Gli array di storage ibridi? Sono "
obsoleti". O quantomeno "legacy". Sono i termini che usa
Pure Storage per mettere in evidenza le potenzialità della seconda generazione dei suoi array all-flash
FlashArray//C. Che è tutta basata su memorie NAND in tecnologia
Quad-Level Cell (QLC). Che, potendo conservare 4 bit per singola cella, aumentano la capacità complessiva di un array portando il suo rapporto capacità/costo a valori più confrontabili con gli array ibridi.
È in questo senso che per Pure Storage i nuovi FlashArray//C "eliminano la necessità dei disk array ibridi legacy". Anche per eseguire workload applicativi che prevedono la disponibilità di un cospicuo spazio di memorizzazione. Le nuove unità sono infatti, come le precedenti della stessa famiglia, pensate per
workload "tier 2". Come il supporto agli ambienti di test e sviluppo, il backup/recovery, la gestione di macchine virtuali, la conservazione di posta elettronica e data repository.
Secondo Pure Storage, i nuovi FlashArray//C hanno costi complessivi
inferiori anche del 30% rispetto ad
array ibridi della stessa capacità (al momento 24,7 e 49 terabyte). Il fattore costo ha il suo peso
all'aumentare della capacità offerta ed è anche per questo che Pure spinge la nuova generazione di array nel campo delle applicazioni capacity-oriented. La teorica maggiore velocità - rispetto ai sistemi ibridi - nella gestione dei dati in questo caso conta meno, anche se c'è.
Pure Storage peraltro bada in generale a non presentare i nuovi FlashArray//C come sistemi per le applicazioni performance-intensive. Quello è il campo di gioco dei suoi sistemi FlashArray//X. Con cui è bene
evitare sovrapposizioni. L'ideale per Pure è ovviamente adottarli entrambi, anche per sfruttare la
stessa piattaforma di gestione. E la possibilità di federare i dati che i vari sistemi, anche diversi, conservano.