In "pieno rispetto degli obiettivi concordati in sede europea", il Governo ha presentato le linee guida per le riforme - ben sei, e
tutte da adottare entro il 2022 - dei vari livelli della formazione scolastica e universitaria. Tra queste riforme spicca quella degli
istituti tecnico-professionali, che in Italia sono sempre stati considerati l'opzione per i meno capaci, mentre all'estero formano persone già pronte per le nuove esigenze del mondo del lavoro. Questa riforma è per il Governo "strettamente collegata al rafforzamento della capacità di innovazione promosso dal Piano nazionale Industria 4.0".
Anche la ricerca dovrebbe vedere rafforzati i collegamenti con il mondo delle imprese: entro il 2021 dovrebbero essere completate ad esempio la
revisione dei dottorati, per un migliore coinvolgimento delle imprese e centri di ricerca, e l’introduzione di
lauree abilitanti "che facilitino l’accesso all’esercizio delle professioni". Nella prima metà del 2022 dovrebbero poi essere individuati 12 ecosistemi dell’innovazione per la ricerca applicata e un massimo di 15 grandi programmi di ricerca interdisciplinare, portati avanti da partenariati pubblico-privato.
Il PNRR è una fondamentale
occasione da cogliere per rilanciare l'Italia. Ma
chi deve occuparsi di verificare che le sue potenzialità vengano colte e che siano rispettati gli impegni presi con l'Europa? La quale, in fondo, eroga fondi man mano che le tappe dei Piani Nazionali vengono rispettate. Parallelamente alla definizione delle nuove linee guida per l'istruzione, il Governo ha definito - o meglio,
chiarito - le cose anche in questo senso.
La realizzazione pratica dei progetti collegati al PNRR è delle singole entità (PA centrale e locale) che ne sono titolari, la governance complessiva di questi progetti è invece affidata ad una
Cabina di Regia che ha "poteri di indirizzo, impulso e coordinamento generale sull'attuazione degli interventi del PNRR".
Dato che il compito della Cabina di Regia è complesso e variabile, si è stabilito che essa venga affiancata da altri
cinque organismi di monitoraggio. Due fanno capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e sono la Segreteria tecnica e l'Unità per la razionalizzazione e il miglioramento della regolazione. Gli altri sono collegati al Ministero dell’Economia e delle Finanze e sono: il Servizio Centrale per il PNRR, che tra l'altro è il punto di contatto con la Commissione europea per l'attuazione del PNRR stesso; l’Unità di missione per la valutazione dello stato di attuazione delle milestone e target del PNRR, che in pratica "spunta" i singoli obiettivi pianificati; l’Ufficio di audit del PNRR.