Finanziamenti ridotti ed incertezza economica, ma anche sistemi IT legacy: sono questi i fattori che hanno spinto, anno dopo anno, i governi europei a
rivolgersi progressivamente all’open source al fine di modernizzare le loro IT operations e offrire ai cittadini
servizi sempre più efficienti e moderni. In questo scenario, la pandemia e gli stimoli alla ripresa messi in campo dai vari Paesi potrebbero avere un
impatto positivo di lungo termine sul settore pubblico.
La continua evoluzione di quadri normativi e policy ha fatto sì che la Pubblica Amministrazione non sia più un utente passivo della tecnologia, ma
un attore più che mai attivo, autosufficiente, che
contribuisce attivamente allo sviluppo di nuovi standard e soluzioni open source da ottimizzare e distribuire al di fuori di confini ministeriali e nazionali. Ha inoltre ottenuto
nuovi livelli di sostenibilità e autonomia grazie alla crescente prevalenza del cloud ibrido aperto che ha sbloccato il pieno potenziale del settore pubblico.
Eppure, se questo orientamento strategico ha permesso agli enti pubblici di
ottenere valore per i contribuenti e offrire le migliori soluzioni di eGovernment della categoria, le sue possibilità sono
tutt’altro che esaurite.
Sulla spinta di un’emergenza pandemica che mette il servizio pubblico in condizioni di non permettersi di fallire e forte di una serie di investimenti europei per la ripresa economica (l’UE dedicherà almeno il 20% dei 750 miliardi di euro previsti
ai servizi e alle infrastrutture digitali in molteplici
settori verticali, compreso quello pubblico), l’open source può inseguire un’opportunità più unica che rara: realizzare un impatto tecnologico in grado di trasformare positivamente e in modo duraturo il settore pubblico.
L'effetto di amplificazione
L'adozione di tecnologie e metodologie open source consente di trasformare gli acquisti IT in una risorsa più strategica non solo per
ridurre la dipendenza da software e tecnologie proprietarie, ma anche e soprattutto per permettere alle organizzazioni del settore pubblico di tutta l'UE di raggiungere i loro obiettivi investendo gli uni negli altri e
lavorando insieme come una comunità dove l’esperienza condivisa può confluire in progetti attuali e futuri e dove i governi locali, regionali e centrali sono in grado di prendere decisioni di investimento più consapevoli basate su dati e risultati tangibili.
In quest’ottica, l'open source è stato determinante per l'implementazione, da parte delle organizzazioni del settore pubblico europeo, di
strategie di cloud ibrido aperto e multi-cloud che sostenessero la modernizzazione e il cambiamento culturale utili ad affrontare le elevate preoccupazioni di lock-in e portabilità. Uno stato membro ha messo a punto un importante programma di cloud pubblico che cambierà completamente il volto della finanza pubblica e degli investimenti attraverso processi costruiti su framework aperti che consentono alle organizzazioni del settore pubblico di implementare infrastrutture cloud ibride e orchestrare applicazioni containerizzate per creare nuove piattaforme e servizi digitali.
FIWARE, piattaforma cloud e
hub collaborativo che fornisce le basi per una comunità diversificata di sviluppatori, città e oltre 1.000 diverse PMI e startup, è un brillante esempio di questo modello, dove le organizzazioni che sfruttano la piattaforma
contribuiscono regolarmente ad accelerare lo sviluppo in settori come
eHealth, trasporti ed energia, tra gli altri. È particolarmente efficace nell'accelerazione dello sviluppo dell'IoT e ha giocato un ruolo chiave nel consolidare lo sviluppo delle smart city, che tendono a soffrire di frammentazione amministrativa.
I nuovi Digital Disruptor
L’ open source, in definitiva, è atto a promuovere la collaborazione tra
comunità distribuite nel settore pubblico, dove tutti si riuniscono per contribuire allo sviluppo di un codice che può essere adattato e rafforzato, per soddisfare i requisiti specifici del settore pubblico sotto forma di software open source di livello enterprise. Al tempo stesso permette ai team IT di
allineare le policy con i requisiti organizzativi, per fornire servizi che corrispondano alle aspettative di ministri, funzionari governativi e utenti finali: i cittadini.
I progetti di modernizzazione, in altre parole, possono ora essere
gestiti dal "basso verso l'alto" piuttosto che “dall’alto verso il basso", coinvolgendo tutti coloro che hanno un interesse nel risultato, che si estendono alla società civile, ai funzionari pubblici, alla politica fino ai decisori, e garantendo un processo più olistico che porterà benefici diretti al business e alla società.
Se, al netto di tutto ciò, consideriamo la necessità evolutiva dettata dalla pandemia e lo stimolo fondamentale esercitato dai fondi UE, possiamo dunque essere sicuri che
il futuro ci riserverà lo sviluppo di infrastrutture e servizi di eGovernment aperti e inclusivi che soddisferanno le esigenze dei servizi pubblici, della società civile e delle imprese per molti anni a venire; e che saranno proprio le organizzazioni pubbliche ad emergere come digital disruptor, contribuendo direttamente alla creazione di nuove soluzioni e standard aperti e persino di una nuova legislazione digitale.
James Lovegrove è Public Policy Director di Red Hat