BYOK, CYOK e HYOK: così le aziende si gestiscono da sole la crittografia dei dati

Sono servizi che sempre più i cloud provider stanno proponendo alle aziende clienti. Si tratta di sistemi di gestione completa delle chiavi di crittografia che Thales ha già sperimentato ampiamente.

Autore: Valerio Mariani

La prossima frontiera della crittografia è il BYOK e Thales è in prima linea nel supportare i clienti e i cloud provider con il dispositivo o il servizio relativo – afferma Luca Calindri, Country Sales Manager Italy & Malta – Data Protection in Thales Group”.

L’acronimo sta per Bring Your Own Key, intesa come chiave di decrittazione dei dati, e si realizza permettendo alle aziende clienti la generazione e la gestione completa delle chiavi crittografiche. L’approccio è in contrapposizione con altri dello stesso tipo: il CYOK – Control Your Own Key e l’HYOK – Hold Your Own Key. E la differenza, in buona sostanza, riguarda il livello di esposizione delle chiavi di crittografia verso il cloud provider che ospita l’infrastruttura del cliente.

Siamo, quindi, in ambienti cloud in cui si riserva a una componente dell’infrastruttura IT la delicata gestione della crittografia dei dati. “La divisione di Thales che si occupa di cybersecurity – prosegue Calindri – si è adeguata da tempo alla tendenza del cloud e oggi si concentra sulla protezione dei dati aziendali in questi ambienti, fornendo ad aziende, hyperscaler e cloud provider l’opportuno livello di protezione, che per noi significa soprattutto crittografare i dati e gestire le autorizzazioni di accesso ai sistemi IT”.

Thales, fornitore europeo accreditato presso il Pentagono

Thales è un colosso di origine francese che nasce storicamente in ambito militare ed è una delle poche aziende europee a essersi guadagnato un posto di riguardo tra i fornitori del Pentagono. Anche in Italia Thales è ben nota come fornitore per gli apparati di Difesa, ma non solo. La divisione che si occupa di cybersicurezza, infatti, conta tra i suoi clienti anche il Ministero degli Interni e le Poste Italiane, tra gli altri.

Siamo stati precursori nella sicurezza dei dati – prosegue Calindri – e la nostra esperienza in contesti così delicati come la Difesa ci permette di qualificarci come fornitore altamente affidabile in tutti i mercati verticali”. E, in effetti, la sicurezza delle informazioni nasce proprio in ambito militare: molte delle tecniche e degli strumenti utilizzati oggi da tutte le aziende sono nati dalla stretta collaborazione tra le imprese private come Thales e i vari apparati per la Difesa. “I servizi di integrazione con accesso a due chiavi di autenticazione, così come la profilazione degli accessi con la diversificazione di ruoli e compiti – ricorda il manager – sfruttano standard e best practice nati in ambito militare e che oggi sono richiesti anche nei cloud pubblici, privati o negli ambienti ibridi in tutti i mercati. Per fare un esempio, la double key encryption o il key management service sono servizi che gli hyperscaler possono fornire direttamente ai propri clienti, liberandoli dall’incombenza della gestione diretta”.

La modalità BYOK si attiva grazie a un servizio erogato da Thales o con un apparato fisico specifico blindatissimo, disponibile presso il data center del cloud provider o direttamente on premise, con garanzie assolute di integrazione e adesione a standard FIPS - Federal Information Processing Standard, protocolli per la gestione delle informazioni pubblicati dal Governo degli Stati Uniti. E la vera novità è che, tramite il BYOK, non solo si “blindano” le chiavi di crittografia, ma anche il tool di generazione, in strutture ben custodite in casa del cliente.


Quando è opportuno generarsi la crittografia in casa

La scelta di installare un apparato in casa o sfruttare un servizio Thales, anche presso il cloud provider, dipende da un sottile equilibrio tra latenza e protezione e dalla tipologia del dato che si vuole proteggere. “Per esempio – osserva il manager -, se è necessaria un’altissima velocità nella comunicazione tra chiave e dato, per esempio, è consigliabile sfruttare un key manager presente presso un cloud provider”. In generale, insomma, la scelta tra un approccio BYOK, CYOK e HYOK dipende da quanto il dato è sensibile per il cliente e dalle sue esigenze di disponibilità.

Altra questione calda è la protezione del codice applicativo. Anche in questo caso Thales ha una risposta “iniettando” librerie crittografate per le applicazioni esistenti. È questa la più alta protezione che si può ottenere a livello applicativo ma che non tutelerà mai da un codice già in partenza poco sicuro, magari perché obsoleto.

La centralizzazione del servizio di crittografia – conclude Calindri – evita ai responsabili della sicurezza delle aziende di avere a che fare con diversi sistemi di crittografia”. Ciò rappresenta un’opportunità anche per quelle PMI che si trovano a gestire dati di enorme importanza – si pensi per esempio alle Fintech – e che oggi possono sfruttare sistemi di livello enterprise per garantire la massima protezione ai dati dei loro clienti.


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