In arrivo un "effetto Russia" sulle supply chain IT?

La Russia punta al blocco delle esportazioni di materie prime e prodotti nazionali come risposta alle sanzioni internazionali: ci sono rischi anche per l'IT

Autore: Redazione ImpresaCity

La pandemia aveva già ampiamente mostrato che la globalizzazione delle supply chain è un potenziale grave punto debole. Anche per l'IT, motivo per cui ora vediamo ad esempio una marcata accelerazione nella delocalizzazione "intelligente" della capacità produttiva dei semiconduttori. E anche il reshoring o nearshoring di qualsiasi attività tecnologica è una opzione quantomeno più interessante che in passato. Ora, come d'altronde si temeva, anche la geopolitica rischia di mettere ulteriormente in crisi il mercato.

La minaccia - ancora da valutare bene in dettaglio, beninteso - viene direttamente dal Cremlino. Sotto forma di un ordine esecutivo del Presidente Putin che introduce "speciali misure economiche di rappresaglia" contro le sanzioni internazionali attivate dopo l'invasione dell'Ucraina dello scorso febbraio.

Per "proteggere gli interessi nazionali" della Federazione Russa e in risposta alle sanzioni introdotte, che sono tra l'altro "contrarie alle leggi internazionali", Mosca ha deciso in sostanza di attivare delle contro-sanzioni che limitano l'attività commerciale e finanziaria delle imprese russe nei confronti di determinate controparti. Queste non sono state ancora elencate precisamente. Come peraltro non è stato ancora specificato quali attività o scambi commerciali saranno limitati.

I dettagli delle contro-sanzioni dovrebbero essere ufficializzati entro una decina di giorni. Si sa però - ed è qui il problema per l'IT - che l'ordine esecutivo di Mosca "impone un bando all'esportazione di prodotti o materie prime, realizzati oppure estratte in Russia". Di prodotti realizzati materialmente in Russia e di interesse per l'IT enterprise in pratica non ce ne sono. Tranne pochissime eccezioni che potrebbero aprire questioni legali. Ma la citazione delle materie prima dà più da pensare.

Come è stato sottolineato da più parti all'inizio del nuovo conflitto tra Russia e Ucraina, le due nazioni sono importanti fornitori di materie prime utili alla produzione di componenti per l'elettronica, in particolare il gas neon e il palladio. Per i produttori che non hanno ancora diversificato bene i loro aprovvigionamenti, il blocco russo alle esportazioni potrebbe rappresentare una difficoltà in più.

Gli analisti di mercato hanno indicato che il conflitto ad Est non dovrebbe avere grandi impatti sul mercato tecnologico, ma il nodo delle materie prime è sempre stato un fattore "volatile" di cui tenere conto man mano che la situazione evolve.

Avrà meno impatti sull'economia IT un altro ordine esecutivo di Mosca legato in modo specifico alla cyber security. È stato ufficializzato che a partire dal 2025 gli enti governativi russi non potranno usare prodotti di sicurezza IT sviluppati nelle nazioni "che commettono azioni ostili contro la Federazione Russa". Ma anche quelli che sono prodotti da aziende anche solo "affiliate" con tali nazioni. Dato che tra le nazioni ostili ci sono di certo gli Stati Uniti, questo significa escludere quasi tutto il mondo della cyber security. Fatta eccezione ovviamente per le aziende cinesi.


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