NetApp, le direzioni innovative della cloud-led, data centric company

La lettura italiana fatta da Roberto Patano, Sr. Mgr. Systems Engineering NetApp Italia, delle più recenti novità aziendali presentate all’evento Inshigt, lungo due traiettorie principali: semplificare l'attività dell’on premise portando in esso i vantaggi del cloud e, viceversa portare le funzionalità tipiche di gestione e ottimizzazione del data center aziendale on premise nel cloud

Autore: Barbara Torresani

All’annuale appuntamento Inshigt NetApp è solita presentare le principali novità tecnologiche destinate a segnare il passo verso il futuro. E così è stato anche nella recente edizione 2020, i cui principali annunci vengono spiegati alla stampa da Roberto Patano, Sr. Mgr. Systems Engineering NetApp Italia:Oggi il mercato è fortemente cambiato come evidenziano alcuni dati dello studio Flexera State of the Cloud Report, secondo cui nel 2020 molte aziende enterprise (il 93% del campione esaminato) stanno valutando o sono già in un’ottica di multicloud strategy al fine di avere più possibilità di scelta, flessibilità, scalabilità e abilitare nuovi modelli di utilizzo e consumo e molte (87%) hanno adottato una strategia ibrida. Tutto ciò vale anche in Italia dove si è registrata – anche per via dell’emergenza sanitaria – una forte accelerazione anche nelle aziende PMI. Tutto ciò sta generando grosse opportunità di mercato; le aziende esprimono infatti una fortissima esigenza di trasformazione in logica digitale, come sta accadendo anche in settori più restii al cambiamento come il manifatturiero e in generale il comparto industriale. Oggi il  passo è accelerato, ed è diverso rispetto al passato. Un mercato in transizione, in cui la stessa NetApp continua ad evolvere, trasformandosi ed entrando in nuovi mercati – come quello del Virtual Desktop non solo infrastrutturale – e confrontandosi con nuovi competitor”, spiega Patano. 

In quest’ottica si collocano i più recenti annunci del vendor che ribadiscono una volta di più un concetto cavalcato da tempo da NetApp secondo cui, indipendentemente da dove si trovi la soluzione – on premise, su un cloud, su più cloud – il meglio lo si ottiene prendendo ciò che è più utile per l’azienda in quel momento – on premise, nel cloud, nell'ibrido, dando la garanzia della stessa user esperience. Un concetto di data center diffusoal di fuori delle mura aziendali tradizionali, come estensione del data center aziendale: “Un Data Center non è parte dell’infrastruttura on premise o del cloud ma un’unica realtà, in cui il cloud ne è un’estensione da cui cogliere il valore aggiunto, quello del software del data center focalizzato sulla gestione, protezione  e il controllo dei dati per aiutare i clienti ad avvicinarsi a soluzioni di cloud pubblico. Quindi  flessibilità e semplicità del cloud nel data center e dall’altra fare si che le esigenze di enterprise data services siano indirizzate dalle risorse cloud, nella logica di massima libertà di scelta

I vantaggi del cloud nel data center
Sono parecchi gli annunci in questa direzione, a partire dalle importanti novità apportate al software ONTAP in direzione software defined nonché SolidFire eSDS che è la versione software defined, base del portafoglio di iperconvergenza, che deriva dall’acquisizione SolidFire; tutto ciò va appunto nell’ottica della trasformazione dei data center in chiave application driven per gestire l’infrastruttura tecnologica in modo software. Da non dimenticare inoltre il programma finanziario Keystone con la possibilità di spostare i costi del data center da Capex a Opex.

Si entra nel dettaglio partendo  dalla versione 9.8 di ONTAP in cui sono state introdotte molte funzionalità nell’ottica di una più profonda integrazione con il cloud. Un sistema operativo più robusto, migliorato in termini di efficienza, ma soprattutto un sistema software in grado di offrire maggiori possibilità di integrazione con il cloud: “Oggi con ONTAP 9.8 si è già pronti per andare nel cloud, soprattutto in termini di movimentazione e gestione dei dati sulla nuvola, un fatto cruciale nel mondo digitale. Siamo di fronte a un sistema operativo noto da anni, best in class, con basi solide che resiste ai profondi cambiamenti, con funzionalità uniche racchiuse in un’unica soluzione orizzontale, sia on premise, sia SD, sia nel cloud”.

