Ma quanto conta lo storage as-a-Service?

Si possono fare i conti in tasca agli hyperscaler e capire, orientativamente, quale sia il loro peso come fornitori di storage?

Autore: Redazione ImpresaCity

Il messaggio forte agli albori del cloud era che le aziende non avrebbero più avuto bisogno di acquistare o noleggiare hardware perché ne avrebbero usufruito in modalità as-a-Service. AWS crede ancora che questo sarà il futuro prevalente. Altri cloud provider fanno affermazioni meno drastiche, visto che l'on-premise resiste a tutti gli attacchi. Almeno in parte. Comunque, è indubbio che il modello aaS ha avuto un grande successo, a livello infrastrutturale. Quindi i grandi hyperscaler sono anche, indirettamente, fornitori di hardware. Con quale peso?

La valutazione è difficile da fare, perché le offerte dei cloud provider sono molto differenziate e non sono facilmente scomponibili nei loro componenti base. È difficile cioè dire a quanti server fisici corrisponderebbe una determinata spesa in servizi di computing IaaS. È più facile farlo in campo storage, dove le offerte sono meno e meno differenziate. E si possono ipotizzare profili di utilizzo dello storage più o meno collegati a determinati tipi di istanze di computing.

Gli stessi calcolatori automatici di spesa che molti provider offrono possono dare una mano in questo senso. L'AWS Pricing Calculator, ad esempio, associa alle istanze generiche di computing EC2 i servizi Amazon Elastic Block Storage (EBS) in configurazione SSD generica. Se si imposta un server di media capacità (4 CPU, 16 GB di memoria) e vi si associa - conservativamente - un SSD virtuale da 128 GB si arriva a una spesa complessiva proposta di circa 75 dollari al mese, di cui circa 13 per lo storage.
È assolutamente solo un esempio e le configurazioni IaaS delle imprese sono di certo molto più variegate di questa. Ma la percentuale della spesa storage del nostro esempio (il 17% circa) è in linea con le stime degli analisti. Che collocano la percentuale dovuta allo storage della spesa in servizi IaaS tra il 15 e il 20 per cento. Partendo da queste stime, si può fare un altro esercizio per capire come sta cambiando il mercato dello storage: confrontare il business STaaS (Storage-as-a-Service) con quello tradizionale.

Il confronto, va detto subito, è in parte improprio. Perché i vendor tradizionali vendono anche agli hyperscaler, quindi questi sono assimilabili più un canale di rivendita che a vendor in senso proprio. Inoltre, alcuni comparti del mercato storage - specialmente i sistemi di fascia alta, quelli che ha più senso avere in casa - non hanno un vero contraltare as-a-Service. Infine, è difficile fare un confronto tra alcune funzioni abilitate dall'hardware e che dovrebbero essere invece acquistate come servizi autonomi in caso di STaaS.

Limitandoci però a una considerazione di base - ossia che lo storage acquisito in STaaS da un hyperscaler è comunque storage che non viene venduto o noleggiato da qualcun altro in senso classico - qualche indicazione di massima e di tendenza il confronto la dà.

Partendo dalle cifre consolidate del terzo trimestre 2020, si nota che i due principali hyperscaler - AWS e Microsoft con Azure - sono già fornitori leader di storage. Nell'ipotesi più ottimistica, ossia che lo storage pesi per il 20% del business IaaS, AWS ha venduto servizi di storage per circa 2,3 miliardi di dollari e Azure per 1,2. Con l'ipotesi più conservativa del 15%, AWS si attesta a 1,7 miliardi di dollari e Azure a 948 milioni.
Sono cifre da podio nel mercato dei vendor tradizionali. Secondo IDC, infatti, nello stesso trimestre Dell Technologies ha venduto storage per 1,95 miliardi di dollari, seguita nell'ordine da NetApp (638 milioni), Huawei (633), Hitachi (376) e IBM (312). In una ipotetica classifica "mista" per valore, AWS sarebbe quindi prima o seconda davanti o dopo Dell, Azure sarebbe in ogni caso terzo davanti a NetApp.

Vale anche la pena considerare, sempre con tutte le cautele del caso, come sta cambiando il mercato complessivo dello storage, "fruito" ed acquistato. Nell'ipotesi più conservativa i due grandi hyperscaler hanno mosso in un trimestre qualcosa come 2,65 miliardi di dollari. I cinque vendor tradizionali hanno fatto business per 3,9 e il resto del mercato per 2,1. Con i tassi di crescita del cloud, sembra logico pensare che i vendor hardware debbano puntare sempre più sui contenuti tecnologici e non certo sull'appeal di massa. Lo storage "medio" sembra sempre più orientato verso la nuvola.

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