Nove centri italiani parteciperanno al percorso per diventare "smart" e climate-neutral entro il 2030
Autore: Redazione ImpresaCity
Di sicuro la buona volontà e una certa ambizione non mancano ai responsabili delle città italiane: sono ben nove i centri del Belpaese che parteciperanno al progetto Cities Mission dell'Unione Europea, di fatto un percorso per raggiungere in pochi anni la neutralità climatica e la condizione di Smart City. Solo la Francia ha una partecipazione maggiore (dieci città), mentre la Germania si ferma a nove come l'Italia.
I centri italiani che hanno passato la selezione della Commissione Europea (le città europee candidatesi per il progetto sono state ben 377) sono Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma, Torino. Rappresentano, insieme alle altre 91 città "colleghe" del progetto Cities Mission, una sorta di banco di prova per lo sviluppo di soluzioni e strategie per raggiungere la neutralità climatica e la "intelligenza" di una Smart City. La loro esperienza, idealmente, consentirà poi a tutti gli altri centri europei di intraprendere con maggiore semplicità un percorso analogo.
Il primo passo significativo del progetto Cities Mission è la definizione, per ogni singolo centro, di un contratto formale: il Climate City Contract, in cui si descrivono i passi che la città intende seguire per diventare climate-neutral entro la scadenza prevista del 2030. Il contratto deve delineare anche il piano di investimenti correlato e deve essere frutto di una co-creazione tra amministratori pubblici, partner locali e cittadini.
Non è un contratto legalmente vincolante, ma è comunque un impegno che è bene rispettare, quantomeno per questioni di immagine a livello europeo. Anche per questo la selezione della Commissione rispetto alle candidature è stata piuttosto severa: meglio evitare di avere a bordo troppi centri a rischio concreto di non terminare il progetto.
La selezione è anche una questione di budget. Il piano Cities Mission prevede aiuti finanziari concreti per le città partecipanti: la somma complessiva allocata per il biennio 2022-2023 è di 360 milioni di euro, ma l'idea di fondo è che le attività avviate nell'ambito di Cities Mission permettano poi alle città coinvolte di accedere ad altri fondi europei legati allo sviluppo urbano e all'innovazione da Smart City.
Cities Mission prevede una componente di coordinamento centrale che fornirà competenze ed assistenza mirata alle città coinvolte, guidandole in particolare verso tre aree di intervento che vengono considerate più di rilievo: mobilità "pulita", efficienza energetica, pianificazione del verde urbano. Questa componente di coordinamento ha anche lo scopo di favorire lo scambio di esperienze tra i vari centri.
Tra i benefici indiretti cercati dal progetto c'è anche, infatti, favorire lo sviluppo di un ecosistema di innovazione tra città europee. Di sicuro tra i centri che partecipano direttamente a Cities Mission, attraverso lo scambio di best practice e il confronto. Ma l'idea è di coinvolgere sin da subito anche altre città, a cominciare da quelle che avevano richiesto di partecipare al progetto ma che non sono state selezionate. Queste possono comunque restare in vari modi collegate a Cities Mission, ricevendone alcuni dei benefici.
Va poi ricordato che Cities Mission è un progetto volutamente aperto alla condivisione anche extra UE. Ne faranno parte infatti anche 12 centri (in più rispetto ai cento europei) di otto nazioni "associate": Albania, Bosnia-Erzegovina, Islanda, Israele, Montenegro, Norvegia, Turchia e - se formalizza la sua partecipazione a Horizon Europe - Regno Unito. Le città non-UE coinvolte - tra cui c'è un centro molto significativo come Istanbul - avranno gli stessi benefici di quelle dell'Unione, tranne ovviamente l'accesso ai fondi comunitari.