Oracle, il cloud ibrido arriva ovunque con la Roving Edge Infrastructure

Con i nuovi dispositivi RED, nodi server portatili e rinforzati, l’infrastruttura core arriva nell’edge: i servizi cloud scalabili e sicuri diventano possibili anche nelle situazioni scomode o nelle aree remote

Autore: Edoardo Bellocchi

Portatili, scalabili e ruggedized, cioè rinforzati. Sono i nodi server che vanno ad ampliare il già vasto portafoglio di soluzioni di cloud ibrido di Oracle: la nuova offerta Roving Edge Infrastructure porta infatti i servizi infrastrutturali core a livello di edge grazie a nuovi dispositivi che Oracle stessa definisce RED, ovvero Roving Edge Device.  

Il risultato è che oggi si possono oggi gestire carichi di lavoro cloud ovunque ve ne sia bisogno, anche nelle località meno probabili o più remote del mondo:  il cloud Oracle diventa sempre accessibile “che si tratti del retro di un aereo, un di osservatorio polare o di una petroliera nel mezzo dell’Oceano”, esemplifica la società, che nelle scorse settimane ha stabilito il proprio quartier generale a Austin, in Texas.  

Un RED, Roving Edge Device, aperto

Più in dettaglio, la nuova Oracle Roving Edge Infrastructure permette di avere servizi infrastrutturali di base, software di piattaforma, sicurezza di livello enterprise e applicazioni sulla rete edge e in luoghi non connessi grazie ai Roving Edge Device, nodi server ruggedized, portatili e scalabili. Consentono ai clienti di far funzionare le applicazioni cloud e gestire carichi di lavoro sul posto, comprese attività quali le inferenze machine learning, l’integrazione e replicazione dei dati in tempo reale, le analytics aumentate e il data warehousing query-intensive.

Inoltre, fornisce servizi cloud e storage a livello dell’edge della rete, rendendo così possibile un’elaborazione a bassa latenza, più vicina al luogo di generazione e raccolta dei dati, il che rende più tempestiva l’estrazione di informazioni. Oracle sottolinea che la Roving Edge Infrastructure è “una estensione della tenancy Oracle Cloud Infrastructure (OCI) dei clienti, totalmente mobile e indipendente dalla connettività, dotata di un’interfaccia e di un flusso di lavoro simile”, proprio per offrire un’esperienza coerente e unificata.  

Di rilievo anche le caratteristiche hardware: un Roving Edge Device dispone di 40 OCPU (nel gergo Oracle, si tratta semplicemente di CPU di diversi fornitori), 512 GB di RAM e 61 TB di storage, e può agire in modalità singola oppure essere clusterizzato in gruppi da 5 a 15 nodi, a un costo che parte da 160 dollari per nodo al giorno.  



Clay Magouyrk di Oracle
Le aziende “vogliono poter scegliere, quando si tratta di gestire i loro carichi di lavoro in cloud. Ognuno ha esigenze diverse di sovranità dei dati e di scala, e c’è anche chi desidera ottenere on-premise la stessa esperienza di un cloud pubblico con tutti i servizi Oracle”, sottolinea Clay Magouyrk, executive vice president, Oracle Cloud Infrastructure, evidenziando che Roving Edge Infrastructure “è solo l’ultimo esempio di ciò che siamo in grado di fare, e permette di fornire servizi di infrastruttura core nei luoghi più remoti. La nostra offerta per il cloud ibrido, essenzialmente, crea una ‘cloud region’ con le caratteristiche, le modalità e nella località di cui ha bisogno il cliente”.
 

Presentando la nuova infrastruttura Roving Edge durante un evento online, Clay Magouryk ha anche colto l’occasione per sottolineare l’ampiezza del portafoglio cloud Oracle: oltre alle offerte di cloud pubblico, che comprendono 29 regioni Oracle Cloud, Oracle Government Cloud e sei regioni globali Oracle-Microsoft Azure Interconnect, Oracle offre il supporto più completo per le strategie di cloud ibrido. I servizi comprendono infatti Oracle Dedicated Region Cloud@Customer, Oracle Exadata Cloud@Customer, Oracle VMware Cloud Solution e appunto la Roving Edge Infrastructure. Insieme, queste soluzioni forniscono massima flessibilità della posizione e un alto grado di controllo, in modo che i clienti possano eseguire un set identico di servizi Oracle Cloud nei loro data center, eseguire servizi cloud di base completamente scollegati da Internet e minimizzare le dipendenze dal cloud pubblico.  

In particolare, la Oracle Cloud VMware Solution (OCVS) offre un ambiente basato su VMware, dedicato e cloud native, che permette alle aziende di spostare facilmente e velocemente i loro carichi di lavoro VMware in produzione sulla Oracle Cloud Infrastructure, utilizzando gli strumenti VMware che già conoscono. La soluzione offre la stessa esperienza sia in cloud sia nei data center on-premise, e si integra in modo fluido con l’infrastruttura cloud Oracle di seconda generazione, comprese le implementazioni di Dedicated Region Cloud@Customer.

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