immediatezza delle implementazioni.
L'immediatezza delle operazioni è affrontata con una
versione rinnovata di GreenLake Central, la console di gestione del cloud HPE. Che ora va oltre la gestione - ha spiegato
Keith White, SVP e GM HPE GreenLake Cloud Services - per dare anche funzioni di analisi. Utili ad esempio nella parte di gestione dei costi e di capacity management. In generale l'obiettivo è dare a GreenLake Central le stesse caratteristiche di
automazione e semplicità che si possono trovare nelle dashboard degli hyperscaler.
Riguardo la completezza dell'offerta, HPE ora gioca - anche grazie alle
novità di HPE Ezmeral - sul tavolo di GreenLake parecchie carte in più. Ha presentato
sette nuovi macro-servizi cloud - ma, nella logica HPE, implementabili anche in altri ambienti - che coprono varie necessità infrastrutturali. Tre (Cloud services for Virtual Machines / Storage / Compute) sono pensati per gli
ambienti di cloud privato. Sono in sintesi i "mattoncini" di base per realizzare architetture IT complesse a piacere. Con pochissime operazioni di lancio e configurazione, sottolinea HPE.
A livello infrastrutturale sono importanti anche i nuovi Cloud services for Containers. In pratica, tutto quello che serve per realizzare
ambienti di virtualizzazione a container. Con tanto di orchestrazione via Kubernetes. È la base per realizzare nuove applicazioni cloud-native. Ma anche per portare al cloud applicazioni più o meno legacy, senza doverle reingegnerizzare completamente. A questi servizi si collegano quelli di Cloud services for Machine Learning Operations, che danno la possibilità di organizzare tutto il
ciclo di vita delle applicazioni di machine learning.
Tra i nuovi servizi cloud troviamo anche una parte dedicata alla
protezione delle informazioni: Cloud services for Data Protection. Comprende servizi per il backup on-premise e un servizio di enterprise backup in cloud, HPE Cloud Volumes Backup.
Aruba come ponte per l'edge
Completano le novità GreenLake gli
Aruba Managed Connectivity Services, che si affiancano ai precedenti servizi di
Aruba ESP per realizzare una offerta
Network-as-a-Service. E confermano che Aruba è una componente fondamentale - "
un nostro gioiello della corona", sottolinea Antonio Neri - per la copertura della parte edge.
L'edge è un ambito sul quale HPE
continua ad investire alla ricerca di innovazione. Anche in momenti di crisi come questo della pandemia Covid-19, perché "
chi esce da questi eventi più forte è poi quello che vince", sottolinea Neri. E proprio il lockdown ha mostrato in maniera evidente
il ruolo chiave della periferia della rete. Trasformando le abitazioni dei dipendenti in "micro branch" delle loro imprese. "
L'intelligent edge anche per questo è ancora più importante", spiega Neri. Anticipando che le funzioni del mondo Aruba continueranno ad ampliarsi. Ad esempio comprendendo anche la
connettività 5G del prossimo futuro.