Sono molte le novità di questo sistema operativo a partire dalla nuova interfaccia utente per garantire semplicità, così come la parte di gestione, con upgrade dalle versioni precedenti per preservare gli investimenti fatti (fino a due versioni precedenti si può saltare da una versione all’altra in modo immediato); introdotta inoltre una funzionalità di analisi a livello di file (gratuita, per consentire a chi gestisce lo storage di avere a un’idea chiara di chi e come lo utilizza) mentre sono stati aumentati i livelli di sicurezza (introducendo funzionalità IPsec – con informazioni criptate).  
C’è poi tutta la parte cloud le cui novità riguardano una parte di cache: la funzionalità FlexCache permette sia con il protocollo NFS sia PMI di ‘mantenere vicine’ le informazioni principali nel data center in modo automatico e portare le informazioni necessarie a un utilizzo immediato nel cloud… E poi c'è la funzionalità Fabric Pool, precedentemente introdotta per fare tiering evoluto in ambito flash, che oggi è stata portata anche su soluzioni ibride (su dischi rotativi): una funzionalità trasparente, secondo cui i blocchi vengono movimentati da una parte all’altra dallo storage, permettendo di ottimizzare i costi. Non ultima, la soluzione di SnapMirror Cloud di replica basata sugli snapshot per muovere le informazioni in ottica di Disaster Recovery, che normalmente è fatto tra soluzioni NetApp (per esempio tra storage primario e secondario o tra storage e soluzione di iperconvergenza) mentre oggi si apre verso l’esterno, con la possibilità anche di parlare la lingua dell protocollo S3: a significare che si può fare disaster recovery appoggiandosi su qualsiasi hyperscaler (Aws, Azure, Google,...) basandosi sulle loro risorse meno costose legate allo storage ad oggetti, permettendo quindi di creare Disaster Recovery a basso costo: “Se si è cliente NetApp lo si può fare semplicemente facendo un aggiornamento del software, mentre se non lo si è è possibile partire da una soluzione NetApp, anche Software Defined non per forza hardware, e sfruttare questa funzionalità”.

ONTAP quindi come punto di partenza per il cloud, anche se non si è ancora deciso di abbracciarlo, quando sarà il momento si è già pronti, per il tiering, per il disaster recovery, ... "Per NetApp è elemento di orgoglio; oggi allarghiamo il concetto unify in ONTAP che ospita e dialoga con un ulteriore linguaggio: parla infatti  e riceve S3. E’ un’ulteriore opportunità perché apre moltissimi nuovi scenari; non va in sostituzione alla soluzione NetApp di storage ad oggetti ma consente di utilizzare anche ONTAP come back end piuttosto che data lake che utilizzano questo repository", enfatizza Patano.
Da segnalare inoltre i miglioramenti apportati ad ActiveIQ, la funzionalità gratuita che attraverso un algoritmo di intelligenza artificiale permette di analizzare i dati dello storage installato comparandoli con quelli storici con l’obiettivo di dare un’idea chiara dell’utilizzo e di quali potrebbero le possibili evoluzioni dell’infrastruttura; effettua infatti un check dello stato di salute dell’infrastruttura, fornisce indicazioni per gli sviluppi futuri e si integra totalmente con la soluzione Cloud Manager, permettendo di agire in maniera preventiva su eventuali problemi e fare gli aggiornamenti in modo sicuro.

Un'attenzione particolare va poi al tema Software Defined, ambito in cui NetApp vuole giocare un ruolo di primo piano, introducendo un’ulteriore soluzione totalmente SD che è il sistema operativo SolidFire eSDS (Enterprise SDS), sempre nell’ottica di permettere di costruirsi datacenter in casa di tipo SD con tutte le caratteristiche tipiche del cloud, come facilità di gestione, scalabilità, performance , … in questo senso si è estrapolato il software Element, sotto cui è possibile mettere qualsiasi hardware virtualizzato, portando tutte le caratteristiche delle soluzioni iperconvergenti NetApp in ambienti SD: performance, storage efficency, integrazione a livello di API in ambiente containerizzati, possibilità di essere dentro il Data Fabric,…, . In questo senso, NetApp non spinge né per l’on premise né per il cloud, e nemmeno per la propria appliance: “Se si intende perseguire una strategia totalmente SD si è liberi di muoversi come si preferisce scegliendo l’uno o l’altro ambiente facendoli dialogare tra loro, creando il proprio cloud all’interno del proprio data center in modo unificato”.

