Diverse evoluzioni tecnologiche catturano l'attenzione degli utenti e cercano di attrarre capitali. Ma cosa c'è di concreto nei probabili fenomeni del 2022?
Autore: Redazione ImpresaCity
Nel 2022 diverse tecnologie assurgeranno agli onori della cronaca, anche finanziaria. Noi ne abbiamo scelte cinque, tra quelle più vicine agli ambiti di cui ci occupiamo, che ci sembrano le più capaci di suscitare interesse. Quindi di crescere, se l'interesse è motivato da elementi concreti. O di diventare una bolla a rischio di scoppiare, in caso contrario. Abbiamo già trattato i Non-Fungible Token, ora tocca ai Digital Therapeutics, o DTx, e alla Space Economy.
Dopo due anni di emergenza pandemica e di difficoltà di qualunque sistema sanitario, parlare di tecnologie applicate alla Sanità è diventato estremamente popolare. Ci sono davvero tantissime cose da fare in questo campo, e molte sono tangibili e concrete. Ma nell'ampio mercato della Digital Health uno dei settori più promettenti per il 2022 - specie nel senso dei capitali che sta attraendo - è relativamente poco noto. Si tratta dei Digital Therapeutics, o DTx: letteralmente, le terapie digitali.
In campo già da qualche anno, i DTx sono piattaforme software (li si usa perlopiù sotto forma di app mobili) che guidano un paziente in un percorso di cura certificato. Soprattutto per il trattamento di malattie croniche e dipendenze. Danno indicazioni terapeutiche e agiscono a volte come complemento di una terapia famacologica classica. Il paragone non è proprio corretto, ma per certi versi i Digital Therapeutics sono la versione "seria" delle app di wellness. La differenza chiave è che sono certificate: le loro efficacia ed etica sono provate da sperimentazioni cliniche e monitoraggi ufficiali e standardizzati. Come qualsiasi dispositivo medico.
L'interesse del mercato e dei pazienti c'è, insomma, e gli investimenti pure. A frenare il mercato globale dei DTx sinora è stata la cautela dei Servizi Sanitari nazionali nel certificarli e rimborsarne l'uso. Questo fattore dovrebbe sbloccarsi a breve, perché la gestione delle patologie croniche è ovunque un serio problema pubblico. E allora il mercato dei Digital Therapeutics potrebbe davvero decollare.
Non, non intendiamo la colonizzazione dello spazio per come la immaginano Elon Musk o Jeff Bezos. Ci concentriamo su un ambito specifico, di interesse concreto e immediato: lo sviluppo delle reti di telecomunicazioni a banda larga via satellite grazie a operatori privati di nuova generazione. Internet via satellite c'è già da tempo, si sa, ma il settore sta cambiando velocemente. La spinta lato business viene dall'edge computing, il quale apre la strada a una nuova connettività via satellite che supporti servizi cloud decentralizzati. Specie, ma non solo, per le applicazioni industriali.
Il motivo di questo interesse è chiaro. Ci sono molte classi di siti remoti che sarebbe impossibile o troppo costoso raggiungere con connessioni tradizionali, cablate o wireless. E che invece ora possono essere raggiunte usando satelliti di nuova concezione, più piccoli e leggeri di quelli tradizionali. Che stazionano in orbite più basse rispetto ai "fratelli" geostazionari. Tanto che nel 2022 ci sarà una relativa abbondanza di aziende interessate a realizzare, portare in orbita o gestire costellazioni di satelliti. Ben oltre il ristretto novero dei provider consolidati, teoriamente a beneficio delle aziende e dei singoli consumatori.
Ma lo spazio in prossimità della Terra non è il cortile di casa. La sua colonizzazione quasi selvaggia con decine di migliaia di oggetti in orbita che si aggiungono a quelli che già ci sono, qualche rischio lo comporta. Senza poi dimenticare che lo spazio è anche il campo da gioco di una latente, ma sempre presente, competizione tra nazioni. Qualche "sgarbo" in orbita l'abbiamo già sperimentato, l'auspicato boom della Space Economy privata dipende anche da come le future normative internazionali si adatteranno a uno scenario di "traffico spaziale" che sino a qualche tempo fa nessuno si era immaginato.