Prima l'annuncio di un investimento da oltre 750 milioni di euro per l'innovazione tecnologica
sostenibile. Ora un nuovo impegno sul fronte ricerca e sviluppo (R&S) con investimenti futuri per lo sviluppo di
nuovi materiali e di nuove soluzioni in grado di ridurre l'impatto ambientale. Sono le ultime iniziative di
Epson in campo innovazione, che tra l'altro puntano ad
un approccio "bottom up" (dal basso verso l'alto) nell'innovazione in generale. Con l'obiettivo di ridefinire le modalità alla base dell'ideazione e della commercializzazione dei propri prodotti.
Epson punta sostanzialmente ad
una propria forma di open innovation. Attraverso una
maggiore apertura che, nelle intenzioni, consentirà ai dipendenti di identificare e condividere più rapidamente le nuove opportunità. I dipendenti riceveranno il sostegno necessario per
condividere nuove idee e collaborare al loro sviluppo, mantenendo il focus sulla sostenibilità delle soluzioni. Non solo: per garantire una cultura aperta, spiega Epson, il processo di cambiamento includerà anche la consultazione dei dipendenti in merito all'ambiente di lavoro e ai comportamenti manageriali.
Epson si è inoltre impegnata a
non perseguire un'eccessiva crescita dei ricavi, favorendo un profitto equo e promuovendo una società sostenibile tramite partnership e collaborazioni aperte basate sulle tecnologie proprietarie, sui prodotti e sui servizi dell'azienda. La società giapponese potrà inoltre contare su
Epson X, un fondo di venture capital nato nel 2020 con un investimento iniziale di quasi 38 milioni di euro per accelerare la collaborazione e l'open innovation.
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Affinché l'innovazione porti davvero a una trasformazione - ha dichiarato
Yoshiro Nagafusa, Presidente di Epson Europa -
è necessario intraprendere un cambiamento culturale e promuovere la collaborazione. L'Open Innovation è un fattore chiave per il nostro futuro: una maggiore collaborazione, le partnership e la condivisione delle conoscenze, infatti, favoriscono lo sviluppo e l'innovazione. Ciò è vero sia internamente all'azienda sia esternamente, in caso di collaborazione con altre entità per la risoluzione di problemi complessi".
I primi frutti di questo approccio di open innovation potrebbero vedersi già in alcuni percorsi già intrapresi da Epson sul fronte dei
materiali biodegradabili e riciclabili. In particolare, Epson ha contribuito allo sviluppo di nuove forme di bioplastica nell'ambito di un consorzio di aziende e organizzazioni che comprende, tra gli altri, anche NEC e l'Università di Tokyo. Il frutto di questo lavoro è la
pararesina, una nuova e promettente plastica derivata da biomasse che utilizza il paramylon, un polisaccaride tratto dalle alghe marine.
Tramite la sussidiaria
Atmix, Epson sta poi lavorando per sviluppare un processo di economia circolare in cui usare la stampa 3D per produrre componenti, tra cui ricambi per auto e parti elettriche, usando
polveri di metallo recuperate dai metalli di scarto.