In base a una recente indagine dell’Osservatorio piccole imprese
GoDaddy,
una PMI su due in Italia non possiede un sito internet. Tra queste aziende, il
15% dichiara di non utilizzare un sito web per la mancanza di risorse finanziarie, mentre il
25% perché non lo ritiene necessario.
Ma com’e noto, nell’ultimo anno si è assistito a una
profonda accelerazione nell’utilizzo degli strumenti digitali da parte di diversi settori merceologici, diventato essenziale per andare incontro alle esigenze dei clienti, soprattutto durante le restrizioni dovute al Covid-19. Permangono tuttavia ancora resistenze, dovute principalmente a una scarsa consapevolezza da parte delle imprese, soprattutto dei costi di questi servizi.
Per aiutare i piccoli imprenditori ad avere maggior consapevolezza, non solo sulle potenzialità di questi strumenti, ma anche sui costi,
GoDaddy, società con oltre 20 milioni di clienti in tutto il mondo che offre a PMI e imprenditori una suite integrata di strumenti necessari per far crescere il loro business online, ha stilato una breve guida che raccoglie quali sono i fattori che influiscono sul costo di un sito internet.
Valutare la tipologia di sito: prima di avviare la realizzazione di un sito è importante capire qual è la sua finalità e di quali funzioni necessita (e-commerce, prenotazioni). Se il sito è pensato per una piccola attività o si tratta di un sito personale basteranno pochi contenuti che descrivano i servizi offerti. L’inserimento e l’integrazione di nuove funzioni potrà arrivare in un secondo momento.
Registrare un dominio: il primo tassello da considerare nella creazione di un sito web è la registrazione del dominio, cioè l’indirizzo web grazie a cui le persone potranno atterrare sul sito. In generale per l’apertura di un dominio si può considerare una spesa di
circa 20 euro all’anno. GoDaddy per esempio offre la possibilità ai propri clienti di controllare se il dominio selezionato è ancora disponibile e l’eventuale costo, oltre a fornire una serie di suggerimenti per scegliere il dominio più adatto alla propria attività e ai propri obiettivi, per esempio se acquistare estensione .it, .com .org .edu, o le nuove estensioni come .app, .school, .bar, e tanti altri ancora.
Hosting: i costi relativi al canone per ospitare presso i server di un provider il proprio sito ed eventuali servizi Web aggiuntivi: il più economico è l’affitto di un hosting su un server esterno, cui il prezzo può variare da pochi euro sino ad arrivare a 100 euro al mese. Molto più costoso e complesso è avere un server autonomo poiché oltre ai costi d’acquisto vanno considerati anche quelli relativi alla gestione e all’aggiornamento, oltre che il consumo di energia elettrica.
Gianluca Stamerra di GoDaddyRealizzare un sito attraverso una piattaforma, utilizzando piattaforme standard, ovvero i cosiddetti CMS, Content Management System, con i quali è possibile realizzare un sito in poco tempo, in maniera semplice e mantenendone sempre il controllo completo, oppure
realizzare il sito attraverso uno sviluppatore: affidare la creazione del proprio sito a professionisti, come web designer, in grado di realizzare siti complessi, dotati di funzionalità avanzate e personalizzazione pressoché totale, può avere costi più elevati rispetto a quelli offerti da una piattaforma, che varieranno in base alla complessità del sito e dei servizi che si intendono implementare.
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Il costo dell’apertura di un sito può variare molto, partendo da poche decine di euro, arrivando a diverse migliaia in base alla complessità e ai servizi richiesti. Oggi è difficile pensare a un business che non sia toccato dal digitale e che non possa sfruttare le sue potenzialità”, spiega
Gianluca Stamerra, Regional Director di GoDaddy per Italia, Spagna e Francia.
“È importante trasmettere agli imprenditori quanto questi strumenti, a partire dal semplice sito internet, possano agevolare tutta una serie di attività. A partire dalla riduzione e ottimizzazione dei costi, sino a velocizzare alcuni processi che possono migliorare l'esperienza del cliente.”