Il mantra dell'
edge computing è che elaborare i dati immediatamente
là dove sono raccolti permette di avere una reazione immediata alle informazioni che vengono da questa elaborazione. Inoltre, spostare l'elaborazione alla periferia delle reti evita i
problemi di latenza trasmissiva che si avrebbero se i dati dovessero essere portati ad un "centro" della rete per essere elaborati. In pratica, se dovessero essere portati dall'edge ad un data center di una piattaforma cloud.
In realtà poi i modelli di edge computing sono meno netti nella contrapposizione tra centro e periferia delle reti. Si immagina lo sviluppo di un "
continuum" di
data center più o meno grandi e più o meno periferici. Per avere un po' ovunque il miglior equilibrio tra vicinanza fisica e capacità di elaborazione e storage delle informazioni.
In questo scenario al 5G è stato da sempre assegnato
un ruolo importante, come forma di connettività ad alte prestazioni e - in prospettiva - largamente diffusa. Ora però diversi analisti sottolineano che proprio
la combinazione tra 5G ed edge computing potrebbe "sbloccare" il circolo vizioso che sta frenando lo sviluppo delle reti mobili di nuova generazione. Una combinazione che sdoganerebbe il modello del cosiddetto
Multi-access Edge Computing, o MEC.
Il Multi-access Edge Computing è, in estrema sintesi, l'insieme delle applicazioni di edge computing
basate in larga prevalenza su connettività mobile - per alcuni MEC infatti è genericamente Mobile Edge Computing - e non sulle reti fisse. La differenza non sta solo nel tipo di connessioni che vengono usate. Anche se ovviamente si punta sulla parte radio del 5G come tecnologia che
semplifica la connessione dei nodi periferici, perché non richiede la presenza diffusa di reti cablate ad alte prestazioni.
Il valore aggiunto del 5G sta nel fatto che le reti mobili di nuova concezione non sono semplicemente "cavi e tubi" wireless su cui transitano i dati.
La rete è intelligente e può adattarsi ai vari profili d'uso dell'edge computing. Inoltre, entro certi limiti, anche le componenti strutturali della rete di accesso possono fornire funzioni più o meno intelligenti per la gestione delle informazioni. Grazie a funzioni chiave
come lo slicing e allo sviluppo di hardware evoluto e smart per le singole celle, possiamo immaginare una
nuova gestione del traffico dati che abilita scenari innovativi di edge computing.
MEC: nuove possibili architetture
In prospettiva, possiamo immaginare che
ogni singolo device di edge computing sia dotato di connettività mobile 5G. Oppure lo sia qualche forma di
nodo di rete immediatamente vicino ai device stessi. Come, per fare un esempio pratico, i gateway su cui nelle fabbriche, idealmente, convergeranno i dati di produzione generati dai macchinari d'impianto.
Il traffico dei dati, e delle elaborazioni corrispondenti, può essere gestito da un operatore 5G in maniera che resti
il più possibile alla periferia della rete. Circolando solo tra i siti edge e i nodi della rete 5G che sono più vicini ai siti stessi e ai centri - ma anch'essi periferici - da coinvolgere nell'elaborazione delle informazioni. In alcuni casi, potrebbe essere l'operatore 5G stesso a
delocalizzare capacità di computing e di storage nei suoi nodi edge. Offrendola alle software house oppure ai content provider che vogliono portare applicazioni e servizi in periferia. Non a caso, secondo Juniper Research proprio gli operatori mobili investiranno decisamente - la stima è di
8,3 miliardi di dollari nel 2025 - per lo sviluppo del Multi-access Edge Computing.
Investire nel MEC per gli operatori ha senso. E, volendo, non serve nemmeno il 5G. Oggi il problema del 5G è la presenza di un
circolo vizioso che
non si riesce a sbloccare. Nelle nazioni dove ci sono le reti mancano ancora servizi appetibili, che non stimolano la domanda. Ma la mancanza di una domanda non spinge chi dovrebbe sviluppare nuovi servizi a portarli sul mercato. Così la proposizione del 5G si limita alla disponibilità di una maggiore banda wireless. Cosa che
spinge pochi a mettere mano al portafogli.
Il Multi-access Edge Computing potrebbe essere il
caso d'uso semplice che
interessa davvero le imprese, anche in questa fase di stagnazione degli investimenti. Se ne possono implementare versioni di base anche solo con le reti 4G e certamente con il solo aggiornamento al 5G della parte radio. Anche se ovviamente un vero MEC "prestante" si avrà con il passaggio completo al 5G SA (Standalone). Per un operatore mobile proporre una piattaforma MEC è un modo per
stimolare il mercato ed aumentare il traffico sulle proprie reti. Con un duplice risultato: mostrare che le tecnologie mobili di nuova (ed anche non nuovissima) generazione hanno un valore concreto immediato. Ed aumentare i ricavi in modo da poter
investire meglio per lo sviluppo del 5G.