Il ruolo del COO nel ripensare il futuro dell'impresa

Autore: Karl Hausdorf e Danilo Rivalta

Alla luce degli ultimi avvenimenti, molte aziende stanno cogliendo l'opportunità di ripensare a ciò che le rende differenti, arrivando persino a mettere in discussione la loro stessa esistenza in futuro. Con un nuovo anno di fronte a noi, qual è lo scenario che attende i COO?

Attualmente, le aziende si stanno muovendo sulla scia delle trasformazioni avviate durante il lockdown, rafforzando la resilienza che ha permesso loro di sopravvivere fino ad oggi. Si tratta di un'enorme opportunità e, allo stesso tempo, di un considerevole rischio. Se si indovinano le mosse, il premio sarà enorme – un deciso incremento della produttività, una rinnovata cultura aziendale e nuove relazioni con i clienti – ed è qualcosa per cui vale la pena combattere. Se invece, però, si commettono errori, si rischierà di essere staccati dalla concorrenza e di diventare sempre più irrilevanti sul mercato. La posta in gioco, quindi, è notevole.

All'incrocio tra fisico e digitale

In questo, la figura del COO svolge un ruolo essenziale. La sua posizione non ha a che fare solamente con il rendere l’azienda attrezzata ad affrontare l'oggi, ma anche con il prevedere le necessità del domani. Come ripensare le supply chain per assicurarsi che gli stessi colli di bottiglia non si ripetano più? Come superare la complessità che ha ostacolato alcune delle risposte immediate richieste dalla crisi? Come reagire di fronte a crisi future e mitigare l'incertezza?
Anche se il compito sembra arduo, le opportunità per i COO sono stimolanti e del tutto inedite. Dal back-end al front-end, sono tantissimi i processi fisici che ora affondano le proprie radici nel digitale, e la crisi ha allargato il campo di possibilità accelerando l'adozione dei servizi cloud. I COO si trovano nella posizione ideale per esigere che tutte queste possibilità si concretizzino convergendo in qualcosa di assai più significativo della semplice somma delle loro parti.

Affinché questo accada alla velocità necessaria, COO, CIO, CTO e team IT devono lavorare all'unisono per ripensare le operazioni, mossi da una vision comune indirizzata ad una strategia tecnologica che sostenga il modello di business. Una tale collaborazione era già in atto, naturalmente, prima che il Covid-19 cambiasse le carte in tavola. Nel marzo 2020, il 19% delle aziende stava già collaborando con le proprie operations, allo scopo di riprogettare la trasformazione. Il fatto sorprendente, semmai, è che l'altro 81% non lo stesse ancora facendo.

Fare di più con meno, come sempre

Proviamo a pensare a come dovrebbero caratterizzarsi queste operazioni maggiormente resilienti. Dovrebbero certamente esserci value chain più corte e agili, assieme a uno sviluppo dei prodotti più rapido; un monitoraggio automatizzato (e più efficiente) grazie ad analytics, Intelligenza Artificiale e Internet of Things; e dipendenti maggiormente coinvolti per fornire migliori customer experience su tutti i canali. Un'altra priorità dovrebbe inoltre essere quella di una maggior sostenibilità nel proprio modo di fare business.

Che questi cambiamenti avverranno su uno sfondo economico globale recessivo o meno è difficile da prevedere. Questo però non è in realtà necessario saperlo, dato che la consueta sfida di riuscire a fare di più con meno continuerebbe comunque ad essere sempre in primo piano. I cambiamenti che molte aziende probabilmente hanno già attuato torneranno utili, con il lavoro a distanza che è un chiaro esempio di questo trend.” – ha spiegato nello specifico, Danilo Rivalta, CEO di FINIX Technology Solutions.
L'OECD - prosegue - ha infatti recentemente pubblicato una rassegna delle interconnessioni complesse che esistono tra produttività e telelavoro. Altrove, altri hanno sottolineato i vantaggi specifici del lavoro da remoto: per esempio, il 60% delle aziende ha affermato che i nuovi modelli commerciali remoti si stanno comportando altrettanto efficacemente, se non di più, dei canali tradizionali. Noi, come FINIX Technology Solutions, siamo i primi a credere fortemente nel valore che i dipendenti possono generare lavorando da casa e siamo decisi a mantenere lo smart working come asset strutturale della nostra organizzazione del lavoro nel prossimo futuro.”

