Con la nuova generazione della piattaforma database in cloud, analytics più rapidi e con set di dati più grandi, utilizzando l'80% in più di throughput in scansione e il 28% in più di capacità
Autore: Redazione ImpresaCity
Da Oracle arriva Exadata Cloud Infrastructure X9M, l'ultima generazione della piattaforma database sul cloud di casa, la Oracle Cloud Infrastructure (OCI). Con Autonomous Database Service o Exadata Database Service in esecuzione su Exadata Cloud Infrastructure X9M, si possono gestire i carichi di lavoro esistenti più velocemente, con una scalabilità maggiore e a un costo inferiore rispetto alle generazioni precedenti. Inoltre, quando si passa da X8M a X9M, si possono ridurre i costi consolidando centinaia di carichi di lavoro OTLP, analytics e database misti su un singolo servizio cloud.
Nel dettaglio, evidenzia una nota, Exadata Cloud Infrastructure X9M, che è già disponibile, offre fino a 8.064 vCPU di server database, 2,5 volte di più della versione X8M, e fino a 3,1 PB di capacità di database non compressa, con un aumento del 28%. Insieme a reti interne più veloci dell'80% e al doppio della larghezza di banda per le connessioni dei server applicativi, si possono eseguire carichi di lavoro OLTP con una latenza di SQL IO estremamente bassa (inferiore a 19 microsecondi) e fino all'87% in più di IOPS. Exadata Cloud Infrastructure X9M su OCI accelera anche i carichi di lavoro analitici in cloud grazie a scansioni più veloci dell'80%, fino a 2,88 TB/s.
Inoltre, l'hardware fault-tolerant Exadata e l'integrazione con Oracle Real Application Clusters (RAC) consentono continuità di servizio anche in caso di guasti e permettono all'infrastruttura di essere scalata, potenziata e aggiornata senza interruzioni. Lo scaling di altri database cloud spesso richiede tempi di inattività quando si passa da una tipologia pre-definita di macchina virtuale a un'altra. Exadata Cloud Infrastructure X9M supporta lo scaling up del consumo sui server database e lo scaling out del numero di server di database utilizzati, il tutto senza migrare i database o richiedere downtime. Con la capacità di utilizzare da quattro a 252 vCPU per server database e da due a 32 server database per sistema, le imprese possono consolidare i database mission-critical in cloud senza esaurire le risorse.
Le aziende e gli sviluppatori che implementano Autonomous Database su OCI possono ora aumentare le prestazioni e ridurre i costi utilizzando più risorse di database e storage di quanto fosse possibile in precedenza sul sistema X8M. I clienti di Autonomous Database hanno la flessibilità di implementare l'intera gamma di configurazioni Exadata Cloud Infrastructure X9M in ambienti dedicati Autonomous Database. Questo permette loro di utilizzare vCPU aggiuntive per eseguire più query OLTP simultaneamente e più server di storage per parallelizzare i carichi di lavoro di analytics con un throughput di scansione fino a 38 volte superiore a quello possibile con X8M. Di conseguenza, i clienti sono in grado di eseguire i carichi di lavoro database più velocemente, consolidarne di più su meno infrastrutture e ridurre i costi. Inoltre, Autonomous Database consente ulteriori riduzioni dei costi con meno necessità di gestione, auto-scaling basato sul consumo e consolidamento di fino a cinque database in una vCPU per carichi di lavoro più leggeri come sviluppo, microservizi e piccoli database.
"Autonomous Database e Exadata Database Service forniscono prestazioni, disponibilità e sicurezza uniche, a livello di requisiti da ‘borsa valori’, in modo trasparente a tutte le applicazioni. Con Exadata Cloud Infrastructure X9M, abbiamo adottato la CPU, il networking e l’hardware storage più recenti e abbiamo ottimizzato il nostro software per offrire l'infrastruttura cloud di Oracle più performante, scalabile e conveniente per lo sviluppo e l'esecuzione di carichi di lavoro Oracle Database, il tutto allo stesso prezzo della generazione precedente", commenta Juan Loaiza, executive vice president, Mission-Critical Database Technologies di Oracle.