Se
nel 2020 il mercato digitale ha chiuso in sostanziale pareggio, ovvero con una impercettibile contrazione dello 0,6%, un risultato inaspettato visto il contesto pandemico,
già nel 2021 la rotta si invertirà, con una crescita sensibile grazie alle risorse e le riforme contenute nel Pnrr. Questa la sintesi indicata nel
Rapporto annuale “Il Digitale in Italia 2021” di Anitec-Assinform, l’Associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’ICT, presentato oggi a Milano.
Nel dettaglio,
l’andamento del mercato digitale nel 2020 è stato migliore rispetto a quello dell’economia nel suo complesso. A fine 2020 la spesa in beni e servizi digitali ha registrato un calo dello 0,6%, per un valore complessivo di 71,5 miliardi di euro. Sul fronte dei comparti tecnologici, la diminuzione più rilevante ha riguardato le componenti più tradizionali del mercato, come i servizi di rete (-6,4%) e la componente software (-2,3%). In controtendenza la spesa in dispositivi e sistemi (+1,3%), il mercato dei servizi ICT (+3,3%), i contenuti e la pubblicità digitale (+3,6). Si conferma inoltre la dinamica a due velocità già osservata negli scorsi anni, con la componente tradizionale del mercato ICT in calo (-1,9%) e quella dei Digital Enablers, che continua ad agire da motore del mercato (+7,1%).
Ma il 2020 ha
accentuato il divario ancora esistente nell’adozione delle tecnologie digitali tra le aziende di medie e piccole dimensioni e le grandi organizzazioni, e tra le diverse aree geografiche. La spesa sostenuta dalle grandi imprese (+250 addetti) è aumentata (+1,4%), mentre quella sostenuta dalle aziende di medie dimensioni (50-249 addetti) e di organizzazioni più piccole (1-49 addetti) ha subito un calo (-2,4% per le prime, -5% per le seconde). Da un punto di vista geografico il mercato digitale italiano è localizzato prevalentemente nel Nord Ovest (35,2% dell’intero mercato) e nel Centro Italia (25,8%).
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Il 2020 è stato un anno del tutto eccezionale. Un anno che per la sua portata trasformativa, per gli impatti sulle persone e sulle imprese ha condensato in 12 mesi cambiamenti che avvengono in almeno 5 anni. Nel complesso, il mercato digitale ha tenuto, facendo registrare una performance migliore rispetto all’economia nel suo complesso. Ora, grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si aprono nuovi scenari. Nonostante le incertezze, è lecito guardare con ottimismo ai prossimi mesi e anni. La pandemia ha aperto nuove prospettive al di là dell’emergenza e la normalità sta prendendo nuove forme”, ha sottolineato
Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform.
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Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato nel mese di giugno 2021 è la cornice all’interno della quale dovremo incanalare gli sforzi, per fare in modo che la trasformazione digitale si rafforzi e consenta di tramutare la ripresa in crescita. Circa 50 miliardi di euro sono stati allocati per la digitalizzazione. Prevediamo scenari positivi per il settore digitale che nel 2024 potrebbe raggiungere quasi i 95 miliardi di euro”, ha aggiunto Marco Gay.
In effetti,
le previsioni di crescita del mercato digitale nei prossimi tre anni (2021-2024) sono fortemente condizionate dall’attuazione nel Pnrr. Nel Rapporto vengono delineati
quattro scenari, in base all’utilizzo ogni annuo dei fondi stanziati. Dall’intero impiego già nel corso del 2021 di tutta l’allocazione dei fondi previsti per gli investimenti in digitale dal Pnrr, il mercato potrebbe avere un maggiore incremento di 3,6 miliardi di euro raggiungendo un volume di 77,6 miliardi di euro contro i 74 miliardi previsti in base alla sola crescita fisiologica.
Questo porterebbe la crescita del mercato digitale nel 2021 all’8,5% rispetto a una previsione del 3,5% stimato senza il contributo dei fondi del Pnrr. L’impatto negli anni successivi oscilla tra il 4,5% e lo 0,6% in più sul tasso di crescita dello scenario base, a seconda che i fondi saranno utilizzati completamente o per il 70% o il 50%. Nell’ipotesi più ottimistica di utilizzo completo dei fondi allocati annualmente il mercato digitale arriverà vicino ai 95 miliardi di euro nel 2024. I settori che potranno avere maggiori impatti dall’impiego dei fondi previsti dal Pnrr per il digitale sono
Pubblica Amministrazione, Sanità, Industria, Telecomunicazioni, Travel & Transportation ed Energy & Utilities.
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Ora occorre procedere speditamente sulla via tracciata dal Pnrr. Il digitale rappresenta lo strumento più efficace per ridurre i gap di produttività e di efficienza del nostro sistema economico, migliorare i servizi resi dalla pubblica amministrazione, sostenere la nascita di nuova imprenditorialità. Gli obiettivi che ci attendono richiederanno l’impegno e la collaborazione di tutti gli attori pubblici e privati, in una logica di rispetto reciproco di ruoli e competenze. La pandemia ha comportato perdite umane che non saranno mai compensate negli affetti. Anche per loro, abbiamo il dovere di guardare al futuro e alle nuove generazioni costruendo un’Italia più forte che si regga su basi solide e competitive”, ha concluso Marco Gay.