Broadcom avrebbe interesse a rafforzare il suo portafoglio software, ma VMware ha una strada di sviluppo già spianata
Autore: f.p.
In queste ore si sono diffuse voci piuttosto insistenti su una possibile acquisizione di VMware da parte di Broadcom. In questi casi è sempre difficile capire quanto le voci siano concrete. Colpisce però che siano state lanciate da più agenzie solitamente attendibili (Bloomberg, Reuters...) e poi rilanciate da agenzie e testate poco propense alla sensazionalizzazione (New York Times, Financial Times tra gli altri). Qualcosa di concreto insomma sembra esserci.
Si ipotizza già che le voci sull'operazione Broadcom-VMware siano state fatte circolare ad arte per vedere la reazione del mercato. Le tempistiche ci sarebbero, perché l'indiscrezione ha cominciato a circolare tra ieri e oggi, quindi a mercato azionario (statunitense) chiuso ma qualche ora prima dell'inizio delle contrattazioni. L'effetto sul titolo VMware quindi probabilmente sarà un indizio delle valutazioni del mercato.
Ma una operazione che portasse VMware nel portafoglio Broadcom avrebbe senso? Di sicuro Broadcom non è un acquirente "logico" per la software house uscita dalla casa madre Dell Technologies. O perlomeno così appare a prima vista. Guardando più in profondità, le dinamiche si fanno meno scontate.
Broadcom è un produttore di chip e semiconduttori, che per molto tempo ha seguito una strada di sviluppo e acquisizioni coerente con questa impostazione. Fino al 2018, quando la sua mega-acquisizione di Qualcomm è stata bloccata dal Governo USA per motivi di sicurezza nazionale. Questo evento ha accelerato un cambio di strategia: muoversi più a tutto tondo per diventare in generale uno dei principali fornitori tecnologici del mercato IT (e non solo).
Broadcom si è spostata quindi anche verso il lato del software infrastrutturale, uno spostamento che si è visto in maniera significativa con le acquisizioni di CA Technologies prima e della parte enterprise security di Symantec poi. Operazioni che hanno mosso complessivamente quasi 30 miliardi di dollari nel giro di un anno circa.
Una cifra elevata per chi di mestiere faceva tradizionalmente altro. Ma Broadcom e il suo CEO Hock Tan su questo sono chiari da un po': quello dei semiconduttori è un mercato a crescita costante ma fisiologicamente lenta - boom attuale a parte - ed è meglio diversificare le proprie attività.
VMware potrebbe rientrare in questa strategia proprio per l'impostazione che si è data all'uscita da Dell Technologies: essere "la Svizzera del mercato cloud". Fornire cioè piattaforme software abbastanza "neutre" da essere adatte per eseguire workload in qualsiasi ambiente cloud, ibrido o meno. Con tutto quello che riguarda anche sicurezza, software-defined networking, gestione dei dati, sviluppo software e via dicendo. Una base tecnologica che per Broadcom è certamente interessante.
E il lato economico? Anche questo sembra favorire Broadcom. L'uscita da Dell Technologies non ha fatto bene al titolo VMware, che da allora ad oggi ha perso oltre il 40% del suo valore. La capitalizzazione in Borsa della software house è intorno ai 40 miliardi di dollari, una cifra che Broadcom dovrebbe superare almeno di un quarto, portando l'operazione intorno ai 50-60 miliardi di dollari. Molto, ma non troppo per Broadcom.
Ma proprio queste cifre sono il primo elemento di attenzione: Broadcom sta puntando su VMware per una precisa decisione strategica o perché ha (anche, non solo) fiutato un buon affare? Per gli azionisti più importanti di VMware (leggi: Michael Dell) oggi probabilmente non conviene vendere la software house ai prezzi di mercato. Ecco perché alcuni ipotizzano che le indiscrezioni ai media siano una mossa difensiva di VMware stessa.
Indubbiamente VMware sta attraversando un periodo di transizione. Prima il suo CEO-simbolo Pat Gelsinger che va altrove, poi la fuoriuscita dalla ex casa madre... ci vorrà ancora qualche tempo perché la software house si stabilizzi del tutto. In tutto questo, però, la direzione strategica è chiara, sulle capacità di sviluppo tecnologico non ci sono dubbi, l'ecosistema partner-community è solido. Le premesse quindi sono buone, farsi acquisire da Broadcom non le migliorerebbe.
Tra l'altro, una ipotetica entrata di VMware in Broadcom inizierebbe con più di qualche perplessità. Certo VMware diventerebbe "la" costola software di Broadcom, ma sarebbe tutto da capire come e quanto Broadcom interverrebbe nella strategia VMware e quanto punterebbe a sinergie con CA Technologies e Symantec. Il post-acquisizione di queste ultime non dà indicazioni a sufficienza (nel caso di Symantec poi le indicazioni non sono positive). E questo rafforza la sensazione che probabilmente per VMware sia meglio andare avanti da sola. E lasciar passare queste ore come l'ennesima voce in una storia societaria sempre movimentata.