Ma al di là del lavoro a distanza? Le aziende sono in grado di analizzare le performance in tempo reale? E di capire quali richieste relative alla propria supply chain o ai propri servizi abbiano bisogno di una risposta immediata? Possono ridurre le attività a basso valore aggiunto affinché le persone possano concentrarsi sul lavoro che fornisce maggior valore? I consulenti di McKinsey & Co. hanno recentemente calcolato che gli aumenti di produttività resi possibili da un “reset pandemico” in un unico settore – quello della sanità – ammonteranno all'equivalente di 400 miliardi di dollari entro il 2025. Mantenere un'impostazione agile di questo genere è destinato quindi a diventare un imperativo commerciale.

I dati sono al centro

Queste considerazioni lasciano aperta una domanda ingannevolmente semplice: come? Questa crisi, come tutte le altre, ci ha lasciato in eredità una nuova realtà. Ciò significa che dobbiamo riesaminare il modo in cui usiamo i dati e la tecnologia digitale. Dovremo creare nuovi dataset ed esplorare e convalidare nuove tecniche di modellazione, e dovremo farlo in fretta; dovremo capire se stiamo usando il cloud, le nostre app, la IA (e molto altro) nel modo più smart possibile. Le aziende che saranno in grado di capirlo, balzeranno certamente davanti alle altre.

I dati sono al centro di ogni trasformazione digitale. Le aziende devono monetizzare i propri patrimoni di dati per poter innovare e generare nuove opportunità di business e di fatturato. Tuttavia, in assenza di un framework sistematico, i dati sono poco più che un ammasso di informazioni disconnesse tra loro. La sfida è quella di ricavarne un senso: non si può ottenere valore senza prima razionalizzare e integrare i dati attraverso la loro organizzazione e quella di tutta la loro value chain. Una base flessibile, agile ed efficiente è essenziale affinché la data science e la IA possano compiere le loro magie.
A un traguardo tale si può arrivare solo attraverso un lungo percorso di trasformazione data-driven che Fujitsu ritiene comprendere quattro livelli principali o aree di focalizzazione critiche, solo al termine del quale c'è il valore di business. Ogni livello è cruciale per il successo della trasformazione: è impossibile saltare i preliminari e sperare comunque di giungere a buoni risultati. Il valore di business è l'effetto diretto di scelte appropriate e dell'applicazione di data science e IA; a loro volta, queste scelte dipendono dal fatto che strategia e architettura scelte siano corrette.

Collaborare con i clienti

Nella nostra esperienza, la maggior parte delle aziende fa inizialmente fatica, anche avendo la consapevolezza del fatto che gli asset informativi contengano un valore intrinseco che aspetta solamente di essere colto. Infatti, il compito può spesso sembrare impossibile: identificare le connessioni, capire come gestire le informazioni ovunque si trovino (on-premises, nel cloud, oppure, più facilmente, in entrambi gli ambienti), proteggere i dati più importanti dall’andare persi, prendere le giuste misure di cybersicurezza e applicare IA e data science per ottenere gli insight necessari al business.

È stato questo il caso di un cliente Fujitsu come Akademiska Hus, una delle maggiori società immobiliari svedesi, che aveva bisogno di digitalizzare tutti gli aspetti del proprio ambiente IT allo scopo di diventare più efficiente e flessibile, migrare verso un ambiente cloud privato che potesse essere facilmente esteso verso un cloud ibrido e fornire scalabilità e servizi informativi in tempo reale. Fujitsu ha quindi realizzato una soluzione PRIMEFLEX for VMware Cloud Foundation plug-and-play che supporta attualmente 450 utenti VDI in 16 sedi. La soluzione ha dimezzato i costi, raddoppiando efficienza e prestazioni, consentendo inoltre la mobilità degli utenti grazie a un ambiente VDI completo, accessibile da smartphone e gestibile da ovunque.

Questo è il tipo di trasformazione che i COO possono ottenere, assumendosi il compito di ripensare le operazioni di ogni giorno. Considerata la velocità dei cambiamenti avvenuti lo scorso anno, molto deve ora essere fatto in termini di integrazione, sicurezza e orchestrazione. Il focus sui dati è, secondo noi, quello che crea realmente il potenziale per una vera trasformazione, come dimostra l'esempio di Akademiska Hus.

Karl Hausdorf è Head of Customer Experience, Data Consultative Sales Fujitsu
Danilo Rivalta è CEO di FINIX technology Solutions

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