Stampa 3D, additive manufacturing, digital manufacturing. Tre campi che per molte imprese anche italiane sono la realtà di tutti i giorni. Ma che per moltissime altre sono ancora campi molto di nicchia. Adatti solo ad aziende specializzate e con esigenze produttive
particolari. Post-lockdown questo panorama è leggermente cambiato. E
promette di cambiare ulteriormente. La stampa 3D ad esempio ha conquistato gli onori della cronaca quando ha aiutato a colmare la mancanza dei ventilatori polmonari e soprattutto di alcuni componenti.
Ma questa è un po' la punta dell'iceberg. È certamente un bene che anche il grande pubblico abbia visto concretamente il valore pratico della stampa 3D. Al di fuori delle imprese e della ristretta cerchia degli appassionati. Ma
per le imprese il ragionamento è più ampio ed esteso. È il digital manufacturing in senso lato che sta mostrando il suo valore. Ossia la possibilità di "digitalizzare" il più possibile il flusso progettuale e produttivo. Perché digitalizzandolo, diventa più semplice da controllare e supportare anche nelle emergenze.
Con
Giancarlo Scianatico, General Manager Italy di EOS, abbiamo parlato anche di questo. La stampa 3D è un settore in veloce evoluzione che apre la strada a molte nuove applicazioni. Man mano migliorano i processi produttivi dell'additive manufacturing.
E si ampia la gamma dei materiali che è possibile gestire con le tecniche di produzione additiva. A tutto vantaggio delle imprese.
L'obiettivo a tendere è la "
digital factory". La fabbrica che proprio grazie alla stampa 3D e al digital manufacturing è in grado, volendo, di operare anche da sola. O quantomeno
controllata da remoto, senza personale a bordo macchina. Un obiettivo che per certi versi è stato già raggiunto, con installazioni dimostrative che già esistono. E producono.