Non ultima, come detto, l’evoluzione del programma di finanziamento Kystone, per avvicinare le modalità di acquisto dell’hardware verso quelle a subscription tipiche della logica as a service. Una volta definito il costo e il commitment per la durata di un anno con Flex subscription è possibile utilizzare anche l’ambiente cloud. Attraverso un’unica subscription in logica Opex è quindi possibile avere risorse on premise o nel cloud per rispondere alle diverse esigenze in termini di spazio da utilizzare, latenza, … il tutto in un unico pagamento: “Una modalità molto apprezzata dalle aziende perché sposta il budget da Capex a Opex. Non solo gestita da NetApp ma anche dai business partner, in un disegno di massima flessibilità di acquisto e gestione dell’infrastruttura” 
Roberto Patano, Sr. Mgr. Systems Engineering NetApp Italia
Dal data center al cloud
Gli annunci dell’altra faccia della medaglia includono invece il potenziamento della componente di gestione attraverso l’evoluzione di Cloud Manager che si integra con Spot Manager, derivante dalla recente acquisizione di Spot, che pemette di aggiungerre il concetto di storageless nell’ambito della containerizzazione, nonché nuovi servizi come NetApp Virtual Desktop Service, acquistabile anche in una modalità gestita.
Nello specifico, per quanto riguarda Cloud Manager oggi questa soluzione può essere utilizzata anche per gestire le risorse on premise, diventando un ottimo strumento per essere pronti per evolvere in termini cloud. Noto per la sua funzione principale di controllo dell’infrastruttura delle risorse on premise e cloud, ma soprattutto come capacitò di gestire le attività principali come il controllo delle informazioni, la messa in sicurezza, la compliance, attraverso unico punto di gestione, … oggi tutto ciò è traslabile anche in termini di gestione semplificata delle risorse on premise.
Una menzione merita anche l’offerta Spot che ha l’obiettivo di fare l’analisi delle risorse nel cloud e di ottimizzare i costi – ‘giocando’ con i costi delle risorse all’interno del cloud; infatti sia che si operi in ambiente virtualizzato sia in ambiente containerizzato attraverso l’apprendimento dell’utilizzo delle risorse la soluzione assegna al workload la risorsa corretta dal costo infreriore al momento corretto - un modo di assegnare quindi le risorse in modo intelligente, in logica di 'saving': “E’ una soluzione che si auto-finanzia, in quanto pagata con una percentuale del saving ottenuto dal cliente; è in grado di abbattere anche del 70% i costi grazie a un utilizzo intelligente delle risorse”, chiarisce Patano. 

Grazie all’acquisizione da parte di NetApp, oggi l'offerta si è arricchita di Spot Storage, che integra  all’interno della soluzione Spot, finora legata alla gestione delle risorse computazionali in logica serverless, anche la parte di gestione dello storage, introducendo in questo modo il concetto di storageless. Un’intera infrastruttura quindi totalmente 'xless', per cui una volta definite le esigenze in termini infrastrutturali la gestione di essa, sia in termini computazionali che di storage, va completamente alla soluzione Spot, che automatizza le risorse combinando i vantaggi computazionali e storage in un’unica esperienza, ottimizzando fortemente i costi: “In realtà il cloud non è economico, ma può diventare conveniente se si utilizzano e gestiscono le risorse in modo più corretto, come avviene utilizzando la soluzione Spot,” sottolinea Patano.

Da citare inoltre come novità NetApp Virtual Desktop Service, come possibilità di implementare e gestire una soluzione di virtual desktop in modo totalmente automatico integrandola col cloud, scegliendo dove appoggiarla: per esempio su una soluzione di iperconvergenza e in parte su hyperscaler, o totalmente integrata con soluzioni cloud di data protection di NetApp … E’ un servizio acquistabile dal cliente, da lui gestito ma anche dal partner oppure dalla stessa NetApp in ottica Managed Service. E’ un servizio Saas, integrato con la parte di remote e virtual desktop di Microsoft Azure (è disponibile anche su altri hyperscaler). “C’è molto interesse verso questo tipo di soluzione virtual desktop, soprattutto in questo periodo emergenziale. Una modalità perfetta per garantire i picchi in ambiti soprattutto ibridi”, conclude Patano.
Sono queste le più recenti novità presentate da NetApp che oggi si definisce  la cloud-led, data centric software company,  impegnata ad accompagnare i clienti nel futuro digitale.




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