Il rinnovo della linea mainframe IBM Z è previsto per la fine del primo semestre 2022, con i sistemi z16 pronti a superare il successo della generazione z15
Autore: f.p.
IBM si sta focalizzando in maniera decisa su tutto quello che riguarda gli ambienti di cloud ibrido. È la strategia che ha preso concretamente il via, almeno nella maniera più evidente, con l'acquisizione di Red Hat e del suo portafoglio di prodotti e competenze. Ed è una strategia chiave, che prevede anche la dismissione delle attività che le sono meno collegate. Come abbiamo visto in particolare con lo spinoff di Kyndryl. Ma sarebbe sbagliato pensare che IBM sia tutta e solo "nuvola". Big Blue (oggi Big Purple, se preferite) tra l'altro non ha nessuna intenzione, almeno per ora, di abbandonare un settore remunerativo e solidissimo come quello dei mainframe.
Ormai la parte infrastrutturale hardware di IBM è fatta essenzialmente proprio dai sistemi IBM Z e dalle unità di storage. Ma anche quando l'offerta era più ampia, nei risultati finanziari di IBM era evidente una stagionalità legata all'andamento della gamma mainframe. E i sistemi cosiddetti legacy registrano sempre l'interesse degli analisti finanziari, tanto che commentando i risultati dello scorso trimestre, proprio agli analisti il CEO Arvind Krishna ha sottolineato che la famiglia IBM Z è pronta per un rinnovo.
Questione, appunto, di stagionalità. I sistemi z15 sono sul mercato da circa due anni e mezzo e si possono considerare certamente un buon successo. James Kavanaugh, il CFO di IBM, nel dialogo con gli analisti finanziari ha sottolineato che nel quarto trimestre 2021 ci sono stati importanti vendite di sistemi Z e che gli utenti delle unità mainframe rinnovano regolarmente i loro contratti di sviluppo e supporto, anche per le componenti software collegate. "Consegnamo più MIPS con il programma z15 che con qualsiasi altro programma della nostra storia", ha evidenziato Kavanaugh.
Così, secondo quanto raccontato agli analisti, una nuova generazione di sistemi Z dovrebbe vedere la luce "verso la fine del primo semestre", nelle parole di Kavanaugh, con effetti positivi sul business IBM della seconda metà di quest'anno e anche per la prima parte del 2023. Una previsione facile, dato che gli utenti dei sistemi mainframe nella maggior parte dei casi considerano naturale, anche se costoso, l'aggiornamento dei vecchi sistemi alle nuove versioni.
IBM ha lavorato per favorire ulteriormente questa propensione all'upgrade. I futuri IBM z16 dovrebbero rappresentare un salto in avanti significativo rispetto ai sistemi z15 attuali. In particolare grazie all'adozione di una nuova generazione di processori, più potenti e ottimizzati anche per l'esecuzione di algoritmi di intelligenza artificiale. E attenzione: chi associa ancora i mainframe solo agli schermi a caratteri verdi delle applicazioni bancarie o da aeroporto è decisamente fuori strada. Non è (solo) per ragioni di marketing che IBM associa i mainframe al cloud ibrido. La tecnologia, dietro, c'è ed è solida.
I prossimi sistemi z16 dovrebbero avere, per quello che se ne sa al momento, il 40% circa di prestazioni in più rispetto alla generazione z15. Significa poter gestire circa 3,5 milioni di container con un solo sistema. Quindi, estrapolando dalle stime legate alla generazione precedente e considerando lo sviluppo che nel frattempo ha avuto il mondo x86, un sistema z16 potrebbe confrontarsi con un cluster x86 composto da 250-270 server x86 di generazione attuale. Beninteso, le aziende che non usano già adesso i mainframe IBM continueranno a non adottarli. Ma quelle che li usano vedono giustificati gli investimenti che hanno già fatto e che si preparano a fare. Inoltre, hanno davanti una strada di evoluzione tecnologica ragionevolmente garantita.