Patrick Smith, Cto Emea e James Petter, VP International, di Pure Storage guardano all'anno che verrà e illustrano le previsioni di Pure Storage
Autore: Redazione ImpresaCity
Il 2021 è alle porte e i principali vendor del settore si lanciano nelle previsioni relative all'anno in procinto di partire. Lo fa anche Pure Storage, attraverso due top manager come il Cto Emea Patrick Smith, e James Petter, VP International. L'anno dei risultati della trasformazione digitale E' il Cto il primo a inquadrare il 2021: "Per le aziende che non si erano ancora incamminate lungo un percorso di trasformazione digitale, la pandemia ha comportato l'obbligo di rimettere mano all'IT, e anche velocemente. Nel farlo, molte di esse hanno fatto scelte tecnologiche al rialzo optando per infrastrutture ben al di là delle loro esigenze e adottando soluzioni costose e dalla capacità persino eccessiva. Sul lungo termine queste scelte potrebbero rivelarsi non sostenibili costringendo nel 2021 queste aziende a rifocalizzarsi sul medio periodo, riequilibrarsi e selezionare soluzioni in linea con le loro necessità pur continuando a restare agili. Il ruolo del CTO nel 2021 dovrà essere quello di una figura in grado di 'rinegoziare' e capace di trovare i sistemi ottimali a fronte di budget razionalizzati", afferma Smith. Patrick Smith, Cto Emea di Pure StorageEsplode il ransomware: i backup sono l'ultima linea di difesa Anche se in molti casi la pandemia ha tirato fuori il meglio dalle persone, da altre ha tirato fuori il peggio: "Gli hacker hanno sfruttato il fenomeno dello smart working per colpire gli utenti là dove sono vulnerabili scatenando una serie di attacchi senza scrupoli. Per questo nel 2021 continueremo a osservare una crescita degli attacchi ransomware devastanti, il che spingerà le aziende ad adottare servizi e tecnologie di backup quale ultima linea di difesa. Con le interruzioni operative che possono essere quasi tanto costose quanto i riscatti richiesti dai cybercriminali, la velocità a cui è possibile ripristinare i sistemi sta diventando ugualmente importante. Per questo le aziende di successo cercheranno di adottare soluzioni di backup che assicurino il rientro in servizio dei sistemi entro pochi minuti o qualche ora anziché intere giornate", sottolinea Smith.
Modelli di consumo flessibili creano le condizioni per vincere Di fronte a tale incertezza, è difficile che la maggior parte delle aziende abbia a disposizione budget ampi da spendere in tempi brevi: "Il prossimo anno avranno un occhio di riguardo alle spese e alla riduzione dei costi complessivi. Un modo per farlo è quello di optare per modelli di consumo flessibile dell'infrastruttura IT. La possibilità di gestire i costi nel tempo senza un contratto a lungo termine sarà essenziale, e poter evitare sostanziosi quanto rischiosi investimenti di capitale nelle infrastrutture aiuterà le aziende a ritornare in utile", chiarisce Smith.
La tolleranza verso i guasti IT e le lacune di sicurezza diminuiranno ulteriormente Nella corsa alla digitalizzazione, le aziende potrebbero non aver considerato in modo adeguato la complessità creata all'interno dei loro sistemi, con conseguenti costosi periodi di potenziale downtime. Problema che risulta sempre più inaccettabile e le interruzioni prolungate delle attività danneggiano la reputazione quanto i profitti: "Nonostante la complessità che le aziende possono aver aggiunto ai loro sistemi, nel 2021 mi aspetto da parte di clienti, partner e dipendenti una totale intolleranza nei confronti dei downtime e delle lacune di sicurezza", afferma Smith. Il 2021 sarà l'anno delle applicazioni più che dei container Smith è molto chiaro su questo tema: "Sono parecchi anni che i container sono presenti nelle mie previsioni, sia che si tratti di container destinati a diventare mainstream piuttosto che dell'affermazione dei workload basati su container stateful. Con l'ulteriore maturazione di quest'area vedremo diventare importanti le soluzioni granulari per i container, mentre sarà essenziale la centralità delle applicazioni. Tutto si riduce all'applicazione business: al suo funzionamento stabile e affidabile giorno dopo giorno, alla crittografia dei suoi dati, al backup dell'intera applicazione e non solamente dei dati, e alla capacità di spostare liberamente l'applicazione da un ambiente all'altro, da un data center all'altro o da un cloud all'altro in base alle circostanze. Che sia realizzata in casa piuttosto che prodotta commercialmente, l'applicazione sarà il perno di tutto". James Petter, VP International di Pure StorageLe iniziative ESG (Environmental and Social Governance):un fattore distintivo per le aziende E' la volta di James Petter, VP International, di Pure Storage. Nel prossimo anno si registreranno crescenti pressioni sulle aziende affinché si impegnino ufficialmente a raggiungere obiettivi di decarbonizzazione:"Il 2021 sarà l'anno in cui non solo sarà socialmente inaccettabile avere un carbon footprint elevato, ma le aziende saranno anche giudicate in base a come riducono il proprio impatto ambientale. A questo scopo le aziende dovranno abbandonare le costose e inquinanti sostituzioni di apparecchiature come è sempre stato fatto nel procurement dell'hardware tecnologico. Al contrario, dovranno optare per soluzioni software smart in grado di performare e scalare secondo necessità senza l'impatto ecologico degli upgrade sostitutivi integrali", afferma il top manager. Occorre muoversi velocemente Come nel 2020 anche il 2021 sarà probabilmente caratterizzato da lockdown locali imposti con breve preavviso che influiranno quasi istantaneamente sulle forniture di beni e servizi: "Le aziende di successo saranno quelle capaci di adeguarsi in modo rapido ed efficiente ai cambiamenti di scenario senza impattare sulla customer experience. Come consumatori, la nostra pazienza nell'interagire con tecnologie lente ha raggiunto un nuovo nadir: oggi esigiamo che accessi e servizi siano istantanei. Questo atteggiamento si riflette ora nelle nostre vite professionali, e i confini tra il modo in cui aziende B2C e B2B forniscono beni e servizi si è fatto più tenue e la velocità rappresenta un elemento chiave. Le aziende dovranno porsi alcune domande scomode su tematiche come il freno rappresentato dalle infrastrutture legacy e il potersi permettere di perdere clienti se non possono rispettare la velocità di fornitura richiesta", enfatizza Petter.
2020, un anno di insegnamenti. Il 2021 separerà chi ha imparato da chi deve ancora studiare Il 2020 ha dimostrato che molte aziende non erano preparate. I manager sono stati presi alla sprovvista dai requisiti di trasformazione digitale imposti dalla pandemia, e molti hanno investito eccessivamente a favore di soluzioni a breve termine: "Le aziende avranno bisogno di una visione olistica dei punti di pressione presenti nelle loro organizzazioni in modo da poter adattare le supply chain con il minimo intralcio possibile. Chi ha imparato le lezioni del 2020 saprà che le soluzioni a lungo termine da implementare avranno bisogno di una attenzione superiore verso la capacità di assicurare l'agilità e l'adattamento ai cambiamenti nelle rispettive organizzazioni".
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