Un sondaggio globale indipendente reso noto da
Dynatrace rivela come la crescente adozione di
architetture cloud-native, DevOps e metodologie agili abbia infranto gli
approcci tradizionali alla sicurezza delle applicazioni.
Man mano che le aziende danno più responsabilità agli sviluppatori per accelerare l’innovazione, ecosistemi IT sempre più complessi e strumenti di sicurezza obsoleti possono rallentare i rilasci, lasciando punti ciechi e
costringendo i team a valutare manualmente innumerevoli avvisi, molti dei quali sono falsi positivi che riflettono vulnerabilità in librerie che non sono utilizzate in produzione.
La ricerca “
Precise, automatic risk and impact assessment is key for DevSecOps”, condotta su 700 Chief Information Security Officer (CISO), mostra alcuni dati interessanti, come per esempio il fatto che
l'89% dei CISO afferma che microservizi, container e Kubernetes hanno creato punti ciechi nella sicurezza delle applicazioni, mentre
il 97% delle organizzazioni non ha visibilità in tempo reale sulle vulnerabilità di runtime negli ambienti di produzione containerizzati.
Non solo: quasi
due terzi (63%) dei CISO affermano che DevOps e lo sviluppo Agile hanno reso più difficile rilevare e gestire le vulnerabilità del software, mentre il 74% dei CISO afferma che
i controlli di sicurezza tradizionali come gli scanner di vulnerabilità non si adattano più al mondo cloud-native di oggi e il 71% ammette di non essere completamente sicuro che il codice sia privo di vulnerabilità prima di entrare in produzione.
“Il maggiore utilizzo di architetture cloud-native ha sostanzialmente interrotto gli approcci tradizionali alla sicurezza delle applicazioni”, sottolinea Bernd Greifeneder, Founder e Chief Technology Officer di Dynatrace. “Questa ricerca conferma quello che avevamo anticipato da tempo: le scansioni manuali delle vulnerabilità e di valutazioni d’impatto non sono più in grado di tenere il passo con il ritmo del cambiamento negli ambienti cloud dinamici di oggi e nei rapidi cicli di innovazione. La valutazione del rischio è diventata quasi impossibile a causa del numero crescente di dipendenze interne ed esterne dei servizi, delle dinamiche di runtime, della delivery continua e dello sviluppo di software poliglotti che utilizza un numero sempre crescente di tecnologie di terze parti. I team già al limite sono costretti a scegliere tra velocità e sicurezza, esponendo le loro organizzazioni a rischi inutili”.
Tra le altre risultanze dell’indagine, è emerso che in media le organizzazioni devono reagire a 2.169 nuovi avvisi di potenziali vulnerabilità della sicurezza delle applicazioni ogni mese, e che il 77% dei CISO afferma che la maggior parte degli avvisi e delle vulnerabilità di sicurezza sono falsi positivi che non richiedono interventi in quanto non sono vere esposizioni.
Inoltre, il 68% dei CISO indica che il volume degli avvisi rende molto difficile prioritizzare le vulnerabilità in base al rischio e all’impatto, e il 64% sostiene che gli sviluppatori non hanno sempre il tempo di risolvere le vulnerabilità prima che il codice entri in produzione. Infine, il 77% dei CISO afferma che l’unico modo per la sicurezza di stare al passo con i moderni ambienti applicativi cloud-native è sostituire l’implementazione, la configurazione e la gestione manuali con approcci automatizzati, e il 28% rivela che a volte i team delle applicazioni ignorano le scansioni delle vulnerabilità per accelerare la distribuzione del software.
“Man mano che le organizzazioni adottano DevSecOps, devono anche fornire ai propri team soluzioni che offrano analisi di rischio e impatto automatiche, continue e in tempo reale per ogni vulnerabilità, in ambienti sia di pre-produzione che di produzione, e non basate su 'istantanee' di un singolo momento”, conclude Greifeneder. “Con l’Application Security Module inclusa nella piattaforma di software intelligence Dynatrace, le organizzazioni possono sfruttare automazione, intelligenza artificiale, scalabilità e consistenza di livello enterprise di Dynatrace ed estenderle per fornire cicli di rilascio più sicuri con la certezza che le loro applicazioni cloud-native non siano esposte”.