Il mercato delle soluzioni
Internet of Things? Certamente è in fortissima
crescita, lato business come lato consumer. Ma proprio per questo i produttori tecnologici rischiano di dover correre troppo, per non perdere opportunità di business, e di lasciare per strada una delle attività a cui devono prestare invece maggiore attenzione:
i test di compatibilità elettromagnetica. Perché nessuna soluzione IoT opera davvero da sola: deve poter convivere senza problemi - e senza causarne - con gli altri prodotti elettronici che la circonderanno. Anche se sono di natura completamente diversa.
La questione chiave, per i produttori, resta in ogni caso quella della velocità.
Arrivare rapidamente su un mercato locale con i propri prodotti è importante. Ma qualsiasi mercato ha le sue specificità in termini di normative da rispettare e di requisiti tecnici di certificazione richiesti.
UL, il cui marchio è ben noto perché è uno degli enti più usati per le certificazioni, proprio per questo ha nel tempo ampliato la sua rete di laboratori locali, che oggi sono 140 in tutto il mondo. La novità è che
quello già esistente a Carugate, vicino Milano, è stato ampliato con una estensione dedicata in modo specifico ai test per gli oggetti connessi IoT.
UL si definisce esperta in "safety science" perché il suo obiettivo generale è garantire l'adozione in sicurezza delle nuove tecnologie. In particolare con una
estesa attività di testing e certificazione che ora si focalizza sull'ambito IoT, seguendone la crescita. Questo vale
anche per l'Italia, dove gli oggetti connessi si avviano a superare la soglia anche simbolica dei cento milioni. Così il laboratorio di Carugate - spiega
Francesco Marenoni, Sales Director, Consumer, Medical and Information Technology di UL in Italia - intende supportare i produttori IoT che mirano al mercato nazionale - ma anche a quello genericamente del Sud Europa - in
tutto il processo di go-to-market, dai test preliminari a quelli sul prodotto finale.
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Non c'è uno standard unico per i test di compatibilità elettromagnetica - spiega Marenoni -
e i requisiti e regolamenti nazionali cambiano costantemente, cosa che rende più complesso portare un nuovo prodotto su un mercato internazionale". Nel laboratorio UL i produttori possono testare come un loro prodotto performa in un ambiente reale, dove convive con altri ed è immerso in vari campi elettromagnetici di tipo diverso. I test possono essere
condotti sin dalla fase di design del prodotto, una scelta che permette di risparmiare tempo e costi rispetto a dover eventualmente intervenire alla fine del processo di prototipazione. O addirittura a prodotto finito.
UL guarda con particolare interesse alle aziende che operano nei settori
medicale, elettronica di consumo, manufacturing industriale. "
Tutti ambiti con trend di crescita che la pandemia ha accelerato - sottolinea Marenoni -
pensiamo rispettivamente alla telemedicina, alla smart/connected home, alla smart factory". Oltre ai test veri e propri per le certificazioni internazionali, il centro di Carugate offre ai produttori IoT anche attività consulenziali. Utili per i vendor che non hanno molta esperienza nei processi di certificazione o che
non hanno chiaro quali standard e requisiti possono applicarsi a un dato prodotto.
Il laboratorio UL di Carugate fa anche da
Notified Body per le direttive europee in materia di compatibilità elettromagnetica e la direttiva RED per le apparecchiature radio. È inoltre in grado di fornire i servizi di misurazione che coprono i
dispositivi medici, secondo la IEC 60601, e i test della diagnostica in vitro e delle apparecchiature di laboratorio, secondo lo standard IEC 61010. A breve supporterà anche le certificazioni volontarie ASCA (Accreditation Scheme for Conformity Assessment) che semplificano la fase di approvazione da parte della FDA statunitense per i
prodotti medicali connessi.