La
Commissione Europea ha deciso che vuole vederci più chiaro nel mercato IoT. In particolare nel mercato dei prodotti e soprattutto dei servizi consumer, collegati a soluzioni tecnologiche in stile Internet of Things. In maniera più specifica, la Commissione ha nel mirino "prodotti e servizi che sono
connessi in rete e che possono essere controllati a distanza". L'obiettivo dell'indagine sul mercato IoT è capire se questo sia in linea con le norme antitrust dell'UE.
L'azione riguarda
in modo specifico il mercato consumer, ma coinvolge prodotti ed aziende per cui non esiste davvero una
distinzione netta tra utenti privati ed aziendali. La Commissione fa infatti riferimento a prodotti, come gli smart speaker alla Alexa, che hanno già trovato
applicazione in ambienti aziendali. E che comunque costituiscono una possibile
base per servizi sviluppati anche da aziende che non sono i diretti produttori degli smart speaker (Amazon nel caso di Alexa).
Il Commissario
Margrethe Vestager ha sottolineato che il punto chiave, nell'ottica dell'indagine UE, non è tanto la vendita di prodotti e servizi IoT. Ma
l'uso - e l'eventuale abuso - dei dati che sono alla base di questi servizi. Che li rendono cioè davvero personalizzati e, proprio per questo, efficaci. "C'è il rischio che le aziende più grandi possano usare impropriamente i dati raccolti, per
consolidare la loro posizione sul mercato contro le sfide della concorrenza", spiega Vestager.
Margrethe Vestager e la Commissione Europea non negano certo i grandi benefici che i servizi IoT possono portare. Ma questi si concretizzano solo se i mercati restano competitivi ed aperti. "Il problema -
spiega Vestager - è che
la concorrenza nei mercati digitali può essere fragile. Quando le grandi aziende abusano del loro potere possono spingere velocemente i mercati oltre un punto di equilibrio dopo cui la concorrenza diventa monopolio... Se non agiamo per tempo, c'è un serio pericolo che questo accada di nuovo, per l'Internet of Things".
Così la Commissione Europea vuole verificare se le tante aziende che operano nel mondo IoT
stiano, sostanzialmente, giocando pulito. Se non stiano cioè adottando pratiche scorrette come limitare l'accesso di terzi ai dati raccolti via device IoT. O usare standard proprietari. O "chiudere" i servizi all'interno di un proprio ecosistema.
Ci vorrà tempo per capirlo. La Commissione ha intenzione di contattare
circa 400 aziende europee, asiatiche ed americane. Che producono dispositivi smart (dagli smartwatch agli smart speaker, passando per gli Smart TV) e/o che offrono servizi fruibili via smart device. Un report preliminare su questa indagine sarà pronto per la prossima primavera. L'analisi finale
solo nell'estate del 2022.