HPE, far crescere l'Italia con il cloud XaaS

Presentato a Roma uno studio sul ruolo Everything-as-a-Service come modello sostenibile per la competitività dell’intero sistema Paese

Autore: Edoardo Bellocchi

Utilizzare il cloud XaaS, ovvero quello basato su Everything-as-a-Service, permetterà un aumento della produttività fino al 2,3% per le imprese che potranno utilizzare infrastrutture IT più avanzate e sempre aggiornate. Da ciò sarà possibile generare un aumento del PIL fino a 222 miliardi di euro nei prossimi cinque anni e un impatto diretto per la filiera ICT pari a 1,3 miliardi di euro di nuovi ricavi. Sono solo alcuni dei risultati di uno studio condotto da The European House - Ambrosetti per Hewlett Packard Enterprise, presentato ieri a Roma durante un Forum che ha visto anche la presenza tra gli altri dell'attuale Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione.

Il "cloud che viene da te"

La pandemia ci ha costretto a un’introspezione, sia come singole persone sia come imprese e governi stessi, e questo ha offerto una grande opportunità per reinventarci, con numerosissime aree interessate dall’innovazione, che vede al suo centro proprio il digitale, ovvero l’Information Technology. Lo si vede anche nel Pnrr, dove il digitale è l’abilitatore praticamente di tutti i piani previsti”, ha esordito Stefano Venturi, Presidente e Amministratore Delegato di Hewlett Packard Enterprise Italia, intervenendo all’evento di presentazione.

In questo contesto, “per esprimere appieno il potenziale di crescita che la digitalizzazione può garantire al nostro Paese è necessario però un nuovo approccio, che renda le soluzioni digitali più facilmente accessibili e adattabili alle esigenze di organizzazioni di ogni dimensione e settore, sia pubbliche sia private. Il cloud di nuova generazione, che possiamo definire il ‘cloud che viene da te’, basato sul concetto di Everything-as-a-Service è il nostro modello di cloud che risponde a questo bisogno, combinando i vantaggi di cloud pubblico e cloud privato. Infatti, si tratta di un cloud che segue i nostri clienti nella loro mappa di utilizzo, perché sempre di più l’IT è decentralizzato e non sta più nei data center come prima: con il modello as-a-Service, siamo noi di HPE che prendiamo il rischio del non utilizzo delle infrastrutture, mentre le aziende pagano solo per quello che usano”, ha proseguito Stefano Venturi.

Stefano Venturi di HPE nel corso del suo intervento al Forum

Riduzione dei costi IT

Nel dettaglio, lo Studio Strategico “La nuova generazione di Cloud basata su XaaS - Everything-as-a-Service – Nuovo modello sostenibile di Cloud per la competitività e la crescita dell’Italia” ha avuto la supervisione di un Advisory Board composto, oltre che da Stefano Venturi, anche da Valerio De Molli, Chief Executive Officer & Managing Partner di The European House - Ambrosetti, Esko Aho, già Primo Ministro della Finlandia ed esperto di innovazione, Sonia Bonfiglioli, Presidente del CdA di Bonfiglioli Riduttori e Paola Cillo, Professore Associato al Dipartimento di Management e Tecnologia dell’Università Bocconi.

Per analizzare il contributo differenziale del modello di cloud di nuova generazione nell’accompagnare la trasformazione digitale di imprese e Pubblica Amministrazione, e per sviluppare alcune proposte di policy in favore della digitalizzazione del sistema-Paese, lo Studio si è articolato in due survey: una rivolta all’ecosistema imprenditoriale del network di The European House - Ambrosetti e una rivolta ai principali enti pubblici italiani, coinvolgendo complessivamente oltre 400 stakeholder. Alle survey è stato affiancato un ciclo di interviste riservate che ha coinvolto oltre 12 attori nazionali e internazionali per indagare use case e individuare concretamente i benefici abilitati dal modello XaaS.


Di rilievo, tra le numerose risultanze dello Studio HPE-Ambrosetti, l’indicazione che per la Pubblica Amministrazione l’impiego di soluzioni cloud basate su Everything-as-a-Service potrà generare un risparmio di costi pari a oltre 650 milioni di euro, equivalenti a una riduzione del 25% dei costi IT. L’ottimizzazione della gestione dei dati e la creazione di ecosistemi di scambio dati all’interno della Pubblica Amministrazione permetterà di applicare il principio “Once Only”, andando a ridurre del 90% il numero di richieste di dati da parte della Pubblica Amministrazione e ottimizzando l’accesso ai servizi e ai database pubblici, riducendo di 32 ore all’anno l’impegno delle imprese nel compiere gli adempimenti burocratici: nel complesso, questo corrisponde a oltre 40.000 anni risparmiati, se considerate tutte le imprese italiane.

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